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Le altre recensioni o commenti
Di Angela Di Salvo: Le parole sono sempre stupide "quando" sono inutili, quando non servono per chiarire, spiegare, lanciare un messaggio di calore, di perdono, di amicizia. Le parole sono le armi più mistificatorie e dissimulatorie che esistano. Quando poi c'è di mezzo la fine di un amore e un cuore che soffre, non ci sono parole che possano lenire, guarire, razionalizzare il senso di perdita e di delusione che può seguire un abbandono, un tradimento, un'incomprensione profonda. E allora tanto vale il silenzio. Spesso il silenzio grida, grida senza parole e senza poesia.
Di Iezzi Giampiero: Parole, parole, parole e ancora parole per dire che
se son poche o son tante è uguale devono essere importanti come per una ferita con poca o molta di acqua, lava e risolve poco la ferita che per lavare e cicatrizzare basta l'acqua "OSSIGENATA", poca. Di Michele: Un minimalismo poetico che coincide con il significato e l'obiettivo intrinseco del componimento. Ci sono momenti in cui le parole sembrano non avere alcun significato, ma sono proprio le parole che in seguito e miracolosamente offrono, a volte, gli unici spiragli terapeutici per un dolore o una delusione.
Di Erika: ...possibile che ci troviamo d'accordo anche su questo? Questa poesia l'ho scritta tempo fa...parla dell'amore finito in generale... non di una persona specifica... comunque riango d'accordo su quello che hai scritto.
Di Sphinx: Nel suo esasperato ermetismo questa poesia non mi trova d'accordo... non sempre almeno.
E' la classica poesia in cui ti puoi identificare solo se stai soffrendo per amore... e da questo punto di vista ammetto che in alcuni momenti della vita ci si potrebbe fare trasportare dal concetto dell'inutilità delle parole. A un certo punto però si superano certi scogli e le parole, quelle vere e sentite, magari degli amici, riacquistano il loro peso e significato. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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