Di Ida Dainese: Bello il tuo commento, e pure gratificante.

Di Arturo Bandini: Ida la tua non è solo una recensione è anche una matrioska. Io ho scritto una piccola cosa e il tuo commento ci ha incastrato sopra qualcosa di più grande e sopra ancora un'altra cosa, e via di seguito… Mi piace questo modo di procedere. Amo le domande, non tanto quelle che portano a risposte. Amo tutte quelle domande che portano verso domande più grandi.

Di Ida Dainese: Questo testo mi sorprende e mi strappa un sorriso; è breve, semplice, cantilenante come una canzoncina. Forse è proprio questo il senso, eppure non posso fare a meno di fare le mie considerazioni dato che vedo qualcosa balenare dietro le righe.
Le prime due questioni sono divertenti, così banalmente normali e vicine al nostro quotidiano. La terza e la quarta sono le mie preferite, qui il protagonista non sembra più parlare solo alla sua lei bensì a Amore in persona, e non si tratta più solo di "pragmatica" vita quotidiana, la domanda si fa più seria e inquieta: il "per sempre" è già finito? Tutte le porte restano chiuse? E se lei o Amore vuole lasciarlo perché non se ne va? Perché resta a tormentare e non vuole andarsene?
Ma l'ultima domanda è davvero la più triste, c'è qualcuno o qualcosa che è intervenuto e ha eliminato le ultime risorse, lasciando entrambi al freddo, al buio, al niente. Quindi non valeva la pena spendersi così tanto se poi tutto poteva essere spazzato così in fretta; o forse tutto è finito perché nessuno ci credeva più.
O forse era solo questione pragmatica di bolletta.