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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Un testo molto ironico, che l'autore descrive come "un riparo, dove dar voce a frammenti della mia esperienza liceale che emergono un po' per caso". Fa sorridere quello sguardo ilare, che dimostra nostalgia verso gli amici della scuola, i compiti, i professori, e quant'altro. Simpaticissima la descrizione fatta della supplente: credo che nessuno volesse trovarsi nei panni della poverina, ma, soprattutto in quelli di un dissennatore, allontanatosi in fretta e furia da Azkaban. Una lettura davvero gradita. Cordialmente, saluto.
Di Luca Volpi: Ti ringrazio molto. Mi fa piacere poter trasmettere in forma narrativa la stessa allegria che si può ritrovare in battute fra amici che alla sera rievocano certe cose. E mi fa ancora più piacere sapere che qualcuno l'ha carpita, questa vena di allegria. Più avanti scriverò anche pezzi magari meno legati a ricordi veri e propri, ma comunque legati a spunti di riflessione (o perchè no, caricature) sul tema scuola, prof ecc... E farò il possibile per dare una venatura umoristica a questi spunti. Grazie, darò un'occhiata alle tue opere prossimamente
Di Ida Dainese: Questo racconto, dove sei alle prese con le versioni invece che con le interpretazioni delle poesie inglesi, è divertente.
Il modo in cui descrivi la supplente, dal punto di vista degli studenti è perfetto, solo a un liceale sotto tortura poteva venire in mente un dissennatore, anche se confesso che i prof a volte non fanno nulla per evitare tale fama. I punti che mi piacciono molto sono "la fame crudele di felicità altrui" e "lo spettro uscì e vagò per i corridoi", solo che non essendo più liceale io provo un po' di pena per questa povera supplente (penso a ciò che l'ha portata fino a lì). Mi sono divertita anche con la chiusura finale. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
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A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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