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Recensione o commento a: Per te darei la morte - (Poesia Narrativa, Brevissimo) - di Arturo Bandini:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arturo Bandini: Gentilissima Veronica da Milano, non vedo perché lei si debba sentire in dovere di chiedermi scusa. Il fatto che lei non condivida il mio modo di concepire e di praticare la scrittura non sminuisce il piacere di uno scambio di pareri civile e rispettoso come il nostro. Spero che in futuro lei mi conceda ancora il privilegio di farle "perdere" un poco del suo tempo che non si sa mai; magari "dall'incontro" con qualcosa che non ci saremmo mai aspettati può germogliare un piccolo arbusto. Così, tanto per farle un esempio pratico, io non mi sarei mai aspettato un commento come il suo, eppure esso credo che potrà divenirmi prezioso per qualche mio prossimo scritto. Infatti, rifettendo sull'espressione di " tempo perso" mi è venuto in mente che forse, il più delle volte, la usiamo in modo sbagliato: in fondo un esperienza fatta direttamente in prima persona (pessima o buona che sia) non può considerarsi tempo perso. Tempo perso e solo quello di cui non riusciamo a fare esperienza. Vede come son messo, ora e lei che mi deve scusare; non scambi questa mia riflessione per una critica a quello che ha scritto, non sia permalosa e abbia pietà per questo essere (io) che ama giocare con le parole e che neanche in questo caso ha saputo resistere alla tentazione a costo di passare per un borioso rompiscatole. Sono solo un umile operaio che non ha studiato oltre la terza media (e credo che dai miei scritti si capisca) ma che è cresciuto con la passione per la lettura e la scrittura. Un'altra cosa che mi tenta sempre e che non mi faccio mancare è l'ironia, quindi chiudo qui per non farle perdere altro tempo… la prego, mi perdoni anche questa. Le auguro buone cose e buone letture, però ogni tanto non si perda anche qualche cattiva lettura che anche quelle a volte, possono sorprenderci piacevolmente. PS: Visto che il mio pseudonimo è Arturo Bandini, mi permetto di consigliarle (se non li conosce già) la lettura di qualche romanzo di John Fante… non si mai che ne nasca un buon arbusto.
Di Veronica: chiedo scusa all'autore ma dalla risposta che ho letto ho perso il mio tempo a leggerla. tanti saluti!! Veronica
Di Arturo Bandini: Mamma mia quante recensioni! Non ci sono abituato. Mille grazie a tutti per l'attenzione, per gli stimoli e per i suggerimenti che mi date. Ogni vostra parola è per me un piccolo tesoro. Scusate se non vi risponderò uno per uno ma mi limiterò a fare qualchè accenno generale prendendo stimolo dalle vostre graditissime recensioni. Io non lo so se quello che ho scritto si possa chiamare poesia, (poesia è una definizione che gli do per pura convenzione) non e questo che mi interessa; non mi interessa saper scrivere correttamente, (non ne sarei nemmeno capace) certo lo stile è importante ma per me lo stile non è una bella forma ma qualcosa che ha a che fare con il contenuto e nel contenuto di quello che scrivo ciò che mi piacerebbe comunicare e quasi sempre qualcosa di poco limpido. Non mi interessa tanto la chiarezza delle cose perché credo che nel nostro profondo le cose non sono mai chiare. Per me l'incompatibilità è una costante dell'essere, quindi ben venga alla luce anche attraverso la scrittura. Credo che la coerenza vada bene per un saggista, non per chi cerca di esprimere quello che ha dentro. Inoltre per me compito principale della scrittura è quello di aprire porte verso nuovi mondi, quindi ben vengano tutte le diverse letture che un testo può suscitare; anzi, più ce ne sono più il testo acquista valore e ricchezza. Questa cosa cosa che ho scritto è nata da un pensiero puramente ironico, ma mentre la scrivevo mi veniva in mente un altro mio scritto, " La madre surreale " e pensavo che in fondo, in amore siamo come quella madre, non sopportiamo che le persone che amiamo siano felici anche senza di noi. Chiedo scusa se questa recensione invece di chiarire le cose le ha rese ancora più oscure, del resto se nella vita avessi saputo scrivere chiaramente, forse non mi sarei mai messo a scrivere. Che altro dirvi? Grazie di nuovo a tutti

Di Arcangelo Galante: Ho trovato il testo carico di incompatibilità e non propriamente affascinante, se non nel titolo, che, emozionalmente, potrebbe stimolare a essere letto. Troppi passaggi, forse un po' sconclusionati e in antitesi tra di loro. Con tutta la volontà nel pensare bene, forse, l'autore intendeva esprimere concetti profondi, indubbiamente legati ai sentimenti provati per (?). Domando scusa ad Arturo, ma ho letto liriche stilate con più "coerenza", rispetto a questa. Buona poesia a tutti.
Di Veronica: Nessuno me ne voglia in quanto il testo non mi appare leggibile sotto forma di poesia: costruito male nell'impostazione e nelle strofe, persino nella metrica. Sinceramente non mi è piaciuto; però, nello spezzare una lancia a favore dell'autore, se volesse rivederlo con grande obiettività, credo sia utile apportare modifiche necessarie a renderlo armonico, scorrevole e lirico. Non concordo con nessuno dei commenti precedenti. Disinteressata lo scrivo. Un cordiale saluto all'autore. Veronica da Milano.
Di Gennaro: Buongiorno! Ho letto quello che ti scrivo e Non mi sembra proprio una poesia ma non me ne intendo. Piuttosto un discorso con tante ripetizioni dedicate alla donna che si vede bene, però ci sono troppe contradizioni perché lei dice morirei per te ma sarei felice pure senza di te e altre parole. Eppoi non mi sembra scritta proprio bene. La ringrazio e la saluto. Gennaro Vitone
Di Ida Dainese: Qui, infatti, si resta affascinati già dal titolo, il bell’inizio di un testo che non è da meno. La prima lettura corre veloce perché i versi sono composti senza inciampi, si sciolgono come nastri e fluttuano nell’aria. Si sorride perché ci si sente piacevolmente canzonati, l’autore “sembra” parlar d’amore ma le immagini sono tutte alla rovescia rispetto a quel che ci si aspetterebbe da una serenata.
Però io sono una donna e, come tale, vedo anche oltre i nastri (o me lo invento Laughing ). Mi sono data perciò alla seconda lettura e ho ponderato sul significato della parolina “per”: forse non è “in cambio di” ma “grazie a”. Così la poesia sembra diversa, perché l’autore, grazie alla sua bella, può dare via la sua morte e cioè restare vivo. Nelle strofe che seguono quindi, è grazie all’avere lei che il poeta scampa da ogni tormento, malattia e vizio; grazie a lei può permettersi di essere ladro o cavaliere, di annullare le sue certezze e le sue debolezze. Lei potrebbe cambiarlo così tanto che lui la sentirebbe accanto anche quand’è lontana (tanto per citare Shakespeare). Così l’ultimo verso apparirebbe più serio di quel che sembra e terribilmente romantico.
Se questo non era il tuo intento, eh beh, pazienza.
Di Massimo Baglione: Una poesia ironica. Sin dal titolo mi ha coinvolto. Bel lavoro.






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