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Thu 28 March, 23:45:15
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Recensione o commento a: Correre! - (Racconto Horror, Breve) - di Massimo Baglione:

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Le altre recensioni o commenti
Di Massimo Baglione: Grazie, Ida. Lieto che ti sia piaciuto
Di Ida Dainese: Anch'io ho avuto lo stesso pensiero di Paolo: ma cosa ha mangiato la sera prima? Qui si spaventa il lettore, già con quel titolo allarmante e poi con le vicende del protagonista, con quella corsa continua che toglie il fiato anche a chi legge. In ogni caso, resta il tempo per pensare: chi sono questi, perché sono qui, quanto durerò ancora? Una serie di questioni che mantengono l'ansia appena la paura va in pausa. Un mondo terribile, all'esterno perché inseguiti come prede, e all'interno dove ci si deve sempre misurare con l'altro. Sotto un certo punto di vista è l'aspetto-incubo della vita reale.
Ben scritto, terrorizzante e perfettamente accompagnato dal disegno di Paolo: tratto deciso e sicuro, capace di rendere nelle figure dell'uomo e del mostro artigliato l'angoscia, l'affanno, l'indifferenza spietata e la forza brutale.
Di Massimo Baglione: FT Leo, ho ritenuto di spostare la discussione sui generi letterari qui:
forum/viewtopic.php?f=121&t=5141
Così sarà utile anche in futuro
Grazie per l'interazione!
Di F. T. Leo: Sicuramente, Massimo, sul fatto di dare una connotazione, anche se generica, di un ordito che sorregga una trama, posso assolutamente essere d'accordo con te.
Il problema potrebbe sorgere, però, laddove un solo racconto contenga una commistione di generi.
In tal caso, come si fa a catalogarlo? Gli si dà una connotazione sempre generica?...
Tra l'altro, ho notato che fra le tendine dell'Associazione, per la scelta dei generi, manca il genere distopico, da me molto apprezzato. Lo si fa rientrare nella fantascienza?...
Scusami, si tratterà di minuzie, ma mi faceva molto piacere discuterne.
Di Massimo Baglione: Accipicchia, FT, che super commento!
Il genere letterario è fine a sé stesso, per i puristi della lettura, ma penso sia comunque indispensabile dare una connotazione, seppur generica, di un ordito che sorregge una trama.
Di F. T. Leo: Ho letto questo racconto (ben scritto, ovviamente, con la solita pignoleria linguistica e stilistica dell'autore) senza aver visionato gli altri commenti. Non volevo essere influenzato. Fondamentalmente, io sarei contro ogni genere. Mi è sempre difficile inquadrare un racconto in un genere, che sia mio o di altri. Guardo sempre il contenuto di un'opera, quello che mi trasmette, il messaggio o i messaggi che l'autore mi vuole dare (come lettore) e che si spera di riuscire a cogliere tutto o tutti.
Questo racconto potrebbe benissimo essere di un genere qualunque o, anche, di nessun genere. D'altronde, poi, è davvero veramente importante catalogare un racconto? Io ritengo di no, forse sbagliando, chissà, ma tant'è. La fantascienza, l'horror, lo splatter, il giallo o anche altro possono ben essere soltanto un espediente per dire qualcosa di più ampio.
Magari l'autore, in questo racconto, ha semplicemente voluto "metaforizzare" la vita moderna: il "correre!". Noi, vittime di un ingranaggio insostenibile, corriamo solo, non abbiamo il tempo di fermarci un momento, di goderci alcunché... Eppure ci possono essere tante altre letture. Credo anche, per esempio, che l'autore abbia voluto porre l'attenzione sulla caoticità, sull'assurdità, in alcuni momenti, di questo mondo. Oltre alla costruzione della storia, anche alcune frasi pronunciate dal protagonista me lo fanno pensare: "...Non so se in tutto il resto del mondo le cose vadano come qui da noi, probabilmente riescono anche ad andare peggio..." oppure "...Prima ero un tipo silenzioso e riservato, ora invece mi sono ridotto a parlare da solo ad alta voce. Tecnicamente potrei tranquillamente affermare di essere impazzito; ma chi se ne frega, no?..." o ancora "...Solo alle donne e ai bambini è risparmiato questo esame, per motivi che pare siano ancora ovvi in questo pazzo mondo..."... Ma, come dicevo sopra, le letture possono essere innumere... Si tratta, secondo me, lo ripeto, di tutti espedienti più o meno criptici che utilizza l'autore, di mezzi per lanciare il suo messaggio o i suoi messaggi... I "mostri" e i "guardiani", per esempio, possono essere la metafora di tante cose... Così come l'autore ti porta anche ad un'altra riflessione: "Ma di chi si deve avere più paura, in fin dei conti, dei mostri (bestie intelligenti, sufficientemente intelligenti) o delle guardie (esseri umani), con quelle loro assurde prove di forza?". E se era questo il vero messaggio che voleva lanciare l'autore?...
