Di Ida Dainese: (Preferisco dirti subito, prima del commento a questo testo commovente, che ci sono un paio di sviste tra cui una un po’ buffa, perché hai scritto “Ti iscrivo a una suola” invece di “scuola”).

Questa lettera è un discorso di affetto, rivolto a una creatura che senti staccarsi pian piano dallo stretto cerchio familiare per affrontare la vita che l’aspetta. Parole che esprimono pensieri e timori naturali, dettate da un istinto di protezione che comprende di dover allentare quei legami che si ha paura di abbandonare del tutto. Un discorso perfetto per un primo giorno di scuola, per quel primo passo nel mondo che si apre davanti.
Un discorso che diventa straziante alla luce di quel fatto, che ci fa immaginare la dura sofferenza dei bambini e il tormento dei genitori. Lunghe ore in cui sperare che qualcuno di buono sia stato accanto a loro, che un gesto pietoso li abbia consolati e che se sono morti sia successo in fretta. Purtroppo la realtà si è rivelata ben più spietata e rileggere queste righe è come scavare un profondo solco dentro al cuore.