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Recensione o commento a: Blade Runner (The Baglionès cut) - (Racconto Fantascienza, Breve) - di Massimo Baglione:

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Le altre recensioni o commenti
Di Vihio: Temo che riguardo alla mia levatura tu mi sopravvaluti.;–)
Di Massimo Baglione: Ci macherebbe, è sempre interessante e costruttivo dibattere con persone della vostra levatura. Io, almeno, son qui anche per questo. Il sito stesso è qui per questo.
Di Vihio: Il dibattito si è complicato, non voglio appesantirlo oltre. Dunque questa mia aggiunta riguarda solo l'evoluzione darwiniana: e sono d'accordo con Namio Intile, non è una questione di valore, il "migliore" può essere "peggiore" dal punto di vista umano, la sua qualità è unicamente di essere più adatto all'ambiente nel momento in cui lo abita. Per il resto, il fatto che gli umani intendano difendersi da altri esseri che secondo loro possano minacciarne l'esistenza, anche fa parte dell'evoluzione e poco conta se tale timore sia giustificato o meno; allora, il potere costituito fa sempre tutto il possibile per eliminare chi ne intralci l'esistenza, dunque, molto probabilmente cercherà di imporre dei limiti pesanti alle sue creazioni minacciose, a meno che lo eviti per usarle ad esempio in campo militare. Ho trattato la questione in tanti racconti, penso non sia il caso di annoiare oltre con le mie opinioni e ora mi taccio .
Di Massimo Baglione: Io però non ho capito cosa c'entrino le Tre leggi con il testo che ho scritto io. In questo particolare testo, dico, non nel mondo asimoviano in generale.
Però, a parte questo, grazie per l'ottima interazione
Di Namio Intile: Darwin scrive di sopravvivenza del più adatto. Il più adatto può essere il più stupido e il meno forte, per questo mi è venuto in mente Forrest Gump. Mentre tu dai per scontato che le variazioni vantaggiose siano dei miglioramenti. Invece possono benissimo essere dei peggioramenti, basta che servano alla sopravvivenza. Se la stupidità e la cattiveria servono meglio la sopravvivenza della specie di intelligenza e bontà, saranno gli stupidi cattivi a prosperare e non il contrario.
Rispetto agli altri animali gli uomini non hanno forza, non hanno mezzi per offendere o difendersi, non sono veloci, non hanno sensi sviluppati, non hanno capacità di proteggersi dal caldo o dal freddo. Sono inermi nudi nel mondo naturale. I cuccioli di uomo non sono autonomi per lunghi anni in cui necessitano di cure e attenzioni particolari. L'uomo ha accumulato una serie infinita di svantaggi evolutivi per poter sviluppare un solo vantaggio: il pensiero razionale e astratto.
Quanto ai cicli di Asimov e al Blade Runner di Dick. Il mio intervento sottolineava soltanto l'impossibilità di fondere i due universi, la loro impermeabilità reciproca. Perché se Rachel non è sottoposta alle tre leggi, non può esserlo neanche Daneel. Ma se Daneel non è sottoposto alle tre leggi l'intero suo universo svanisce. Infatti deve inventarsi una legge zero per poter operare con più libertà anche nel suo di universo.
Nel primo libro del ciclo dei robot perché Bailey viene invitato su Aurora? Per indagare su di un fatto impossibile, come poi dimostrerà lui stesso. Impossibile perché non permesso dalle tre leggi.
Ma possibilissimo per i Nexus che non devono sottostare ad esse e infatti relegati fuori dalla Terra.
Quindi a mio avviso i due universi non sono amalgamabili, pure se la legge zero di Daneel lo consentirebbe. Ma solo a lui.
E tu mi risponderai, e infatti solo lui c'era.
