
L'assenza non si racconta




Descrizione: Un viaggio senza speranza e pieno di… assenza.
Incipit: 21 giugno 2021 Le 14:40, tempo di andare. Lancio l'ultima occhiata alla busta che ho collocato in bella evidenza nel ripiano della dispensa, sulla quale è vergata la parola Testamento in stampatello nero. Tutto ok. Se mi dovesse succedere qualcosa durante questa follia, le mie ultime volontà saranno rese note. Poi ammicco verso il pacco di libri che vi ho lasciato di fianco, in modo che possano essere restituiti alla biblioteca comunale, quindi è tutto. L'avventura ha ufficialmente inizio.
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descrizione: Ovunque nell'universo a velocità istantanea.
incipit: – Però lei non è di origini zigane, almeno per quanto mi risulta. – Se ho ascendenze nomadi, risalgono a qualche altro popolo. – Che popolo? – L'ignoro. Usavo il se apposta. Anche perché allo stesso modo ignoro di avere ascendenze nomadi in generale. Sebbene, andando a sufficienza indietro nel tempo, chiunque le ha. – Chiunque, sì. Tuttavia si veste da zingara. Per quale ragione? – È un abito che secondo me si confà al ruolo. A lei non pare adatto? E vale altrettanto per l'arredo.
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descrizione: Un piccolo horror alla maniera (speriamo) di Lovecraft.
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descrizione: Questa è la storia di Bert.
incipit: La palestra della scuola era illuminata solo in parte, la luce cadeva perpendicolare sulle sette sedie disposte in circolo. Il locale sapeva di lucido da parquet, le tribune erano vuote e il segnapunti elettronico spento. Le finestre, arrampicate sulle alte pareti, erano bersagliate da una fitta e insistente nevicata. Bert occupava una delle sedie, calzava un berretto di lana, era avvolto in uno sporco giubbotto e teneva le gambe accavallate. Aveva le mani una dentro l'altra e il suo…
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descrizione: Poesia segnalata al concorso pallidamente organizzato da Cagliostrino.com. Verrà inclusa nell'antologia del premio.
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descrizione: Riflessioni sul nostro nuovo modo di comunicare… con il mondo.
incipit: Avere un indirizzo e-mail mi è sembrato subito facile ed anche necessario. Me n'era stato assegnato già uno dall'azienda presso cui lavoro. Utile, soprattutto, per visionare il cedolino dello stipendio, appena giunge a darmi dolci notizie, poi durante l'attesa del lieto evento ed, infine, per riguardarlo con nostalgia quando lo stipendio è volato via. Devo ricordare, però, la password. Mi sono sentita più moderna quando mia figlia mi ha creato un
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incipit: "Rcordati di prendere i soldi per la merenda, Bea" Primavera 2000. Quando tutto era ancora un sereno scorrere. Quando io ero una quindicenne nel pieno della mia adolescenza. Bea. Diminutivo del mio bellissimo nome di cui andavo fiera e che tutti erano soliti storpiare con questo abbreviativo. Anche la mamma oramai ne era stata influenzata e continuava a chiamarmi in quel modo, nonostante le mie esplicite richieste di rivolgersi a me con il mio nome intero: Beatrice. Suona così d…
tags: #materna(2) #nostalgia(38) #solitudine(84) #morte(228)
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