Il fulcro del mio essere

Una 'fame'condivisa.. un autoanalisi obbiettiva, pure.. troppo dove traspare.. un pizzico di arrabbiatura, naturalmente giustificata
(ehehheeh si è capito che mi sono immedesimata? Brava!

Descrivi l'essenza stessa dell'Uomo, il suo desiderio d'amore, la sua fame di vita. Il messaggio arriva chiaro e forte e questo basta per dirti:brava.

Il classico stato d'animo di chi sta in bilico fra la paura e il bisogno, fra la difesa e il coraggio, fra l'insicurezza e la speranza. Un testo poetico da cui trasparare in modo prepotente la "fame", ma non di cose corpose e materiali ma d'amore, e non un amore verso qualcuno ma da "parte" di qualcuno. A volte il desiderio di essere amati davvero supera la voglia di amare, forse perchè nell'amore ricevuto c'è la certezza di contare qualcosa, nell'amore donato senza corrispondenza e senza appagamento si possono trovare altro dolore e altra incertezze.
P.S. Avrei scritto "impaurita della vita" al posto di un'impaurita della vita: mi rode "il morso"con cui convivo al posto di "fame", parola che poi viene ripetuta il verso successivo; "segnata" al posto di distrutta dai lividi; "nella follia nascosta" invece di nascosta dalla follia. Credo che così suoni meglio.

Non solo una poesia ma una confessione, un'ammissione di colpevolezza (se colpevolezza è voler essere più amata). Il tema di questa poesia è forte proprio perché supera la vergogna, l'imbarazzo che ognuno di noi ha ad ammettere quanto semplici siano i propri desideri, avendo paura di non meritarne l'esaudimento perché, in fondo, umanamente egoisti. Bella ricerca del lessico e metafore d'effetto. In alcuni punti sono accostati suoni che vanno piacevolmente d'accordo.
forse una chiusura con una rima dolce, di riflesso a quella dei primi due versi, avrebbe fatto da proverbiale "ciliegina sulla torta".