Di Arcangelo Galante: Una piacevole storia, di un genere che non è tra quelli che prediligo, ma che ho comunque divorato, nella sua apparente semplicità e ricchezza di spunti riflessivi. La voglia innata di scoprire nuove cose, raggiungendo un'età, come quella dei Padroni, quasi vicini a un'eternità, da sempre agognata, e la continua competizione verso la conquista di mondi e universi sconosciuti, portano a tralasciare il vero obiettivo, quello di smettere di combattere, per dedicarsi a un qualcosa di più costruttivo, per tutti. Lettura davvero gradevole. Sinceri complimenti. Un cordiale saluto.

Di Fausto Scatoli: Racconto semplice e scorrevole, fortemente utopico.
magari andasse davvero così, magari si smettesse di guerreggiare concentrando il lavoro della scienza verso lo sviluppo di nuove energie e la conquista dello spazio.
in ogni caso mi è piaciuto, con buon pace dei padroni

Di Leandro: Racconto molto scorrevole..mi e' piaciuta l'idea della competizione nella conquista dell'universo...un aspetto originale e molto vero!

Di Cantastorie: Grazie tante, questa era la prima storia in assoluto che pubblicavo da qualche parte, e sono contento che sia piaciuta a qualcuno.
Hai afferrato appieno il messaggio e ciò mi compiace, credo che in futuro scriverò altro.
Grazie ancora

Di Ida Dainese: Un bel racconto, una storia semplice da leggere che propone però considerazioni interessanti su cui riflettere. La prima cosa che colpisce è quell'ansia di giungere oltre, quella voglia di scoprire, afferrare, dominare, un sentimento che sembra appartenere a qualsiasi specie, umana e aliena, che si evolve nel tempo come una gara a cui bisogna arrivare primi.
La seconda cosa interessante è quell'età estrema dei Padroni, altro sogno umano di poter essere quasi immortali. Si risveglia subito l'invidia di poter esistere così a lungo, di viaggiare seguendo le stelle, esplorare, vedere, vivere.
Eppure, terza considerazione, la mente dell'Uomo non potrebbe sopravvivere in corpi così antichi, è troppo veloce, ribollente, agitata, non può sopportare l'infinità di ricordi, idee e pensieri per una quasi eternità. Non può migliorare né evolversi. Il suo pregio è il suo difetto e viceversa. Infatti, alla fine raggiunge comunque il suo scopo. Ultima considerazione, quel tratto così umano della ripicca competitiva. Siamo noi, questi piccoli, terribili umani.