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Recensione o commento a: Dannatamente bella - (Racconto Narrativa, Breve) - di Margherita:

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Le altre recensioni o commenti
Di Vittorio19: Sono francamente molto perplesso leggendo alcuni commenti a questo racconto.
Chi ne parla come di una celebrazione/esaltazione della vendetta, secondo me semplicemente non ha letto il racconto.
Quello che però trovo totalmente inaccettabile è la pretesa di alcuni per cui un autore dovrebbe addirittura autoimporsi una censura, pesando ogni parola che scrive per timore di urtare la suscettibilità di singoli o gruppi di lettori.
Che cos'è? una forma esasperata di buonismo? La santificazione del politicamente corretto?
Il lettore ha il potere assoluto su ciò che legge: se non gli piace,smette di leggerlo. Ma nessuno può pretendere che un autore non scriva perchè quello che scrive non gli piace o lo infastidisce.
Grazie a Dio i tempi dell'indice dei libri proibiti e dei roghi dei libri nelle piazze sono finiti e spero vivamente che non tornino mai più!
Sig.ra Margherita la prego continui a regalarci altri magnifici cammei come questo!
Di Visitatore: Sig. Galante, ovviamente accetto SEMPRE di buon grado le critiche. Grazie. Però mi riservo di non accettarle passivamente, soprattutto quando non le considero giustificate come la Sua e quella del Sig. Gennaro. Io continuerò a scrivere ciò che sento, altrimenti non scriverei più, se temessi di ferire questa o quella sensibilità esacerbata. Ripeto, la letteratura è frutto di fantasia. Grazie ancora per la vostra attenzione. Cordiali saluti