Complimenti, Massimo. Sei riuscito a far porre a un semplice lettore tante domande...
Di Massimo Baglione: Grazie, Massimo!
Alien è uno dei miei film preferiti, comunque confermo l'ignota origine dei mostri.
Di Massimo Tivoli: Racconto che fa immediatamente immedesimare il lettore nella situazione del protagonista. Secondo me, la classificazione horror ci sta, magari un horror psicologico nel senso che il lettore, nell'immedesimarsi, può avvertire l'angoscia, l'ansia, il panico di quella situazione. Insomma, fino alla fine, il racconto non dà respiro al lettore. Direi che non c'è effetto migliore per un racconto che s'intitola "Correre!". Del resto, non che ci sia un nesso, ma film come Alien sono in genere classificati come: azione, fantascienza, horror. Alien è senza dubbio ambientato in uno scenario fantascientifico, ma da spettatore ne percepisco più l'orrore. L'autore, qui, non dice quale è la natura/provenienza dei mostri e, dopo tutto, non serve al lettore per percepire il terrore o il panico della situazione in cui si trova il protagonista. Poi, come altri racconti dell'autore, il racconto serba un messaggio che è una caratterizzazione della vita: tutti, chi più chi meno, corriamo. Corriamo per affermarci nella nostra sfera professionale, corriamo per sfuggire o controbattere le avversità quotidiane, per risolvere problemi, dai più banali ai più seri. Ogni tanto, ci è concesso di riposarci nella nostra fortezza. Ma ce lo siamo sudato, ce lo siamo dovuto guadagnare. Tanto, è un attimo, poi si rinizia, a giro, tocca a tutti prima o poi rimettersi a correre. Insomma, la vita. Forse in molti abbiamo sognato una situazione analoga al sogno di Massimo, ma magari al risveglio non ce lo siamo ricordati o, forse, abbiamo preferito rinchiudere l'incubo e buttare via la chiave. Bè sì, per me, bel racconto horror. Very Happy
Di Massimo Baglione: Esatto Sphinx, e quel qualcuno non è detto che sia terrestre ehehe
Grazie Giuseppe!
Di Sphinx: Lo leggo solo adesso.
In effetti del sogno ha proprio il fatto che ti fa trovare immediatamente in una situazione inaspettata. Il genere a cui appartiene, secondo me, è quello fanta-apocalittico. Chi può dire poi da dove sono venuti questi esseri? Un abbozzo di idea c'è nella frase "Nessuno sa da dove siano venuti, ma se qualcuno lo sa ne è probabilmente il responsabile", che sembra indicare l'origine umana dei mostri. Ma alla fine si tratta di un sogno, quindi chi può dirlo? Wink
Di Giuseppe Novellino: Bel racconto fantahorror, letto su Terre di Confine! Si presterebbe per un corto fantascientifico, dove i mostri inseguitori potrebbero (e non solo per necessità di budget)palesarsi attraverso l'angoscia con cui la potenziale preda corre disperata. Come ogni racconto breve, presenta una situazione che si delinea perfettamente e si completa nelle rivelazioni finali. C'è angoscia e paura, anche per l'ambiente ridotto a fortezze, oltre le quali vagano esseri mostruosi (probabilmente venuti dallo spazio)e poveracci che non hanno saputo fare il loro dovere o che sono esclusi dalla comunità. Il racconto è scritto molto bene, sia per quanto riguarda la struttura, sia per quanto concerne il linguaggio.
Di Massimo Baglione: Grazie mille Paolo
Non ricordo cosa avevo mangiato quella sera, ma di sogni del genere ne faccio continuamente. Il difficile è riuscire a ricordarsi di svegliarsi per scriverli.
Di Paolo Maccallini: Correre! Ci si ritrova immediatamente in un incubo: il pianeta sembra dominato da una nuova specie di famelici predatori e gli esseri umani non possono che correre, scappare come topi. La città, ambiente da cui gli uomini hanno scacciato le insidie delle natura, da millenni, in questo incubo non è più un luogo sicuro.