Di Massimo Baglione: Forse è più corretto dire che in Natura sono più frequenti le mutazioni fallimentari ma che solo quelle che offrono un vantaggio e che fanno compiere un passo in avanti alla specie che la subisce vengono trasmesse. Per me, forza (intesa in senso generale, anche come resistenza ecc) e intelligenza sono senza dubbio frutto di mutazioni casuali vantaggiose, altrimenti saremmo rimasti a livello di scimmiette dispettose.
Per rispondere alla tua domanda: perché pensi che la Rachel del mio esperimento narrativo debba sottostare alle tre leggi della robotica? Non viene da quel mondo, e non è un robot. Ovviamente ho dovuto prendermi una licenza poetica per unire BladeRunner a Daneel (vedi note finali).
Di Visitatore: Darwin parla di sopravvivenza del più adatto, non del più forte o del più intelligente. In natura sono più frequenti le retrogressioni che le progressioni.
E a proposito mi viene in mente Forrest Gump: "scemo è chi lo scemo fa."
Ho letto il tuo brano, Massimo, ma ho un dubbio: come colleghi le tre leggi della robotica, più la zero di Olivaw, di Asimov, con i lavori in pelle adoperati in guerra di Dick?
La filosofia che regge i due universi è totalmente divergente. In Asimov i robot sono tali e non possono fare a meno di esserlo. La loro necessità di non violare le tre leggi diventa alla fine teleologica.
In Dick essi sono indistinguibili dagli umani fino a sentirsi tali, a non cogliere differenze, e non sono tenuti a seguire regole stringenti dal punto di vista del funzionamento quanto impalpabili e non vincolanti norme etiche e morali, né più né meno come gli umani.
L'unico punto di contatto tra i due universi mi sembra la necessità di nascondere la loro reale essenza. Sia Daneel che i Nexus fingono di essere umani per poter conservare la loro specificità non umana.
Che è quello che poi un po' fa ciascuno di noi ogni giorno, se ci pensi bene. Fingiamo di conformarci per mantenere la nostra individualità, la nostra difformità, adottiamo una maschera che non permetta di distinguerci dagli altri per rimanere noi stessi.
Ma spesso a furia di fingere...
Di Massimo Baglione: Concordo, tuttavia dobbiamo anche considerare che potrebbe darsi che il nostro controllo potrebbe non essere sufficiente. Alla fine, l'Intelligenza migliore prevarrà sulla precedente, esattamente come è sempre stato e sempre sarà. Tra l'altro, non ci vedo neppure nulla di male in ciò
Di Vihio: Io non facevo un discorso etico: sia giusto o meno lasciare "libera" una specie che ci fosse in qualsiasi modo superiore, dubito che se venisse alla luce (per una mutazione umana, costruita, clonata, eccetera, è indifferente) le si permetterebbe di prosperare. Le tre leggi della robotica di Asimov vanno in quella direzione e così la durata di vita limitata dei replicanti in Blade Runner. Ciò non toglie, comunque, che per convenienze varie si potrebbero invece evitare simili limitazioni.
Di Massimo Baglione: Per come la vedo io, e per come la narro nei miei romanzi, chi dovesse possedere "capacità fisiche e mentali superiori" ha tutto il diritto di affermare e difendere la propria esistenza. La Selelezione naturale opera in tal senso da milioni di anni, lenta e implacabile. Di fronte a ciò, come possiamo, noi, comuni esseri umani, dire che un'essere più intelligente e più forte di noi è una minaccia da fermare sul nascere?
Noi, ovviamente, difenderemo in tutti i modi il "nostro" diritto di esistere, finché esisteremo, ma prima o poi la musica cambierà. E' la Vita.
Di Vihio: Sul sequel di Blade Runner dico semplicemente che sarebbe un buon film se non fosse appunto il sequel di Blade Runner. Se un regista vuole cimentarsi con quella storia, al massimo può fare una propria nuova versione del romanzo originale di Dick; quella di Scott è talmente emblematica da rimanere per sempre intoccabile. Almeno secondo me. Infine, i replicanti devono avere una durata di vita limitata, altrimenti nessuna nazione ne consentirebbe il commercio. Ricordiamoci che sono esseri umani, non robot, ma con capacità fisiche e mentali superiori: concedendo loro una vita normale il rischio che si impadroniscano del potere come fece la genia di Khan sarebbe per i governi insostenibile. E se poi questa loro limitatezza ne rende le vite terribili, al potere costituito interessa ben poco, no?
