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Fri 29 March, 09:14:53
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Recensione o commento a: La madre surreale - (Racconto Narrativa, Breve) - di Arturo Bandini:

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Le altre recensioni o commenti
Di Veronica: ...... oh mamma mia, non si capisce proprio niente di questa persona!!!! Meno male che è stata pure spiegata . Pensavo che c'era logica nello scrivere certe cose ma vedo tanta tanta confusione. Poverini quelli che si sono sprecati a fare i commentoni. Solo per amicizia? Non si impara niente, Arturo. Ciao da Veronica da Milano
Di Arcangelo Galante: Grazie, Arturo Bandini, per la minuziosa delucidazione sull’opera e per aver chiaramente espresso la tua interpretazione in merito. Ringrazio pure la gratitudine sottintesa.
Di Arturo Bandini: Buon giorno Ida, buon giorno Arcangelo, i ringraziamenti per voi sono sempre sottintesi. Il titolo ' la madre surreale ' è un titolo non privo di ironia, in quanto (Per come la vedo io) la maggior parte delle madri considerate " normali " sono delle madri surreali. Vogliono sì la felicità del figlio, ma il più delle volte vogliono essere loro a decidere come deve essere raggiunta e da cosa deve dipendere questa felicità. In realtà molte di queste madri non mirano come credono loro all'effettiva felicità dei figli, ma a quello che LORO intendono per felicità, che poi, magari (come nel caso del mio scritto) non è altro che un concetto cattolico e reazionario che confonde conformismo con felicità. Il mio tentativo di racconto non va inteso come una singola vicenda che riguarda una situazione particorare in un tempo specifico. Il mio è il racconto di due vite intere. La perenne incomunicabilità tra una
madre e un figlio, nella quale i due non si sanno o non vogliono ascoltarsi, La donna non riesce a uscire dal suo modo e il figlio forse è gia lontano con SUA felicità.
PS: Per Ida, Grazie per le "bacchettate" di ortografia, sono graditissime. Ma non mi dispiacerebbero nemmeno delle critiche negative (quando particolarmente necessarie) anche su altri aspetti più di sostanza della mia scrittura. Ma forse pretendo troppo ed è come se volessi lezioni di scrittura gratis… ma poi mi dico che un sito di scrittura potrebbe servire anche a questo… insomma, non lo so come funziona un sito di scrittura e se esagero chiedo scusa. Volevo cancellare questo post scriptum, ma poi ho deciso di lasciarlo, magari non in forma di richiesta, ma come spunto di riflessione. Saluti.
Di Arcangelo Galante: Il testo sembra voler condurre il lettore a riflettere sul rapporto che una madre surreale ha avuto col figlio, mediante interrogativi posti dalla donna, in una sorta di sfogo, quasi in forma di monologo, giacché, nella pubblicazione, non è presente alcuna risposta (probabilmente viene sottintesa, mediante l'interpretazione che si apre nella mente di chi legge). Sembra una contraddizione, ma il fatto che la felicità raggiunta e così tanto sbandierata non venga vista di buon grado dal genitore, è il sintomo di un qualcosa che non fonda le radici sulla sofferenza, sul sudore e sulla fatica nell'ottenere le cose ed è per tale motivo che il tutto sembri quasi "surreale". Un caro saluto all'autore.
Di Ida Dainese: Un testo più misterioso del solito. Non sappiamo cosa sia successo né conosciamo i protagonisti ma ci è familiare l’incomprensione tra generazioni. Di chiaro c’è il fatto che madre e figlio non hanno lo stesso metro di valutazione se ciò che il figlio definisce “felicità” risulta essere “fallimento” per la madre.
Dal testo si erge solo la voce della madre, la sua delusione per un futuro che lei aveva progettato, il rinfacciare la serie di sacrifici, il fastidio quasi che il figlio sia nonostante e a dispetto di tutto “felice”.
Non sappiamo se il figlio stia realmente sbagliando e quindi questo sia uno sfogo con fuoriuscita di parole di cui ci si pentirà, ma certo non traspare l’amore, quello che non giudica, che non impone e non esige indietro pagamenti. L’amore che sorregge sempre un figlio anche quando sbaglia.
(Questa volta ho da dirti solo che i puntini di sospensione devono essere sempre tre e che hai scordato qualche spazio prima delle virgole Very Happy)






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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