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Fri 19 April, 22:49:28
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Recensione o commento a: L'orgoglio di un padre - (Racconto Fantascienza, Breve) - di Alberto Tivoli:

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Le altre recensioni o commenti
Di Andr60: I racconti e romanzi distopici sono quelli che leggo sempre volentieri (e che anche, nel mio piccolo, cerco di scrivere).
Eppure, in questo periodo, non so perché, cerco di evitarli, con questa più che lodevole eccezione.
O forse lo so: se la realtà supera la fantasia, di cosa scriveremo?
Di Vihio: La distopia, uno dei generi più vitali della fantascienza; forse perché se ne intravedono tracce minacciose nella realtà. E questa rende molto bene il senso sordo di oppressione che accompagna ogni regime dispotico. Ciò anche là dove tale oppressione sia apparentemente mirata, come qui (o ad esempio ne: Il mondo nuovo; di Aldous Huxley), al benessere della popolazione.
Di Arcangelo Galante: Un bell'esempio di romanzo distopico, rappresentativo di una fantascientifica utopia negativa, che descrive pessimisticamente un futuro, in perfetto stile Orwelliano. Il quadretto familiare sembra alquanto roseo, in fermento per i preparativi che ci si appresta a compiere per celebrare degnamente l'evento che vede protagonista il figlio, Germano. Ma è tutto ciò che ruota intorno a quel mondo "non libero" che, alla fine, prevale, cercando di prestare molta attenzione a quello sfarfallio di colore differente, che può mostrare, a tutti, sentimenti sino a quel momento celati. Testo apprezzato.
Di Fausto Scatoli: piaciuto parecchio
anche a me ha ricordato molto Orwell e il suo 1984 e, tutto sommato, il succo è quello.
però ci sono delle belle novità e la situazione viene affrontata in maniera diversa. bello il fatto di voler provare ad aiutare l'amico del figlio.
e bello davvero il finale, dove il padre si rivela al lettore pur rimanendo nascosto agli occhi del figlio che, in effetti, lo vede come un qualcuno da imitare.
bravo.
Di Alberto Tivoli: Grazie Massimo e Ida per le vostre recensioni che incoraggiano ed evidenziano aspetti da approfondire per migliorare. In effetti la scelta dei nomi mi mette sempre un po' in crisi...
Di Massimo Baglione: Quando ho un pochino di tempo per dedicarmi alla lettura di piacere, e riesco a imbattermi in testi come questo, beh… sono felice di aver trovato quel tempo.
Il mondo descritto dall'autore riporta alla mente il 1984 di Orwell, seppur ideato e affrontato in maniera del tutto diversa e originale.
Personalmente, dato che in questa breve storia hai ritenuto di dover inserire la diversita dell'amichetto del bambino protagonista e la devianza di suo padre, avrei aggiunto qualche riga che ne accenni qualcosa sul colore e sul tipo di pensiero.
Inoltre darei un occhio ai nomi dei protagonisti, perché a metà di questo breve testo non si ha il tempo di memorizzarli, e sono andato in confusione (sarà un problema mio, certamente). Userei nomi più identificativi e meno confondibili. Magari ai protagonisti darei nomi stranieri e all'altra famiglia nomi italiani, o viceversa o qualcosa del genere, insomma, per separarli più efficacemente.
A parte queste mie blande segnalazioni (scaturite più che altro dalla mia mania di perfezionismo), il testo è un ottimo racconto.
Di Ida Dainese: Un racconto che mostra all'inizio un quadretto felice e poi invece ti manda brividi di paura. Il titolo scelto porta l'attenzione sul grande avvenimento, l'entusiasmo del ragazzino è autentico e tutto il mondo intorno sembra perfetto. Eppure questo è un mondo terribile dove le ribellioni, le minime deviazioni dal percorso si pagano care. Basta uno sfarfallio di diverso colore a spaventare, perché rivela i propri pensieri. Un padre che con tristezza deve concentrarsi sull'orgoglio, mentre in realtà sa che la libertà appartiene solo ai sogni.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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