Descrizione: da definire...
Incipit: E così sono qui con lei, in questa strana serata di Giugno… Ne parlavamo da tanto, da tantissimo; ep…
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Ho letto questo piccolo testo, pieno di intensità emotiva. Che riesce ad arrivarci, punto a favore.
Potrei definirlo come una bella fotografia di uno splendido momento, questo in quanto già nel testo si pensa al prossimo futuro "di solitudine". Ecco, direi che il senso di questo scritto si nasconde nel desiderio di tenersi "aggrappata" con ogni sforzo possibile a quell'attimo fuggente. Si denota anche una discreta introspezione psicologica, per esempio nei passi seguenti:
-Passiamo lunghissimi momenti in silenzio, ognuna immersa nel proprio personale stato di trance, nel proprio personale momento di estasi, nella propria personale dimensione parallela
-Il pipistrello finto che, attaccato penzoloni al mio armadio, mosso dall'aria tocca il legno di una delle ante, producendo una specie di ticchettio cadenzato…
e anche qualche bel momento poetico, che a mio parere raggiunge il clou qui:
-Mi concentro su di me, sul mio corpo. Sul mio corpo toccato dal vento. Dai piedi alla punta dei capelli, posso percepire le carezze della brezza su ogni millimetro di me…
Ora, molto umilmente mi permetto, nel solco della "Stagione del Dragone", di rivolgere qualche suggerimento all'autrice – credo autrice – da valutare per i seguenti scritti:
-puntini sospensivi, assolutamente troppi, ma troppi. Inoltre vanno spaziati dalla parola seguente;
-i numeri andrebbero scritti per esteso, questo a fini soprattutto estetici;
-eviterei di scrivere parole in maiuscolo;
-attenzione all'uso di parole che sono una vera e propria barriera nel flusso emotivo: "deficiente" lo cambierei con altro;
-consiglio sempre una rilettura attenta se non una revisione esterna, ci sono piccoli errori, sicuramente dovuti a distrazione. Uno per tutti: riesco a sentire rumori molto lontani e di pipistrelli che volano fuori dalla finestra (la mia zona ne è piena, ed è bellissimo) quasi mi assordano – manca almeno un "che"oppure un punto.
Infine, il racconto ha la potenza di una scena teatrale in cui una scenografia volutamente povera (non è una critica, anzi!) vuole dare risalto alla narrazione intima. Secondo me bisognava osare di più, renderlo ancor più profondo, con un dialogo anche solo immaginato, oppure un piccolo colpo di scena. Ma è una mia visione questa.
In conclusione, ottime potenzialità da affinare con un miglioramento stilistico - come tutti noi qui -. Posso certamente dire che ho apprezzato lo spunto, anche l'intento. La scena nel complesso. Ti affibbio il pollicione in su-.
Ibbieffe, ti sarò grato se vorrai restituirmi una tua analisi critica su un mio testo. Se poi volessi seguire il "Dragone", questo è il forum:
forum/viewtopic.php?f=5&t=6391
A rileggerti.
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Io ci vedo la pagina di un diario scritta in un momento di alterazione mentale. Mi sembra di vedere una felicità amplificata artificialmente, uno stato in cui i sensi e la sensibilità sono spinti al massimo in maniera chimica. Alla fine del racconto c'è la consapevolezza che quell'effetto lascerà il posto a sensazioni fisiche molto sgradevoli che la protagonista accetta come un prezzo da pagare per quelle splendide sensazioni che percepisce in quel luogo e in quel momento.
Mi accodo a quanto scritto da Roberto: ci sono veramente troppi puntini di sospensione e nel caso in cui la mia interpretazione corrispondesse alle intenzioni dell'autore (o autrice) suggerirei di calcare maggiormente la mano sullo stato d'alterazione mentale.
Conclusione: bene ma non benissimo.
PS. Dal momento che ho ampiamente superato il numero minimo di battute inserisco questo commento nel "gioco" lanciato da Roberto. Dunque: la stagione del dragone #1.
Questo tuo testo mi piaciuto molto. L'ho letto d'un fiato e poi l'ho riletto piano piano. Lo trovo intenso e poetico. Mi permetto di farti qualche piccolo appunto per renderlo, secondo me ancora più poetico e scorrevole.
Ci sono alcuni piccoli dettagli o parole che spezzano un pochino il ritmo, ti faccio alcuni esempi:
• "Non ci rivolgiamo praticamente la parola" togli la parola praticamente, non serve quasi mai e qui ancora meno.
• " che sia venuto fuori abbastanza deficiente" prova a trovare un sinonimo a deficiente, sono sicura che si possa trovare qualcosa che armonizzi meglio.
• " (la mia zona ne è piena, ed è bellissimo)" al lettore non serve sapere che in quella zona ce ne sono molti, questa frase toglie l'attenzione all'immagine che stai creando che invece è molto bella.
• "a 5-10 cm" non interessa al lettore sapere di preciso di quanti cm ti senti sospesa a lui basta sapere che ti senti sospesa.
• "proprio personale" hai ripetuto tre volte nella stessa frase proprio personale. Anch'io uso spesso delle ripetizioni perché mi sembra che stiano bene e rafforzino il concetto. E chi legge a volte mi dice che ci stanno altre volte no. Qui ne accetterei due ma la terza no.
• "Sono le 4 passate, vorrei che questa notte durasse ancora molto e che queste sensazioni non passassero mai". Passate e passassero, ripetizione da risolvere.
• "tra una decina di ore" idem come sopra, non è necessario quantificare in modo esatto.
• In generale attenzione ai "probabilmente", mai eccedere.
Nel finale accenni a qualcosa di problematico che potrebbe succedere. Lasciato così senza spiegazioni, mi incuriosisce parecchio e io sono una persona oltremodo curiosa.
Mi sono lasciata prendere un po' troppo la mano? Ti chiedo scusa ma il "Dragone" ormai mi ha acchiappato.
Complimenti ancora e alla prossima
Stefania
È davvero bello che tu abbia trovato questo breve post da blog intenso e poetico: mi fa un piacere immenso!
Trovo che ogni appunto che hai mosso sia sacrosanto; però in tutta sincerità non so se modificherò "Nottata": mettere mano ai post autobiografici scritti di getto ed in maniera "semi automatica" toglierebbe loro autenticità (so che chi legge non lo saprebbe e non se ne accorgerebbe; ma lo saprei io… ).
Il tuo scritto mi è piaciuto molto, l'ho trovato emotivo, descrittivo il giusto e al tempo stesso profondo.
Ho apprezzato le riflessioni della protagonista, anche se spinte da un momento poco lucido talvolta sono riflessioni che accompagnano tutti: la sensazione di essere troppo felice, che quella felicità possa spaccarti il cuore da un momento all'altro; la sensazione di non meritare quel sentimento e di dover cercare per forza un motivo per privarsene e per rovinarla.
Mi piace molto il modo in cui scrivi, non ne faccio mistero, e credo che ci sia molto potenziale in te perché hai la capacità di rappresentare autenticità, di dare essenza a quello che scrivi.
A parte i piccoli accorgimenti segnalati dagli altri ti indico la mancanza di un punto in questo passaggio: "ma adesso posso godermi tutto in 8K
Riesco a"
Un saluto e a presto!
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