Recensione o commento # 1, data 12:00:14, 03/03/2022
Tentativo apprezzabile di porre la questione da un punto di vista razionale. Mi permetto di fare solo alcune osservazioni: 1) il saggio parla della vaccinazione in generale, senza entrare nel merito delle caratteristiche intrinseche di QUESTI vaccini. Molti (cosiddetti) no-vax si sono vaccinati con tutti gli altri senza problemi, ma questi preparati sono, a detta delle stesse case produttrici, diversi da tutti i precedenti. Il che significa che, nonostante tutte le rassicurazioni di rito, e dati i tempi ristretti, non sono stati sufficientemente testati sulla popolazione. "Ma ormai, sono state fatte milioni di dosi", dicono loro: già, ma per valutare gli effetti avversi anche a distanza di anni bisogna aspettare… anni, quindi milioni di dosi significa semplicemente milioni di cavie. Tra l'altro, i reali effetti avversi saranno misconosciuti, visto che il gruppo placebo (ad esempio, della Pfizer) non esiste più. 2) inoltre questi vaccini non impediscono l'infezione ma (si dice) ne diminuiscono la gravità; pertanto l'adozione di un pass per il vaccinato non ha senso, visto che il suo possessore può benissimo infettarsi a sua volta e diventare "untore" come un non- vaccinato. In minima percentuale? Può darsi, ma l'adozione di questo documento stabilisce un diritto (ad esempio, di lavorare) che dovrebbe essere assoluto, e non solo ipotetico. Aver approvato questo documento denota che il governo ha agito in modo arbitrario e ideologico. 3) I dati indicano che, in presenza di una patologia con percentuali così basse di letalità, la vaccinazione dai 18 anni in su è inutile e controproducente (i rischi superano di gran lunga i benefici). Per quanto riguarda la popolazione pediatrica, l'obbligo sarebbe materia da codice penale. Volerla imporre con la forza non ha alcuna ragione medica, e tutti i timori e le perplessità manifestati dai (cosiddetti) no-vax sono più che giustificati.
risposta dell'autore, data 13:35:44, 03/03/2022
L'articolo non intendeva in nessuna maniera porre la questione sull'efficacia o meno dei vaccini e sui loro potenziali rischi. Quello che è importante era capire come affrontare al meglio il dilemma tra libertà personale e interesse generale, in modo da evitare situazioni in cui le scelte sociali possano diventare totalmente irrazionali. Se vuoi il mio parere da Pro-vax, ho trovato alcune scelte da parte del governo molto sbagliate. In particolare in merito al green pass. Per quanto riguarda il vaccino il mio parere è questo: la pandemia più che un'emergenza sanitaria è stata un'emergenza per i sistemi sanitari nazionali. Ci siamo ritrovati con gli ospedali bloccati per più di un anno con conseguenze sulla salute generale non indifferenti. Per evitare di intasare gli ospedali abbiamo fatto ricorso a limitazioni molto pesanti alla libertà di movimento e fortemente limitato la libertà di commercio con conseguenze sia dal punto di vista psicologico, sia economico. Una simile situazione non poteva perdurare a lungo. Il vaccino - a fronte di rischi molto limitati (si tratta di vaccini sviluppati con tecniche tradizionali o sostanzialmente già utilizzate massicciamente negli ultimi anni) - ci ha permesso di affrontare questi ultimi mesi in una situazione di ampia libertà e senza provocare un collasso del sistema sanitario. Questo era lo scopo della vaccinazione e mi sembra sia stato raggiunto. Anche a livello di tasso di mortalità siamo andati molto meglio. I dati sono abbastanza chiari:
https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/ Sul fatto che i vaccinati possano essere agenti di infezioni è evidente ed infatti non siamo esentati dall'eseguire i tamponi se ci sono sintomi. Questo inverno la maggior parte dei positivi sono stati i vaccinati (in termini assoluti. In percentuale i non vaccinati sono stati decisamente superiori). Questo significa che il rischio non è stato sottovalutato. È chiaro che il green pass voleva essere un modo subdolo di spingere la gente a vaccinarsi. E questo per me è da stigmatizzare (lo dico chiaramente nell'articolo). Però il risultato è stato un miglioramento notevole delle nostre condizioni di vita quest'inverno rispetto all'anno precedente (per non parlare del lockdown del 2020). Sui rischi a lungo termine del vaccino non mi pronuncio, ma sono ottimista.
