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Recensione o commento a: …e poi la chiamano estate - (Racconto Dialettale, Breve) - di Nadia72:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ilsitodiemily: Colpiscono, in modo particolare, alcuni tratti del protagonista che, mentre cerca un bar in pieno agosto, parla (o meglio dire borbotta) tra sé e sé. Una Roma "caliente" e desolata, raccontata attraverso battute, pensieri e solitudini. Tra l'altro, non è facile scrivere in dialetto romanesco un intero racconto.
Di Ida Dainese: “Nasoni”: La città di Roma in estate vista da una fontanella che assiste silenziosa alla vita che le scorre intorno. Ricordi di anni passati, dettagli del presente e vite sempre uguali nel tempo: chi ama, chi soffre, chi gioca e si diverte, chi affronta duri colpi come meglio può. Giorni e notti scorrono come le stagioni e gli anni, come quell’acqua che continua a sgorgare. Hanno messo anche un pulsante per non sprecarla. La fontana osserva tutto con l’indulgenza e la nostalgia di chi ha vissuto una lunga vita ma ancora si commuove per la bellezza della luna che splende sulla città amata.
Di Ida Dainese: “… e poi la chiamano estate”: Un nonno simpatico e ribelle che nasconde il suo dolore dietro l’ironia. Giustamente stufo di essere trattato come utile risorsa temporanea e parcheggiato in tutta sicurezza quando le sue abilità non sono necessarie, vive le difficoltà di una vita che col passar del tempo è sempre più spietata e gli regala acciacchi, comodità tecnologiche mai volute e solitudine. Nonostante il tono allegro e vivace della parlata dialettale il protagonista non riesce a nascondere il dolore della perdita di una moglie avuta accanto per una vita, la tristezza dell’abbandono da parte di una famiglia che non lo ama e a cui non manca, il vuoto di una città che va in vacanza e gli chiude le porte in faccia.
Di Arcangelo Galante: Due piccoli racconti in vernacolo, ben scritti, con una stesura lineare ed efficace. Un testo che rappresenta la brevità di una stagione che non dura mai, più di quanto ci si possa attendere e che, talvolta, lascia sorprese infelici, causando disagi a coloro che non sempre hanno la possibilità di fronteggiarla con i mezzi adeguati. Incisiva la chiusa, con quel ricordo che sembra voler dare un arrivederci all'estate successiva, mentre ci si gode, quella attuale. Mentre, nel secondo, c'è la visione della protagonista che, per la vita particolare che conduce, vede Roma sotto una luce, accennando a dover sopportare il caldo e pensando alla cugina che, vivendo a Cinecittà, vede la metropoli, come i suoi occhi. Piaciuti entrambi gli scorci della vita romana dei protagonisti. Brava, Nadia!
Di Nadia72: Grazie Arditoeufemismo? essere "lontanamente" paragonata a un'opera dei GRANDI che hai citato mi fa sentire nella forza che posso ancora imparare tanto!!!!
Di Nadia72: Grazie Cosimo, solo cosa intendi per refusi?! Nella mia ignoranza in merito mi sono documentata, ma non li ho notati nel testo che ho proposto. Dammi esempi all'interno del testo cosicché io possa capire meglio.
Di Arditoeufemismo: Sei stata brava a cogliere la peculiarità dello spirito romano che non si perde neppure in vecchiaia. I romani sono bonari (come bonarie sono gli improperi che il padre lancia nei confronti del figlio) ma non sono certo fessi.
Il ferragosto de noantri è sempre stato un tema affascinante da trattare (vedi "Caro Diario" di Nanni Moretti o "Quelle strane occasioni" con Albertone e la Sandrelli)ma ahimè, da qualche anno Roma è piena pure quel giorno. Brava comunque, simpatico biglietto da visita.
Di Cosimo Vitiello: Molto bella questa storia mi ha fatto ridere e pensare allo stesso tempo. Ho apprezzato molto il contrasto crudo tra la realtà di questo anziano signore e il modo schietto e divertente dei suoi pensieri.
Ti posso solo consigliare di rileggere con più calma, per eliminare dei refusi sparsi. L'uso di paragrafi e qualche rientro ne migliorerebbe la lettura.
Di Nadia72: Grazie Gabriel, c'è da dire che difficilmente penso all'argomento da trattare? in genere "vomito" quello che sento in quel momento? quello che vedo? e sono dispiaciuta solamente per il mio non saper scrivere in romanesco!!!Sad
Di Gabriel68: Ciao Nadia,
gradevolissimo il tuo scritto. Un dialetto molto leggibile e comprensibile. Il tema forse è stato fin troppo trattato? ma la tua opera merita.
Un saluto
Gabriel







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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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