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Wed 24 April, 06:03:05
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Recensione o commento a: Gli occhi di Gianna - (Racconto Noir, Breve) - di Antonio Mattera:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Lo trovo un bel racconto, anche se per l’argomento trattato non è proprio l’aggettivo da usare. Andrebbe riletto per sistemare alcuni refusi. Anche nella sua brevità è un racconto che si fa ricordare. Mi piace come la coscienza dell’assassino si risveglia dall’intontimento prima tramite quegli sguardi che lo fissano dalle foto e poi, in modo più sferzante, tramite la vittima. Accorcerei un pochino le battute dello strano dialogo (si tratta solo di una mia opinione, eh!), perché tolgono un po’ di spazio alle riflessioni dell’uomo, a quei dettagli delle labbra, del viso. E trovo bella la parte iniziale del brano, lo stile asciutto e imparziale con cui fai fare al protagonista la descrizione della stanza e del corpo a terra.
Di Salvatore Conte: Non vorrei essere troppo duro, ma la storia è molto prevedibile, trasuda conformismo e modernità da ogni parola.
Davvero un esercizio di scarso valore.
Di Antonio Mattera: In effetti nella prima stesura era così.Poi lo trovai troppo ovvio,diciamo di routine, e siccome è stato creato per rirmanere nelle 1000 parole per partecipare ad un concorso, preferì usare il poco spazio per lo sviluppo della trama per creare una parte di suspense che di solito ha bisogno di molta piu eleongazione nella costruzione di essa.nello stesso tempo volevo che fosse piu chiara possibile l'essenza dell'assassino e contemporaneamente creare due modi,per il lettore; di vedere il tutto A) la parte metafisica della questione, con l'anima di Gianna che sopravvive alla sua morte anche se per poco. B) quella che piu mi piace, essendo ateo e non credente dell'aldilà,lei le esce dalla mente solo all'ultimo rigo quando lui torna ad afferrare pienamente la realtà,accusandosi dell'omicidio, ma, in realtà,,non vi è mai stata perchè è semplicemente un percorso inconscio dell'assassino.Insomma Gianna non esiste,non parla, non implora, almeno nella sua essenza sovrannaturale; Gianna è l'assassino,il suo subconscio,che crea una vita post mortem della stessa.Ti ripeto che ho dovuto per forza di cosa comprimere un pò il tutto cercando di dare una certa impronta allo scritto.Ma questo non toglie che le tue giuste osservazioni mi aiuteranno in futuro, per cui non posso che ringraziarti per ora, davvero,sinceramente.Grazie!
Di Isabella Galeotti: Gli stupefacenti fanno compiere dei gesti irreparabili a questo punto l'investigatore non capisce più se si tratta di realtà oppure fantasia quella dove gli oppiacei ti conducono.
Infatti all'incontro tra lui e Gianna distesa a terra senza più un anima, non si rende conto che è la sua donna, che era la sua donna, e solo dopo aver preso coscienza capisce che ha combinato un
bel pasticcio.
Racconto essenziale senza inutili fronzoli.
Devo fare una piccola precisazione, devo aver trovato una incoerenza, correggimi però se la mia interpretazione è sbagliata.
" Si andrò via dalla tua mente...ma solo quando tu mi avrai dato giustizia, quando avrai dato il colpevole alla giustizia...
Subito la riga dopo scrivi.
" Guardati le mani, guardati le mani...ora devo andare via per sempre.

Secondo me lei doveva aspettare ad andarsene fino a che lui non si accorge del sangue e si fa arrestare. Solo in quel momento Gianna avrebbe potuto dire " Bene ora che hai capito posso
andarmene per sempre."

Beh questo è quello che penso io.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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