Di Arcangelo Galante: Un racconto snello, facilmente leggibile, denso, però, di spunti psicologici ed emotivi, inerenti alla mancanza di aspettative della protagonista, le quali, non sono state apertamente esaudite, se non nella scelta di continuare ad amare l'uomo del passato, assegnando il nome Stefano, al figlio. La donna deve avere sofferto intensamente, per lunghi anni, in attesa di un risvolto sentimentale positivo per la relazione sua, in grado di darle una piega diversa alla vita di coppia. Apparentemente, sembrava non tangerle il cuore, il rivedere dopo dodici anni quell'uomo dei suoi sogni, pur se l'autrice non spiega le ragioni dell'allontanamento tra i due. Ma si sa che il destino, che lo si creda o no, riesce sempre a compiersi; e quindi, quei due amanti, ahimè, non erano destinati a un legame continuativo. Da notare come alcune persone, indipendentemente dal sesso, riescono a tenersi segretamente dentro ogni ricordo, al di là del tempo, per mezzo di una natura assai profonda, rispetto ad altre. Nessun addio è per sempre, quando il sentimento continua, portando il nome dell'amato.