Massimo ha attinto a una paura atavica, quella dell'ominide della savana, animale fra gli animali, anello della catena alimentare, preda abituale dei grossi felini. La storia raccontata qui è infatti una storia vera: un tempo eravamo prede e spesso dovevamo nasconderci come topi.

Trovo che il racconto sia scritto bene, con "mestiere". Mi sono calato nell'incubo senza scampo e ho pensato che a volte la vita è proprio così: il mostro che ti divora può essere una routine che intrappola oppure una malattia o altro; o ancora la paura, indefinita, il senso di vuoto. Il mostro che ci insegue possiamo essere noi stessi, con le nostre insicurezze, con le paure che ci divorano.

Però il protagonista è tenace, vuole sopravvivere comunque, persino in uno scenario così desolante: inseguito dalle belve è diventato una belva lui stesso, cinico e crudele con i suoi stessi simili. Quante persone, in condizioni estreme, diventano così. � l'abrutimento di chi lotta per sopravvivere.

Il finale sconcerta: la guardia mutilata sarà data in pasto ai mostri? Anche nel rifugio non si è al sicuro: una volta sfuggiti alle fauci dei mostri, ci si deve guardare dagli altri esseri umani.

Ora vediamo cosa si può dedurre sulla psicologia dell'autore: si potrebbe pensare che abbia perso le sue sicu� Probabilmente la verità è semplicemente che quella sera aveva mangiato qualcosa di indigesto.
Di Massimo Baglione: ...e chi l'ha detto che sono alieni (intesi come "extraterrestri" )? L'avrei classificato "Fantascienza" altrimenti
Alfonso, mi farebbe piacere se mi segnalassi le ripetizioni.

"ma non genera il Patos necessario per configurarlo come Horror."

Concordo. E' il mio primo esperimento nell'horror, ma temo sia un genere fuori portata. Preferisco la fantascienza in effetti ehehe

x Dino: in effetti questo è stato un mio incubo che ho trascritto subito.

Grazie a tutti per i commenti.
Di AlfonsoMormile: La trama di per se è abbastanza abusata (invasione aliena, di mostri, la fuga, la difesa). Un pizzico di diverso riguarda la lotta tra gli umani per stabilire chi sia il più forte. Qualche ripetizione nel testo, qualche vocabolo che stona (tipo "spaccarsi" il fiato).
E' scritto bene, ma non genera il Patos necessario per configurarlo come Horror.

Di Arianna: Questo racconto mi ha fatto pensare molto. Ci sono diversi modi per affrontare i nemici. Un'immagine che mi è venuta in mente, è quella del serpente. A me piacciono tantissimo i serpenti; li trovo eleganti e sensuali, ma non ne ho mai visto uno vicino alle mie gambe. A mia madre era accaduto, molti anni fa, di imbattersi in una vipera. Mi ha detto che bisogna stare fermi e se ne va. � un discorso simile al messaggio che l'indifferenza è la miglior arma. Come dice anche un famoso proverbio orientale: siediti lungo la riva e osserva�
Di Dino: Più che un racconto horror, mi è sembrata la descrizione di un incubo notturno, un brutto sogno che, appena svegli, ci lascia disorientati e sconvolti. Non che sia molto lontano dall realtà perché, a pensarci bene, la vita è una lotta continua dove bisogna mangiare per non essere mangiati. Non c'è scampo.
Di Pia: no, non è horror secondo me, forse un pò fantascienza, comunque mi ha ricordato questo detto africano:
Ogni mattina, in Africa, si svegliano un leone ed una gazzella.
Il leone sa che deve correre più veloce della gazzella, altrimenti morirà di fame.
La gazzella sa che deve correre più veloce del leone, altrimenti sarà mangiata.
Che tu sia leone o gazzella, appena sveglio, comincia a correre!
una lotta continua, sempre di più...
Di Massimo Baglione: Il mio primo esperimento con l'horror. Ma... è horror?
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