Di Ida Dainese: Ci sono buone cose in questo racconto, come l’entusiasmo di vivere la vita al di là dell’orario di scuola, la vivacità dell’età infantile-adolescente, la purezza dei sentimenti senza sfumature tipica dei ragazzi: odio la maestra, amo la ragazzina, odio la scuola, amo i racconti. C’è perfino un po’ di saggezza che fa stimare quella maestra col passare del tempo. Il modo di raccontare invece non va ancora bene, quando si presenta qualcosa agli altri per la lettura bisogna averne cura. Qui la punteggiatura è assente, certe frasi sono da riscrivere, ci sono parecchi refusi, insomma tutte cose che distraggono gli occhi e la mente di chi ti legge.

Di Amos2011 Angelo Manarola: Buon spaccato di vita personale. Raccontare e raccontarsi da soddisfazione anche se, nel tuo caso, mi permetto qualche critica; alcune frasi sono scritte pari pari al linguaggio parlato e non scorrono bene. Altre sarebbero dovute essere, sempre secondo me, rilette e ricostruite meglio. Dopo il punto si deve sempre iniziare la nuova frase con la maiuscola.
Ho letto altri tuoi lavori, tutti interessanti, ma denoto (non ti offendere) una certa impazienza nel postare un racconto che, invece, andrebbe rivisto, limato ed esaminato meglio.

Di Isabella Galeotti: Frammento di vita.
LA scuola dovrebbe essere una parte inportante nella nostra vita.
� quella che ti dà le prime regole, e sarebbe meglio rispettarle, ma come sempre accade, chi le detta viene odiato, viene considerato un rompiscatole.
Questa maestra è una di quelle che al giorno d'oggi se ne trovano poche.
I bambini ora sono sfrontati e se vengono ripresi dall'insegnate immediatamente il genitore li protegge facendo loro del male.
I miei ricordi sono sfuocati, ma rammento che anch'io avevo un insegnante
integerrima. Infatti come te allora la odiavo pensavo che ero stata sfortunata ad avere una maestra severe come lei, poi, dopo alle medie già cambiai parere su di lei. Senza regole non si va da nessuna parte.
Scritto con semplicità,e spensieratezza, sei riuscito a farci capire
la tua esperienza, anzi la tua prima esperinza di vita nella società

Di Marino Maiorino: Dallo username scelto (Scrittore 97), non possiamo non immaginare che l'autore di questo racconto sia un ragazzo. Cosa potrà avere da dire? E soprattutto, viste le polemiche che infuriano in altri ambienti, come si esprimono davvero i ragazzi oggi?
"Una maestra severa" è un bel racconto, genuinamente autobiografico, di un ragazzo che ripensa alla propria esperienza con la scuola per scoprire il senso di responsabilità col quale la sua maestra delle elementari ha cresciuto i suoi pupilli.
Tutti vorremmo aver avuto maestri perfetti: capaci di infondere la conoscenza come San Francesco parlava agli animaletti del bosco (no, quella era Biancaneve!) e che non sono mai ricorsi ad una tirata d'orecchie, ma anche i maestri sono esseri umani, e con la maturità giunge anche la consapevolezza che un bene maggiore spesso viene grazie ad una pena momentanea.
Questo è il nocciolo del racconto: la scoperta, la consapevolezza di questa lezione di vita, ed è bello il racconto nell'esprimere questa lezione dal punto di vista di un ragazzo.
Per altri versi, l'incertezza dello stile di Scrittore 97 sono chiaramente lì: il suo passare di palo in frasca (la storia della ragazzina che, quasi per caso, pur continuando a ricordargli di studiare, aggiunge un filo romantico al racconto), la sua punteggiatura assolutamente catastrofica, i periodi a volte di difficile decifratura, l'uso spropositato di vocaboli che non ti aspetteresti mai nello scritto di un 15enne (eppure, sono giusti).
Personalmente ritengo che, con tanta dedizione e sforzo, Scrittore97 potrà ben fare e potrà regalarci momenti come questo racconto, freschi e spontanei. In fondo, sappiamo bene che la parte più difficile dello scrivere non è curare l'ortografia, ma avere il coraggio di aprire al mondo il proprio interiore.
Auspico che anche altri Bravi Autori vorranno recensire questo piacevole testo.