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Tue 16 April, 17:33:47
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Recensione o commento a: Il mito del viaggio - (Racconto Narrativa, Breve) - di Giorgio Burello:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Un bel racconto sull'importanza del viaggio, affrontato, però, con estrema libertà di potere fare quello che più aggrada, alla mente. L'importanza delle cose, incontrate nel percorso, e su quello che sono capaci di suggerire all'anima, su ciò che possono rappresentare per il viaggiatore, senza imporre alcun legame, rimangono il contorno dell'essenza, insita nel messaggio, offerto dall'autore al lettore. Sembra quasi una magia, perché la disinvoltura nel viaggiare dove si desidera, senza vincoli, in modo sciolto, è magia, in questa storia, scritta così bene, per il protagonista che ritrova il piacere di farlo, nel corso della narrazione, tratteggiata di malinconia. Un cordiale saluto, gentile Giorgio.
Di Isabella Galeotti: Viaggiare, non c'è cosa migliore da fare nella vita. Conoscere, ascoltare, mangiare, leggere, insomma fare il vagabondo. Fermarsi in un luogo capirne le usanze lavorare per un pò poi ripartire altre mete, fino a che le forze te lo permettono...e poi fermarsi in un bar a chiacchierare con ilbarista che è solo, tanto l'altra città rimane lì e ti aspetta, prima o poi arriverò anche da lei. Ottimo racconto.
Di Angela Di Salvo: Un uomo che non sa stare fermo. Viaggia di continuo spostandosi da un luogo a un altro, senza una casa,senza legami,senza radici. Si adatta e si arrangia per vivere, conosce tante persone...e poi il viaggio riprende senza una meta. Una sosta in un luogo di ristoro per bere una birra lo induce a raccontarsi, ma la narrazione si interrompe lasciando nel lettore curiosità ma anche tanta tristezza. Il mito del viaggio ha come prezzo la solitudine, la mancanza di calore umano e di progettualità. La forma è abbastanza scorrevole, nonostante alcune imperfezioni.
Di Giorgio Burello: Cara e gentilissima Pia,
hai colto il senso di questa mia piccola fantasia, scritta un sacco di tempo fa. Sul fatto che io mi possa permettere qualche svarione... sei troppo buona. Devo evitare di farli, e infatti, in questo periodo, sto mettendo in discussione alcuni aspetti del mio modo di scrivere, perchè voglio continuare a farlo e farlo al meglio.
Un salutone!!!
Di Pia: anche a me piacerebbe ascoltare la storia... a parte che concordo con Dixit sulla forma verbale e qualcos'altro, ma a te è permesso, questo raccontino trasmette una malinconica calma, andarsene in giro, da solo, libero, fermandosi là dove se ne ha voglia, senza legami... la quintessenza della libertà
Di Dixit: "come una regina che contemplasse il suo regno deserto."

penso starebbe meglio al tempo presente, si legge meglio.

"Il sacco privo di ogni forma che amichevolmente chiamavo zaino giaceva per terra."

mancano due virgole.

"Anche lei mi chiese la stessa cosa, due giorni dopo, quando ci lasciammo."
suppongo ti riferisci alla domanda fatta dal barsita. forse non è intuibilissimo al volo. Poi più avanti continui a parlare della stessa domanda... bè, insomma, magari si capisce sono io che sto dormendo un po' Very Happy


Come direbbe Max, occhio alle "d" eufoniche Very Happy

Togli i trattini alla fine dei dialoghi, sono inutili.

E buon viaggio! Very Happy
Di Massimo Baglione: Un racconto pregno di malinconia.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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