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Thu 18 April, 20:06:56
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Recensione o commento a: La piccola prostituta - (Racconto Narrativa, Breve) - di Tania Maffei:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: È un bel racconto che dà voce agli indifesi, che mostra una storia per narrare di tutte le storie di ragazze come Sonia a cui è andata pure peggio. Il tuo stile ha saputo descrivere con sicurezza sia i pensieri delicati della ragazzina sia gli ambienti terribili in cui si è trovata a vivere e le disastrose situazioni che ha dovuto affrontare.
Ma la vera protagonista di questo racconto è l’ingiustizia che devono subire gli innocenti. Sonia nasce con un padre orco e una madre che non sa difenderla, incontra uomini che potrebbero esserle nonni, padri e fratelli e che la trattano come il materasso sporco su cui si sfogano, subisce i dettami di una legge che le toglie il figlio nel momento in cui hanno più bisogno l’una dell’altro.
Certo, tutto è andato nel miglior modo possibile, ma non c’è nessun lieto fine. Chi ridarà l’anno perduto a Juri, la fiducia a Sonia e a tutte le ragazze cui era stato promesso un futuro? Chi le ridarà l’innocenza violata, l’adolescenza mancata e l’affetto mai avuto? Cosa può cancellare le cicatrici delle ferite guarite?
Di Tania Maffei: Cara Daniela, grazie per le tue giustissime osservazioni. Questo racconto mi ha fatto tribolare. Sapessi quante volte l'ho cambiato. Ma quello che dici è molto giusto e dovrò nuovamente rimetterci le mani. Comunque grazie davvero.
Di Daniela Piccoli: Bella storia molto toccante. Molto realistico lo stupro e l'iniziazione. Fa rivoltare lo stomaco e verrebbe da prendere a pugni fino allo sfinimento il padre della ragazza. Mi è piaciuto anche il finale. Finalmente dopo tanta sofferenza una storia di strada che finisce bene. Ed è bellissimo il pensiero che il bimbo sia, non il figlio di un cliente, ma il risultato multietnico del DNA di tutte le amiche che l'avevano aiutata.
Piccoli appunti per aggiustare il racconto:
1) la ragazza è vergine, quindi si presuppone che il cliente abbia pagato molto ma molto bene la possibilità di avere una donna illibata. Perchè la maitresse dà un limite di tempo di mezz'ora all'uomo? Tanto più che dopo lei non ha più altri clienti.
2) Si capisce che la ragazza fa la prostituta, ma porta i soldi a suo padre o è stata venduta ad una organizzazione del genere? E come riesce a nascondere la sua gravidanza? Se dici che è magrissima la pancia si dovrebbe vedere. E' rarissimo che non si veda una pancia arrivata all'ottavo mese. E poi come fa per partorire, scappa di casada suo padre o dal protettore? E come riesce a rimettersi subito a "lavoro" dopo i punti e l'emorragia?
3) E' troppo netto lo stacco (lo ha detto anche un'altra commentatrice) tra la sua situazione disperata, in cui le tolgono anche il figlio, a quella di madre e moglie serena all'età di 30 anni.
Complimenti perchè è un bel racconto.
Di Stefano di Stasio: Coppia di modalità di narrazione abilmente intercalate dall�autrice. Da una parte una inequivocabile, realistica e spietata descrizione di suoni, ambienti, odori e cronache del mondo putrido e rivoltante della prostituzione al quale viene avviata la protagonista proprio da parte di chi, il padre, dovrebbe tutelarne i diritti. Dall�altro l�alternarsi nella narrazione di sprazzi di ricordi d�infanzia e sensazioni di violenza subita durante l�amplesso dei clienti di turno, una �fuga per sopravvivere� da parte della piccola Sonia, in uno schema narrativo sobrio e elegante che ha l�effetto per il lettore davvero di una doccia scozzese. Ricco il caleidoscopio di nazionalità delle prostitute con le quali Sonia si trova, suo malgrado, a convivere e che diventano una comunità solidale di mutuo soccorso quando lei scopre di aspettare un bambino. Crudo ma efficace è anche il colpo di scena dell�arresto di Tatiana e dell�affidamento di Juri ai servizi sociali che mostra come sappia essere spietata la legge specialmente con le minoranze etniche e i deboli della nostra società. Nella descrizione della disperazione di Sonia e del suo senso di impotenza appare un personaggio chiave, la Dott.ssa Brandi che riuscirà piano piano a indicare una via d�uscita alla protagonista. Il finale in cui Sonia trova la sua collocazione lavorativa e in cui si dice della protagonista �...Pensa invece che, forse, il bambino ha preso qualcosa da ognuna delle donne che l'hanno aiutata e perciò appartiene un po' a tutte le razze...� è veramente un inno genuino alla sacrosanta etica dell�integrazione razziale.
Di Pia: il tema è attualissimo, tocchi una piaga dilagante, ragazze che arrivano in Italia per sfuggire a una vita di miserie e si ritrovano a vivere in un incubo, e più sono giovani tanto più sono ricercate. Credo che voglia essere un messaggio di speranza, certamente c'è solidarietà tra le prostitute, c'è sempre tra le persone che soffrono, ma il lieto fine è raro e sempre molto difficile e travagliato. Belli i flashback della sua infanzia che in quei momenti diventano un'ancora di salvezza. Ti segnalo una frase in cui le virgolette sono un po' scombinate: «Vedrai ce la faremo, ripeteva sempre a Sonia, «io so come uscire da quest'incubo e quel giorno tu sarai con me le ripeteva sempre Sonia».
Di Angela Di Salvo: Un racconto dal tema molto attuale che denuncia una storia di abusi e di degrado finchè la nascita di un bambino, con tutte le conseguenze che essa comporta, offrirà a Sonia la possibilità di gettarsi la dolorosa esperienza alle spalle e ricominciare una nuova vita, dedicandosi al sostegno di altre vittime della prostituzione forzata. L'aspetto formale è ben curato e lineare, privo di imperfezioni. Però si passa troppo rapidamente dall'atmosfera da incubo della prima parte alla serena esistenza della protagonista in compagnia dei suoi figli nella seconda parte. La brevità del racconto non permette un passaggio meno brusco e nuoce all'impressione finale lasciata al lettore.Ma questo non toglie affatto il piacere della lettura e della riflessione.
Di Giuseppe Novellino: Ha tutta l'aria di una storia vera. Ben raccontata, con alcune chicche espressive come quella di alternare le immagini dello stupro con quelle dei giochi infantili. La piccola prostituta viene descritta in modo molto realistico e, direi, partecipativo, sia nei suoi caratteri fisici, sia nelle trepidazioni e nei sentimenti. Il lieto fine, nello stile dell'epilogo, non mi sembra il passaggio più felice. Io avrei solo lasciato intravvedere un barlume di speranza, la possibilità di uscire egregiamente dal tunnel. Comunque un bel racconto, di grande attualità...e di denuncia.






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