La vita, adesso

Un bel testo descrittivo in cui la prosa travalica invetabilmente verso la lirica della poesia. L'autore osserva lo spazio e quella fetta di umanità  che lo circondano partendo dal palloncino che sfugge dalla mani del bimbo che piange perchè non è riuscito a trattenerlo. Da lì lo sguardo si espande verso figure di altri bimbi, uomini e donne che si muovono nel suggestivo scenario costituito da altri atteggiamenti e da immagini dai mille colori e sapori. L'occhio dell'autore-osservatore è vigile, attento, guarda dall'esterno ma non riesce a evitare qualche riflessione che dalla prospettiva del "fuori campo" lo fanno pindaricamente volare dentro quel campo che è la vita adesso, quella che brulica, si muove e si presenta agli occhi di chi sa guardare e cogliere la dimensione vitale e cinestetica che sta attorno a lui.
Alla fine del testo, poche parole essenziali rivelano lo stato d'animo del narratore; si passa dalla prima persona al "noi". Di certo in quel luogo lui è una figura solitaria, e il pensiero vola verso qualcuno che non è lì (o non più lì con lui, come avrebbe desiderato). In tal modo il senso della solitudine, della mancanza e del rimpianto verso le cose amate e perdute emergono con incisiva chiarezza attraverso l'amara e fulminea espressione finale.
Un bel testo, dotato di una capacità  descrittiva e lessicale di apprezzabile livello.
Qualche lieve imperfezione (parole ripetute o virgole mancanti) non inficia la fruibilità  della lettura.

Una successione di immagini delicate riavvolte come una spirale sul perno della malinconia. Un bimbo piange perchè gli è sfuggita di mano la cordicella e il pallone è volato via. La mamma frettolosa gli impedisce persino di seguirlo, almeno con lo sguardo, nella sua avventurosa ascesa nel cielo. Il ricordo di un lungomare divorato dal cemento sul quale si continuano a rincorrere con regolarità  le stagioni. L'imbarazzo per un nuovo rapporto mai nato, sul quale pesa come un macigno l'incapacità  di comunicare. Con un linguaggio che riesce a materializzare versi poetici in forma di prosa, e a descrivere con eleganza suoni e colori del lungomare della vita, il protagonista ci rende partecipe, in silenzio, del rimpianto per un amore perduto.

Un tripudio di percezioni, emozioni, sentimenti nostalgici e concitati, descritti mirabilmente in prosa, dall'autore, che li alterna, poeticamente, al proprio stato d'animo. Elogiando suoni e colori del lungomare della vita, il protagonista rende il lettore partecipe, in silenzio, del rimpianto per un amore perduto e, persino, la malinconia per un rapporto mai nato, sul quale, indissolubilmente, pesa l'incapacità di comunicare, e perciò il sorgere di una disaffezione, dovuta anche all'incomprensione dei fatti contingenti. Emblematico è il finale, che mostra la piena solitudine del narratore, ove afferma non esserci nessun "noi". Il bel testo è dotato di una capacità lessicale, di apprezzabile livello. Gradito e piaciuto, al di là del mesto romanticismo che pervade il senso dell'opera. Un cordiale saluto, Mario.