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Recensione o commento a: Amo il silenzio - (Poesia Narrativa, Brevissimo) - di Mirella Narducci:

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Le altre recensioni o commenti

Di Ida Dainese: Considerazioni assolutamente da condividere. Il silenzio cercato, non imposto, è una ricchezza, avere un luogo dove potersi ritirare a riflettere, a rigenerarsi, ad ascoltarsi è importante. Lontana da discorsi e rumori che distraggono e distolgono, la mente trova uno spazio contemplativo che rende più sensibili, più attenti a cogliere altri silenzi, sfumature di pensieri nei gesti degli altri.
(credo ci sia un refuso nel quartultimo verso, forse volevi dire “loquace” o “eloquente”)

Di Arcangelo Galante: Troppo spesso l'essere umano scorda quanto sia importante il silenzio che, talvolta, rappresenta un'indispensabile condizione per ascoltare i moti dell'anima, i sentimenti del cuore e qualsiasi concitato pensiero della mente. Ritagliarsi spazi temporali per se stessi, può risultare un contributo fondamentale, per focalizzarsi in qualunque situazione. Chiunque è in grado di ascoltarsi dentro, può beneficiare di una saggezza insita in una voce interiore, in grado di rispondere ad importanti quesiti o, comunque, di aiutare a soffermarsi su tutto quanto si sta vivendo, nel taciturno mondo di un arricchimento inascoltato. Concordo con la risposta dell'autrice, nonché con la recensione pubblicata. Opera piaciuta.

Di Visitatore: Versi che esprimono molto bene il valore del silenzio, che io adoro. Complimenti!

Di Mirella Narducci: Devo rispondere alla recensione di Marcello Caloro ha fatto un analisi precisa e vera di quanto il silenzio sia necessario non solo per riflettere ma per liberarsi l'anima da insidie ancor più pericolose quali tensioni irrisolvibili, paure ataviche… il silenzio è come la neve che ti ricopre, annulla ogni rumore ma fa nascere in noi qualcosa di buono… non per niente si dice sotto la neve, pane! Grazie di cuore, per me un buon inizio, vi prego datemi consigli per usare al meglio questo sito Ciao

Di Marcello Caloro: Il silenzio veicola la verità, impedisce la menzogna, acuisce i sensi e sviluppa le facoltà intuitive innate in noi. L'autore non necessita di parole, le rifiuta, quasi più non si fida di esse; è il linguaggio non verbale, sintesi estrema dei nostri pensieri più reconditi, a cui affidarsi per scorgere il reale sentimento di chi ha di fronte. Tema interessante che riconduce, inevitabilmente, alla capacità umana di interpretare la gestualità, ricorrendo ad atavici istinti mai persi. In estrema sintesi: fidarsi dell'istinto a discapito del linguaggio verbale e para-verbale. Per le parole c'è tempo. Ma, ancora, nel silenzio si ritrova se stessi; s'impara ad ascoltarsi, a conoscersi meglio... Regala molti spunti su cui soffermarsi; da rileggere volentieri.