Recensione o commento # 2, data 15:31:25, 03/03/2022
Condivido le conclusioni del tuo articolo che prende spunto dalla teoria di Aamatya Sen, Domenico. La guerra tra sostenitori della vaccinazione e non è il segno della mancanza di fiducia non solo nel sistema della democrazia rappresentativa ma anche, a mio avviso, delle moderne società per come sono strutturate oggi. Ritengo sia una manifestazione, deteriore sia chiaro, di rifiuto della Società della Tecnica. Deteriore perché non è con la negazione dell'efficacia dei vaccini e il rifiuto di aderire alla campagna vaccinale che si pone un freno ai disvalori prodotti della Società della Tecnica: è vero anzi il contrario. Ma di questa opposizione quasi istintiva ormai la maggior parte degli opponenti non è ne è consapevole a un livello dialettico, perché mancano ormai i mezzi intellettuali per comprendere il mondo che ci circonda. Qualcosa di diverso è il green pass, una sorta di male minore rispetto all'obbligo vaccinale per tutti. Subdolo, è vero, ma forse proprio per questo più efficace. Credo che il vero vulnus alle democrazie rappresentative sia dato però dalla trasformazione dello stato di emergenza in stato di eccezione. Un piano inclinato su cui tutte le democrazie a mio avviso sono avviate da decenni. Lo so, lo so… lo stato di emergenza sarà revocato il 31 marzo e quindi i detrattori direbbero: hai visto? Si torna alla normalità. Il fatto è che questa normalità è di continuo interrotta da emergenze nuove e che a ogni nuova emergenza o presunta tale non sembra si possa rispondere se non con un allargamento dei poteri dell'esecutivo e con l'erosione di tutte le sottostanti libertà civili e sociali. Sotto la superficie il fiume carsico si ingrossa sempre di più. Sarebbe un discorso troppo lungo da affrontare in questa sede e sarei OT mancandoti di rispetto. A rileggerti
risposta dell'autore, data 19:16:11, 04/03/2022
Grazie Namio del tuo sempre acuto commento. Concordo in pieno con quanto dici. Soprattutto il discorso sul ruolo della scienza e della tecnologia all'interno dei sistemi democratici, che si è andato progressivamente deteriorando, è un tema a me molto caro. Penso soprattutto al fatto che la scienza, con la sua lotta per la libertà e, in particolare, per la libertà di pensiero e di espressione, ha anticipato e aperto la strada alle moderne democrazie liberali. Oggi, invece, il sistema della conoscenza è divenuto parte di un sistema elitario, che non ispira più le coscienze e si fatto dispotico. L'articolo originariamente era molto più lungo e complesso nelle tematiche affrontate. Forse troppo. Alla fine dopo numerose revisioni l'ho ridotto alla sola questione Sen. Voglio però condividerti qui la parte finale, da cui si evince che il tono originario era molto più duro ed esortativo. Grazie ancora! "In questi eventi è apparso palese il distacco tra le élite politiche e culturali e una parte della popolazione. L'atteggiamento tecnocratico con cui sono state affrontate molte questioni di rilevanza democratica come il welfare, la globalizzazione e la salute appaiono il segno di un'arroganza da parte dei gruppi egemonici, che hanno di fatto escluso dal dibattito buona parte della popolazione, limitandone la capacità di poter incidere realmente su delle decisioni che riguardavano la loro vita. La risposta a questo stato di cose è stata di sospetto e di sfiducia, che in alcuni casi è sfociata in un autentico scollamento dalla realtà, in cui hanno trovato spazio cospirazioni di ogni tipo. Un punto chiave, quindi, è quello di aiutare la comunità a ritrovare un senso di fiducia ragionevole nei confronti del sistema democratico, di cui la conoscenza scientifica è una parte fondamentale. E questo può essere fatto solo abbandonando l'atteggiamento tracotante di un dialogo a senso unico, in cui tutto è fatto apparire come la necessaria conseguenza di stati di fatto del mondo (mercati globali, liberalizzazioni, crisi finanziarie). Per agire liberamente è fondamentale consentire alle persone di ragionare liberamente per scegliere la propria strada nella vita, così come per tutelare e sviluppare il bene comune. In quest'ottica il recupero di una dimensione democratica vera, in cui alle persone sia lasciata effettivamente la possibilità di discutere dei problemi comuni – compreso come affrontare al meglio la pandemia di Covid-19 – non è solo finalizzato al raggiungimento di una qualche forma di compromesso accettabile, ma soprattutto al rinascere di un senso di appartenenza ad una comunità di fini, in cui la libertà sia indirizzata al conseguimento del bene comune. Siamo di fronte all'ennesimo bivio e non sappiamo quanti ancora ce ne saranno prima di arrivare ad un punto di non ritorno. La strada prospettata non è facile e neanche breve. Ma in ballo ci sono gli ideali della democrazia, che per quanto giovane e ancora imperfetta, appare ancora come la via maestra per consentire ad ogni uomo di esprimere al meglio il suo lato più positivo e morale."