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Thu 28 March, 15:26:24
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Recensione o commento a: La voce e l'assenzio - (Racconto Narrativa, Breve) - di Marco Cometti:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Il grazie è dovuto a te, Marco, perché resta sempre un vero piacere leggerti e commentarti, quando il tempo e le altre attività quotidiane me lo permettono. Contento non poco che tu sia tornato a pubblicare. Buon proseguimento letterario nel sito. Lietamente ti saluto, riconoscente per la risposta data.
Di Marco Cometti: Grazie di cuore.
Di Arcangelo Galante: La voce dell'anima del protagonista appare come rifugio inviolabile, nel dialogo epistolare su cui è incentrata la narrazione. L'autore colloca l'uomo nello spazio tempo, riconoscendo la sua interiore dimensione nel quadro di una fragilità dovuta al piacere di bere alcolici, a cui, però, egli non si sottomette, affrontando riflessioni sull'accaduto di un passato incisivo, senza abbattersi moralmente. Ritorna la percezione della crudeltà del tempo, che passa inesorabile, e dell'eterno scorrere della vita stessa che arriva a disilludere senza pietà quell'esperienza che pareva essere stata assopita nella mente. L'anelito all'evasione verso orizzonti più ampi e colorati è destinato a salvarlo dalle angoscianti vicissitudini ingurgitate a fatica, dalle quali ne esce vittorioso, con dignità e con un amore proprio forse più ferreo di quanto lui stesso avesse potuto immaginare. Egli ha creduto nella forza sua e, reagendo, ha vinto le battaglie anche per fede e nella credenza di una filosofia personale di vita, costruita sugli insegnamenti di Kant. Ancora una volta, le emozioni ci consentono di sopravvivere, come accade nella conclusione, rivolta all'ultima cosa che può portare quiete nell'animo percosso, ben sottolineato nel post scriptum. Storia densa di una vivida consapevolezza dei limiti e delle potenzialità dell'umano sentire. Splendida la chiarezza del componimento. Complimenti meritati, Marco. Un autentico piacere averti letto!
Di Ida Dainese: Questo racconto mi ha colpito, per l'argomento, e per la figura di quest'uomo, per il bel modo in cui lo hai descritto.
Avrebbe potuto perdersi nell'alcol, nella commiserazione, in lamentose polemiche. Invece ho avvertito fin da subito il lato controllato e lucido di questa persona, la saggezza delle sue decisioni, mutuata dalla sua età e dalla terribile vicenda subita.
Ancora più d'impatto è che sia lui a parlare, con l'espediente della lettera.
Scrivere dà modo di riflettere sulle parole, permette di fermarsi per recuperare la serenità necessaria per continuare. Non parliamo di un uomo che subisce, anzi, cercò di difendersi allora e combatté tutta la vita contro la sofferenza per l'ingiustizia, per il dolore, per l'irreversibile danno, per il suo futuro improvvisamente così diverso.
Forse il suo carattere lo ha salvato, e lui è sempre stato migliore degli aguzzini.
Forse per questo la sua denuncia non ha sapore di vendetta, solo di giustizia, un tentativo di rimettere le cose a posto. Tentativo che a prima vista può sembrare inutile, invece è un segno di forza. Dopo tanto tormento, al momento della resa dei conti lui si è comportato da vincitore, discreto quanto basta, con una dignità mai umiliata, con una visione della vita mai perduta.
Di Isabella Galeotti: Sono rimasta incollata al video, ho sentito la pace e la serenità nella scrittura di questo professore, credo, quando raccontava del perchè negava l'appuntamento, poi ho sentito l'ansia che è riaffiorata, e che pensava sopita, quando ha sentito la voce e quando, con i suoi sensi supersviluppati da anni, hanno orodato e fatto riaffiorare il passato. Racconto molto curato, in ogni particolare, la stesura, i blocchi e le interlinee inserite con maestria. Esse danno modo al lettore di assodare quello hanno letto e pensare quello che ci potrà essere scritto dopo. Fantastico.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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