
L'Orsa Maggiore
Questo sta a significare che, senza il "colpo di coda", non saremmo avanzati lungo il fiume.Senza dimenticare che, seppur la storia si svolge (spero) in modo lineare, non è ovviamente fine a sè stessa e sta alla sensibilità di ognuno trovarvi un senso.
Rispetto sempre le opinioni dei lettori. Ma per quanto mi riguarda sento molto, molto forte questa storia e spero che presto si affacci qualche lettrice o lettore che, differentemente da te, la trovi bella e, soprattutto, significativa.
Grazie della lettura.
Bello il modo di esporre la cronistoria della vita di questo poco romantico salmone usando però una descrizione nel complesso scorrevole e quasi "leggiadra", invitante alla prosecuzione della lettura.
Percorso del nostro amico salmone come metafora di vita? Può essere, a ognuno una personale interpretazione.
Comunque bravo. Ciao.
E hai detto bene, l'interpretazione regna sovrana.
Grazie dell'apprezzamento, soprattutto per aver trovato originale questo mio piccolo testo acquatico.
E allora? Allora è che qui io ci vedo il contrario, la "pescificazione" dell'essere umano e ho pure l'impressione che qua e là ci sia qualcosa di vagamente autobiografico. Il salmone non è un salmone, il fiume non è un fiume e l'orso non è un orso. I fondali marini della gioventù, il desiderio istintivo di ripercorrere il tragitto in età matura…
Ogni tanto mi capita di leggere di persone della mia età che muoiono, per malattia o infarto, e mi viene il freddo alla schiena. Non sappiamo niente, il nostro destino è scritto nelle stelle. Però la femmina del salmone è schizzata via sana e salva e la discendenza del pesce-protagonista è assicurata.
Mi sono fatto trasportare anche dall'incipit musicale.
Invece trovo che, vista la premessa, la conclusione sia davvero sorprendente. So che le mie parole hanno un peso relativo essendo io l'autore del piccolo testo. Ma la tua interpretazione è davvero degna di nota e va oltre le mie stesse righe.
In particolare, la raffica " Il salmone non è un salmone, il fiume non è un fiume e l'orso non è un orso" mi sa di una sventagliata del mitico Uomo senza nome, il Clint Eastwood del Buono Brutto e Cattivo. E se non ricordo male, ti avevo già definito il "Clint Eastwood" di BA o sbaglio?
Veramente significativa la tua visione, nobilitata dalla chicca della' pescificazione ' dell'uomo che dimostra come tu abbia davvero apprezzato l'incipit musicale, perfettamente in linea con le tue parole.
Grazie.
In tutta sincerità mi ha commosso. Credo nella poesia, quella vera che si nasconde nell'essere prima che nelle parole. Questo meraviglioso "viaggio allegorico" di Marcello Rizza è proprio andato in profondità. Se fossimo in un'altra epoca, dedicherei all'amico autore un pezzo mitico dei Pink -Set the controls for the heart of the Sun-. Perché mi ha trascinato nel cuore del Sole.
Questo piccolo rigagnolo, iniziato con delle perplessità, si sta gonfiando e ora inizia a somigliare a un fiume. La mia speranza era ed è quella di incontrare, nel viaggio, sempre più lettrici e lettori che apprezzino lo slancio "acquatico". Perché l'acqua è vita.
Marcello, un ringraziamento non basta. Meriti una piccola confidenza: lo studio che ho dovuto effettuare per avere una minima conoscenza del Salmone mi ha regalato sorprese inaspettate. Gli studiosi ancora brancolano nel buio per comprendere alcune sue peculiarità sia fisiche che comportamentali.
Ne dico una per tutte, la metamorfosi che avviene risalendo dal mare al fiume: a monte (!) torna un animale molto diverso, quasi non riconoscibile.
Grazie di vero cuore.
Quindi credi che dovrei trovare una "mia" dimensione?!
Ora mi chiedo: ma non è che lo devo intendere come un invito "soft" a sloggiare da BA? Del tipo: un'altra dimensione ma non questa?
Se davvero sono riuscito a fare arrivare un messaggio che, diciamo così, calza ogni misura, allora ho fatto un bel passo in avanti!
