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Wed 24 April, 17:17:53
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Recensione o commento a: Un matrimonio imperfetto - (Racconto Narrativa, Breve) - di Lorenzo Pompeo:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Può, un semplice libro, modificare la visione della realtà, sino a sconvolgere la coscienza di chi lo ha acquistato? Ebbene, si, giacché, al protagonista, accade in modo naturale, spontaneo, semplice, traendo da quell’esperienza di lettura, l’occasione per un cambiamento, pure se temporaneo, dell’osservazione dei fatti e delle emozioni interiori. Oltre all’inventiva dell’autore, che dimostra grande originalità, nel dipanare l’intera vicenda, vi è interesse psicologico nell’interpretare l’umano stato dell’uomo sposato, che ho letto. La pubblicazione si presenta scorrevole, armonica, leggibile, ben scritta, riuscendo a coinvolgere l'attenzione tutta del lettore, attraverso un accattivante crescendo, sino a giungere all'epilogo, impostato dall’autore per suscitare un certo sgomento. Purtroppo, l'ansia della condizione di marito scontento ed infelice, sottomesso ad una opprimente moglie, deducibile dall’immagine rappresentata dal dito enorme che incombe sulla sua "testolina", come evidente simbolo, scema di colpo nella riflessione conclusiva che ha dato origine al titolo: Un matrimonio imperfetto. E tale unione amorosa, appare come un'istituzione usuale e diffusa nella società, che ha le sembianze di un diffuso male comune, al quale, forse, nessuno o pochissimi, possono sottrarsi, ma nel caso inverso, solamente rassegnarsi, accettandone “l’indolore” circostanza di vita, che li spinge a conviverci. Sinceramente, piaciuto molto il brano, volentieri letto. Un cordiale saluto, Lorenzo.
Di Ida Dainese: Bel racconto su una realtà che decide di farsi visibile uscendo dall’indifferenza in cui il protagonista la confina. Il libro, che corrisponde così bene i sentimenti dell’uomo, è all’inizio una specie di porta verso un mondo in cui rifugiarsi tranquillo (bello il passaggio sulla scrittura già citato da Angelo), ma si rivela a tradimento un mezzo tramite il quale la realtà colpisce, mostrando la piccolezza dell’uomo (il sosia) di fronte alla moglie (il dito). Il fatto che il protagonista non si scomponga più di tanto e che accetti una situazione così surreale significa che è già arrivato allo stadio di rassegnazione, in cui dà tutto per scontato, convinto di meritarsi la mediocrità raggiunta.
Di Amos2011 Angelo Manarola: Non farò una recensione sul, senz'altro bello, racconto. C'è un passaggio che mi ha colpito e che suppongo colpisca tutti, forse, senza neanche rendersene conto:

"Lo annusai, come facevo sempre con i libri nuovi. L'olfatto è sempre stato il primo dei cinque sensi a entrare lì dentro. Lo sfogliai velocemente, per tirare fuori dalle sue viscere di carta la sua essenza, l'aroma fresco e intonso che proveniva da quella foresta di caratteri dove nessuno aveva mai messo piede, quel groviglio spinoso di sagome nere chiamate lettere. Mi inebriavo in quell'odore, pregustando il piacere della vista con quello dell'odorato."
Bravo, complimenti e.....complimenti, bravo
Di Pia: qualcosa in quel libro ha fatto scattare un meccanismo di "presa di coscienza". Le bellissime illustrazioni, nonchè la bellezza intrinseca di un libro, hanno rimarcato una netta differenza: la meraviglia della natura e la piccolezza dell'uomo in qualche modo assoggettato alle leggi umane (come può essere un matrimonio) e sovrastato da un dito. Non a caso l'altro se stesso è piccolo la metà, il protagonista diventa piccolo piccolo mentre il dito è diventato gigantesco, tanto da poter schiacciare. Tutto questo è emblematico e non mi meraviglierei se quell'uomo, già schiacciato dalla quotidianetà del lavoro, aprisse la porta e se ne andasse a vivere in un bosco, sarebbe il giusto atto liberatorio.
Di Angela Di Salvo: Uno strano libro sui funghi consegnato da un libraio che inspiegabilmente scompare, la delizia della lettura e della visione delle illustrazioni, poi la comparsa di un "alterego" in versione ridotta e infine il gigantesco dito di una moglie divenuta ormai odiosa e insopportabile. Difficile scoprire il filo rosso che lega tutte queste cose insieme, come pure comprendere a fondo le percezioni complesse e differenziate del protagonista che si porta a casa un semplice libro di funghi per poi prendere coscienza dell'unico vero irrimediabile problema della sua vita: "un matrimonio imperfetto". Il testo si presenta ben scritto e strutturato con una certa organicità, riuscendo a catturare l'attenzione del lettore attraverso un "sapiente crescendo" fino all'epilogo che suscita un certo sconcerto. Ma l'ansia della condizione di marito infelice sottomesso a una moglie che lo opprime ( e il dito enorme che incombe sulla sua "testolina" ne è un evidente simbolo) scema di colpo nella riflessione finale che riconosce il "matrimonio imperfetto" come un'istituzione usuale e diffusa nella società.
Un "mal comune" a cui non si sottrae quasi nessuno e che, se proprio non suscita "mezzo gaudio", almeno consente una necessaria e "indolore" rassegnazione.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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