Di Arcangelo Galante: Ogni lettura stimola riflessivi pensieri, emozioni e, persino, concitati sentimenti, in chiunque riscontri esperienze, fantasie e qualsiasi interiorità dell'animo proprio. Unicamente nelle vesti di lettore e commentatore, quindi nulla vi è di personale per ciò che sto per scrivere, e, senza voler entrare nel merito del commento di chi mi ha preceduto, forse, nel momento in cui si trattano argomenti delicati e importanti, utile davvero, sarebbe stata, una premessa in merito pure al titolo. Non biasimo nessuno, né l'autrice e neanche il visitatore, libero di esprimere una impressione legittima al contenuto della storia. Il messaggio, Margherita, al di là delle giustificazioni offerte da te, è chiaro: la vendetta è un piatto che si gusta freddo! Saggio non sarebbe, e anche immaturo, non accettare un discordante parere di chi sia stato vittima dell'aneddoto espresso, pubblicamente, in merito, sempre, al tema della vendetta. Ritengo che certe storie, malgrado frutto di fantasie, siano suscettibili di ricordi dolorosi e suscitino "legittime reazioni" nelle anime ferite da vicissitudini simili a quelle narrate. E, a dirla tutta, indipendentemente dalle risposte che hai dato a quanti hanno preceduto il mio commento, beh, non ho del tutto gradito la pubblicazione proprio per il messaggio inequivocabile, male "trasmesso", del concetto di vendetta, inserito, per l'appunto, nella descrizione dell'opera. È bello vendicarsi? Credo di no, per quanto possa valere la opinione mia. Un cordiale saluto!
Di Gennaro: Signora Margherita, tutto quello che si legge trasmette messaggi perciò non mi dia assolutamente torto . Dalla sua risposta si capisce che se l'è presa....ma deve imparare a rispettare e ad accettare pure la gente che ha sofferto. Per me il messaggio sul piacere di vendicarsi non è bello. La saluto !! Gennaro Vitone
Di Visitatore: Sig. Gennaro, è chiaro che si tratta di letteratura e la presentazione del racconto deve essere accattivante per incuriosire il lettore. Non è mia intenzione lanciare alcun messaggio né tantomeno istigare sentimenti di vendetta o altro. Allora coloro che scrivono di omicidi, secondo lei istigano a compierli? Comprendo che la sua esperienza personale l'abbia traumatizzata, ma non è certo colpa della letteratura se la sua ex moglie si è comportata male nei suoi confronti.
Di Gennaro: buonasera. La vendetta è un piatto che si gusta freddo, lei scrive, signora Margherita,; però, non lanciamo ai lettori questi messaggi cattivi. Sono stato vittima della vendetta della mia ex moglie, divorziato da tre anni e ho vissuto il dolore. Grazie. La saluto. Gennaro Vitone.
Di Margherita: Grazie per la lettura e l'accurata analisi del mio testo. Confesso che questo racconto è tra quelli che amo di più e mi fa sempre piacere condividerlo. Grazie anche per la nota sul refuso nel titolo,non ci avevo badato, ma non saprei come fare a correggere...
Di Ida Dainese: Un racconto che colpisce con la durezza della vita. Scritto molto bene, presenta i tre personaggi attraverso le loro azioni, accomunandoli e separandoli. Ognuno di loro ha il proprio dolore: la bambina abbandonata, i genitori mancati; vivere insieme nella stessa casa e cercare di essere una famiglia poteva essere una soluzione. Quel distacco forzato invece amplia il dolore fino a farlo diventare voglia di rincorrere un desiderio egoistico a costo di far del male (per Lala e Carlo) e vuoto depressivo (per Anna). Tutto va nel peggiore dei modi, verso il tradimento, la delusione e la vendetta.
In questo testo pur così breve si trovano tutti i punti importanti di questa storia: la descrizione fisica della bellissima ragazza, le profonde ferite di Anna, la futura disperazione di Carlo e la crudeltà straziante delle vendette femminili.
(Il tuo testo Doc è corretto, qui nel titolo in rosso invece si è persa una sillaba Smile)
Di Rosario Di Donato: Mi è molto piaciuta la presentazione della storia e come sia stata narrata...il gusto amaro della vendetta...ti giunge improvvisamente e non puoi fare a meno di fargliela pagare..anche se non vorrsti.
complimenti e colgo l'occasione per porgere gli auguri di buon compleanno.
Di Margherita: Ringrazio per l'attenzione con la quale hai letto il mio racconto e per la puntualità della tua critica.
Di Isabella Galeotti: Un mattone scagliato alla massima potenza.
Un racconto, questo, che fa riflettere.
Sono solo tre i personaggi, ma la tua scrittura li descrive bene.
Lala la donna che già da bimba sà come si vive, già alla sua tenera età capisce che bisogna svegliarsi in fretta dalla bambagia infantile.
Carlo d'apprima padre, sembra affettuoso, poi la svolta, diventa l'uomo
della sua amata Lala.
Anna un personaggio da cui emerge l'amore per la piccola Lala, la disperazione per il suo allontanamento. Una donna che dà come ultima
stoccata, suo malgrado, alla figlia in affitto un ultimo atto d'amore verso
il proprio marito. E riesce con questo gesto a smascherare la furbizia della
non più piccola Lala.
Profondo, scritto divinamente, merita veramente i complimenti.
Di Libera (freecora): Lo stile semplice, forse solo in apparenza, e diretto mi ha conquistata subito. Lala parla poco ma appare molto, contrapposta ad Anna che invece racconta e insegna, ma non sappiamo nulla del suo aspetto. L'elemento più passivo è Carlo, anche se in realtà è pietra angolare, su cui si abbatte l'egoismo di Lala e si sviluppa la generosità di Anna.
Complimenti, bel lavoro!
Di Celeste Borrelli: Mi è venuto da pensare, non appena ho finito di leggere il racconto che nella vita ciascuno ha ciò che si merita. Dobbiamo resistere alle avversità che la vita ci impone altrimenti soccombiamo a essa. (Carlo voleva essere padre a tutti i costi. Il bambino che ha in grembo Lara è il risultato di un doppio tradimento.) � necessario che ciascuno di noi accetti il proprio destino e se ne faccia una ragione.
Il racconto è ben scritto e strutturato, Lo stile narrativo è immediato, efficace e di grande effetto.
Di Lorella15: Davvero un bel racconto, duro come una pietra che ti arriva dritta in faccia. Realistico il tema dell'affido, un istituto credo molto difficile da vivere con dei risvolti dolorosi. L'egoismo di Lala e di Carlo contrapposti alla generosità di Anna, la spregiudicatezza della ragazzina (che mi ha rammentato la famosa nipote). Mi piace molto lo stile, asciutto, pochi fronzoli e descrizioni, a parte della bellezza di Lala, che ben si addice a un tema così duro. Brava Margherita, davvero un bel racconto
Di Massimo Baglione: Link all'argomento aperto da Vittorio19: forum/viewtopic.php?t=4276
Buona lettura!
Di Vittorio19: Un piccolo cammeo, che colpisce con la forza di un pugno nello stomaco! Aprirò una discussione sul forum per commentare più ampiamente questo testo come merita, qui mi limito ad osservare che forse avrei speso qualche parola in più nel momento clou, quando la ex figlia adottiva annuncia la sua gravidanza. Le sensazioni vissute dalla protagonista avrei cercato di descriverle più in dettaglio, ma ritengo ci fosse un limite di battute, altrimenti non si spiega in un testo per il resto direi perfetto.






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che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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