Però però però, Ele (passami il diminutivo pls) sono io, proprio io. Dovrei trovare una dimensione diversa da me? Mi incuriosisce sul serio questa tua osservazione e ti sarei veramente grato se tu me ne parlassi. A me.
Che tu ci creda o no sei una lettrice a cui tengo particolarmente.
Grazie.
Sì, ho lavorato molto sullo stile e in questo diversi suggerimenti ricevuti su BA mi hanno certo aiutato. La realtà è che ci si rende conto che un miglioramento si ottiene solo se ci si impegna a 360 gradi.
Per esempio, ascoltare, capire il desiderio delle lettrici, dei lettori, ma anche decidere cosa scrivere e cosa no.
E come vedi non scherzavo quando, ultimamente, ti ho confessato come proprio un tuo commento sia stato per me l'inizio di una riflessione su questo aspetto. Se vuoi ti cito anche il racconto di cui sto parlando.
Vedi, io credo che qui molti di noi potrebbero scrivere quello che vogliono, perfino "come" vogliono. Senza limite di generi, lunghezza, linguaggio.
Ma a che serve fare questo se poi non infondi, come dici tu, un'impronta?
Ele no, non intendo deludere le mie lettrici e i lettori. Molti come me scrivono e si impegnano. Ho deciso così che non voglio tradirli. Poi il piacere o non piacere è un'altra storia, ma mi sto davvero impegnando al massimo per creare un mio "mondo" narrativo riconoscibile, pur con tutte le varianti del caso. E se un cambiamento arriverà, sarà solo quelli dell'esperienza che ti permette di "abbracciare" un orizzonte più grande, restando ciò che vuoi essere.
Un abbraccio.
La tua valutazione iniziale, che esprime una critica accompagnata da motivazioni, resta importante per me sia che io la condivida o no. È un altro punto di vista che, come mi piace dire spesso, 'metto in tasca' per la prossima volta. E poi una storia non deve piacere per forza.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che hanno voluto esprimere una valutazione su questo testo. Mai come stavolta sono rimasto così positivamente, sopreso: questa piccola storia fa parlare! Non è un " tanto per dire ": in ogni commento ho trovato qualcosa di valido, di vero, perfino un avvicinamento reale se mi passi l'espressione, che mi fornisce spunti di riflessione, autocritica, e anche più di qualche soddisfazione. Da Eleonora a Maria Cristina, fino al Clint di BA (Francesco), senza dimenticare te e Gabriele. E poi Marcello Rizza che, funambolo delle parole e poeta nell'essenza, ha voluto incorniciare quel quadro d'autore che, come vedi anche tu, io stesso ho elogiato al pari di un racconto.
Quindi andiamo avanti, sperando di migliorare sempre un pò di più perchè la strada, che lo dico a fare, è lunga.
Valentina
Entrando poi, diciamo così, nel cuore delle parole, il viaggio di Valentina si trasforma - come certi pesci - partendo da un ' non amo ', aggrappandosi per roteare intorno allo scoglio di un ' ma ' e giungendo, infine, a un apprezzamento finale.
Grazie Valentina, voi lettrici non siete mai clienti ' facili ', avere avuto questa bellissima interpretazione da parte tua è un incoraggiamento significativo per me, credici. Ti ricolleghi in qualche modo alla definizione di Francesco Pino che ha parlato, con espressione d'effetto, di ' pescificazione ' dell'essere umano.
Spero di ritrovarti ancora sui miei piccoli scritti.
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incipit: Pensa. Il tempo strappa gli attimi a sé mentre cade in avanti.
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descrizione: Questo breve racconto ha partecipato a un concorso che aveva per traccia l'obbligo di ambientare l'opera in uno dei siti classificati come Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Non più di 2500 battute.
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incipit: Il bisogno di correre, di camminare, di pedalare fino allo sfinimento.
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descrizione: Oh yes, sometimes it's exactly like that!
incipit: I have met so many different women, I have loved, admired and appreciated them. They have often left in me nice memories. Some of them used to teach me, some of them used to educate me, others used to abuse me. But now, really, I can divide them all into two types: the "Cards" women and the "Chess" women...
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