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Thu 25 April, 23:20:36
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Recensione o commento a: E mi vieni a cercare - (Racconto Narrativa, Breve) - di Dodarella:

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Di Arcangelo Galante: "Una parte di sé" è il secondo racconto, che, a mio avviso esprime appieno la profondità d'animo dell'autrice. Una sorta di analisi introspettiva in cui Anna, la protagonista, si pone mille e più domande, in forma di pensieri non esposti, sul vero e proprio significato della sua intera esistenza. Luci e ombre, pioggia e sole, sono sensazioni che esplodono dentro la sua mente, alla ricerca continua di domande che, sino a ora, non hanno ottenuto le risposte attese. Lo specchio sembra voler riflettere l'immagine di un'altra persona o, forse, voler indicare ad Anna qual è la via giusta da perseguire per volare verso nuove e più fruttuose mete. L'insoddisfazione muta, verso il tramonto, divenendo quasi una certezza assoluta: la piccola adolescente sta per spiccare il volo, "non più carceriere e carcerata, non più gabbia ed usignolo, una persona nuova"; in poche parole, il ritorno a una vera e propria normalità. Racconto che ho molto apprezzato, per linearità di scrittura e contenuto, altamente riflessivo.
Di Arcangelo Galante: "E mi vieni a cercare" è il titolo del primo racconto, che mi ha incuriosito sin dal suo incipit. La storia si sviluppa molto bene, in un crescendo di sensazioni, scaturite dai ricordi della protagonista, che li narra in prima persona. Un rapporto molto intenso, segnato da un'amicizia alquanto profonda verso quella ragazza di Berlino, trapiantata nella città eterna. Subentra poi una non celata vena di tristezza per una tragedia, forse non compresa o volutamente tenuta nascosta, per non turbare la sensibilità e intristire gli animi. Il rivederla, in condizioni di salute precarie, provoca un moto di rigetto verso quella situazione, nella consapevolezza che non v'è spazio alcuno per la speranza, che comunque arriva in forma diversa, quasi da un'altra dimensione. Interessante la chiusura, con quella paura inconscia che lascia presagire un qualcosa di più funesto. Un testo molto bello, ben scritto e piacevole a leggersi.
Di Ida Dainese: Il secondo racconto “Una parte di sé” è più riflessivo e più complesso. Anche qui è ben narrata la figura di questa donna in diverse giornate della sua vita, trascorse, presenti e future. I pensieri che le affollano la mente sembrano quasi uscire da lei e girarle intorno come entità indipendenti. A volte le giornate iniziano con un sole luminoso ma silenzioso, più spesso con la pioggia che si fa ben sentire e vedere. La protagonista ha una sensibilità capace di avvertire ogni emozione prodotta dai ricordi, dalle gocce di pioggia sui vetri e sulla pelle, dal camminare a piedi nudi su marmi gelidi o su morbida terra, dal vedere un’altra se stessa nel riflesso di uno specchio. Forse questa sensibilità è stata causa di ferite profonde ma è anche forza di riprendersi e di salvarsi. Lo stile è anche qui dolce, a volte ferito, con belle immagini come quella degli angoli e dei piedi nudi che camminano senza timore.
Di Ida Dainese: Il primo racconto “E mi vieni a cercare” mi è piaciuto molto. Breve, ben scritto, in così poche righe racconta di un’amicizia, di ricordi e di tragedie. Ci sono espressioni molto poetiche e un’atmosfera dolce.
Si avverte subito fin dalle prime frasi la malinconia per un tempo che non può tornare indietro, il tormento per non aver visto, per non aver capito gesti e atteggiamenti. C’è la bellezza di un’amicizia serena e l’ombra dei primi problemi, il rimorso per non aver voluto vedere e il dolore per essere arrivata tardi, per essere stata lasciata indietro, ritenuta non abbastanza degna di simili confidenze. Una punta di tristezza offusca i pensieri, l’immagine dell’amica ancora viva nella mente si fa più insistente portando turbamento: sembra ancora allegra come l’adolescente di un tempo, sussurra e chiama, senza accuse né ripensamenti.
All’inizio è un malinconico piacere riallacciare quel rapporto col pensiero, ma quell’ultima sensazione di paura è forse un avvertimento?






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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