
Qualcosa d'importante




Descrizione: Racconto di fantascienza inserito nella raccolta LeTreLune n° 14 - Arts - Ingegni ultraumani. Antologia scaricabile gratuitamente su: https://www.assonuoviautori.org/LTL.
Incipit: Le foglie delle piante in vaso fremevano nella brezza serale mentre l'ultima sfumatura rosa spariva a ovest. Nel cielo viola si distinguevano le prime luci. - Sai che le stelle cantano? – chiese Jana al robot che le stava a fianco.

storia breve, sintetica, che però comprende tanto.
e brava, perché sei riuscita a umanizzare un robot in maniera sottile, utilizzando l'arma dell'amore e della bontà, cosa alquanto rara.
bello il rapporto che viene a crearsi, ti faccio i complimenti anche per questo.
Penso che saranno amici per sempre.
Hai la capacità di non far mai annoiare un lettore, capacità che hanno in pochi, a prescindere dal genere letterario scelto, in questo caso la fantascienza.
Nel contempo, "costringi" il lettore pure a riflettere a menadito! La sensibilità con cui, tra l'altro, vengono descritte l'"evoluzione" dell'automa Rob, il suo "svegliarsi", nonché il motore che lo spinge a questo "svegliarsi", cioè Jana, il "qualcosa d'importante" del titolo, è davvero magistrale.
In breve, tutto ammirevole... Chi legge Ida va sempre sul sicuro!

Ma un racconto deve essere questo: provocare domande nel lettore e spiazzarlo nel renderlo incerto sulle sue successive risposte.
Chi mette giù parole, scrive. Chi le propone in questo modo...è uno scrittore.
Complimenti.
La forma è ottima, come il lessico o i tempi verbali. Ti segnalo solo un paio di errori ricorrenti: la mancanza della virgola prima del ma avversativo. E nei discorsi diretti, quando li chiudi con il segno grafico del punto,
ad esempio: "- Lasciami andare. - disse Jana sottovoce tra le lacrime." Beh, quel punto tra andare e disse è un errore. Il discorso diretto segue le stesse regole del discorso indiretto. Quindi dopo andare va una virgola, o nulla, perché prima della chiusura del discorso diretto è possibile ometterla. La virgola va invece posizionata dopo Jana. Lasciami andare, disse Jana, sottovoce tra le lacrime. Anche questo errore è ricorrente.
A presto

C'è un punto che mi ha fatto storcere un po' il naso:
"…poi ricordò che il cliente non era lei bensì suo padre".
La logica di un computer non può "dimenticare" un concetto così importante. Potresti modificare un pochino la frase e dire:
"…fortunatamente il cliente è suo padre e non lei, altrimenti…".
Per il resto, buona scrittura, storia scorrevole. Brava

Ma procedendo nella lettura, ho realizzato all'istante essere un testo sui sentimenti e sulle emozioni, scritto in un modo che ti rapisce e ti trasporta in quella stanza, a percepire tutta l'intensità del dialogo tra il robot, oramai umanizzato, e la ragazza…
Molto bello, Ida.





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