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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: L’autrice descrive il bisogno di libertà con un metaforico volare, necessario per osservare, il tutto, da una prospettiva meravigliosamente diversa dall’impossibilità nel farlo. Un sentimento intimistico, di grande forza, quasi un grido inascoltato per un tale ed umano desiderio, legittimamente comprensibile. A volte, non è facile alzarsi in volo con il peso dei problemi che si porta con sé: bisognerebbe imparare a volare senza ali , in quanto, ci si allontanerebbe da tristi situazioni, grazie al proprio sentire ed alla fiducia nel potersi migliorare. Ma questa è solo una constatazione provata sulla pelle.
Di Marcello Caloro: La prima, immediata, sensazione è quella di leggere il dolore di chi, prigioniero, invochi la libertà. Poi, rileggendo, mi accorgo che altro è celato: vedo la condizione a cui è sottoposta la donna, l'impossibilità di una reale emancipazione. E paleso, anche, una riflessione interiore; come fosse un primo, deficitario, consuntivo della propria vita. Una vita spesa ad elemosinare spazi, a sgomitare per respirare nella calca. Forse che suggere un fiore, possa rendere liberi? Libero è chi compie il proprio destino senza intermediari e compromessi? Opera che apre a molteplici metafore; a me piace leggerla in chiave introspettiva: bella!
Di Patrizia Chini: Grazie Ida per questa gradita recensione dove oltre a cogliere l'invito a lasciar liberi i figli, a far volare i sogni e soprattutto, in una parola a rispettare l'altro, c'è la condanna della prevaricazione e delle altre infinite violenze dell'uomo e sull'uomo.
Di Ida Dainese: Una delicata, poetica lettera che fa subito pensare a una farfalla, con la sua preghiera di non catturarla. Infatti è costretta a temere sia il retino sia le dita di tutti coloro che, attratti dalla bellezza, desiderino averla con sè per sempre.
Ma la bellezza prigioniera sfiorisce, appassisce e muore. La farfalla è più bella quanto più vola libera, lontana da noi, regalandoci il suo volteggiare felice tra i fiori del nostro giardino, fino agli alberi più lontani del parco. E allora la voce di questa farfalla è anche quella di un figlio che non lasciamo volare incontro al suo futuro, quella di un amore non ricambiato che chiede di essere libero, quella di un sogno che ci ostiniamo a tenere soffocato dentro. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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