Di Daniele Missiroli: Bella idea collegare Blade Runner ai romanzi di Asimov. Anch'io preferisco il finale della prima edizione, con la voce di Harrison Ford in sottofondo. Non solo perchè è positivo, ma soprattutto perchè è più aperto. Infatti è grazie a quello che hanno fatto il sequel ambientato 30 anni dopo. Un Nexus 6 non può avere la data di scadenza, che diamine! ^_^
Di Massimo Baglione: Grazie, Arcangelo, lieto che ti sia piaciuto!
Di Arcangelo Galante: "Peccato però che lei non vivrà! Sempre che questo sia vivere... ". E Rachel rivive invece in questo racconto, degno di un sequel. Chissà quante altre cose avranno visto i replicanti della Tyrell Corp. che noi umani nemmeno riusciamo ad immaginare, come le famose navi da combattimento al largo dei bastioni di Orione. Ma ogni cosa giunge al suo termine: "e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia". Un bell'omaggio ad un vero e proprio cult, che ho molto apprezzato.
Di Massimo Baglione: Io ho amato e amerò sempre Rachel (sia il "lavoro in pelle" che l'attrice che lo interpretava)
Ho aggiornato il testo.
Di Alberto Tivoli: Ogni riferimento a PKD mi trasforma in un orso bavoso davanti al miele, perciò mi sono fiondato a leggere questo racconto. Se poi aggiungiamo le Fondazioni e il Ciclo dei Robot di Asimov...
Progetto originale e difficile ma, devo dire, riuscito, soprattutto perché basato su Rachel che ritengo uno dei personaggi più rappresentativi del film e del romanzo di Dick.
Congiunzione e fusione di due grandi opere di SciFi che, come dice lo stesso Massimo, non sarà rigorosa ma è molto evocativa.

PS: sarebbe stata mitica se Daneel avesse tenuto in ufficio il rospo di Deckard
Di Simone Messeri: Un'idea originale che unisce due universi narrativi. � difficile relazionare storie di autori diversi, ma in questo caso è credibile uno sviluppo della storia futura in questa direzione.
Di Paolo Maccallini: E' bello sapere che la storia di Rachel, lasciata nel finale un po' malinconico di Blade Runner, continua. E che la sua vita valicherà i millenni... Il futuro che le riservi Massimo, nonostante l'inizio non molto allegro, è felice e luminoso.

I salti temporali vertiginosi e la presenza di personaggi cari, rendono questo racconto dolcemente poetico.
Di Arditoeufemismo: Al terzo "scion" che lo scrittore usa, facendo parlare la replicante, il lettore è colto dal vaghissimo sospetto che faccia riferimento al nome dell'attrice che interpreta Rachel nel film culto. Godibilissimo tentativo di riconciliazione di due futuri immaginari.
Di Massimo Baglione: Grazie Diego!
Se conosci davvero bene sia Blade Runner che le Fondazioni, saprai che non sarebbe facile mettere d'accordo date e nozioni. Con questo breve scritto, che avevo già in testa da anni, ho solo fatto un esperimento che, agli occhi dei più, può sembrare credibile. Però occorre anche far attenzione a chi è pignolo come me e che potrebbe storcere il naso eheheh
Però non è escluso che ci lavorerò.
Di Diego Bortolozzo: Idea davvero interessante che, a mio avviso, andrebbe sviluppata. Probabilmente il limite dei caratteri imposti non l'ha reso possibile, ma ci proverei, al tuo posto.
Di Dixit: Ah, che nostalgia! I bei tempi in cui i Nexus lavoravano senza stancarsi mai Smile






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