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Le altre recensioni o commenti Di Isabella Galeotti: Incredibile, anche qeusto raccontino mi ha stupito. Di una persona così avara non avevo mai letto. Il Palladio nome altisonante, non calzante per questo umuncolo da 4 denari, avaro e povero di spirito come non mai. Raccapricciante il sogno la voglia di vivere chissà fino quando con i suoi soldi naturalmente, e la bassezza dei medici nel spartirsi il bottino trovato inaspettatamente nel corpo del milionario. Bel brano scorrevole, un paio di refusi dati dalla voglia di scrivere. Di Ida Dainese: Quest'uomo è al di là di ogni catalogazione! Mi ricordo di quando ero piccola e mi raccontavano che Sant'Antonio aveva mandato a cercare il cuore di un uomo avaro dentro il suo forziere, tra le monete che possedeva. Ma questo signore qui è irrecuperabile, arrivato alla sua età non ha un briciolo di saggezza, pensa di vivere per sempre e magari anche di portarsi dietro tutto. Neppure ai faraoni egizi è riuscito. Mi piace come sei riuscito a delineare l'estrema ricchezza materiale e l'estrema povertà di quest'uomo che non ha nessuno vicino. Mi ha immensamente divertita il litigio tra i medici e l'andamento surreale del sogno alla ricerca dei pezzi perduti. Mi ha fatto pena vedere l'ottuso cinismo con cui continua ad agire il signor Palladio e avrei voluto tanto vedere la faccia del medico a cui ha fatto quell'ultima telefonata! Di Massimo Tivoli: Questo racconto riflette perfettamente il sentimento dell'avarizia, quella vera, quella patologica. Con un pizzico di fantasia, l'autore inscena un sogno molto avvincente per il lettore. Il finale poi svela la vera natura dell'avaro che pensa ai soldi prima che alla sua stessa vita o salute. I soldi sono la cosa più importante anche quando, sfortuna volesse, che non ci dovesse essere più o, quando, la sua salute potrebbe essere in pericolo.

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