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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: È un racconto che, molto spesso, succede nella realtà di oggi, in cui la dinamica dei rapporti viene messa a dura prova dalle difficoltà incontrate da parte di Anna, moglie e madre, costretta a tirare la somma di una vita, spesa a discapito dell'amore vissuto. In primis, è lei a sacrificarsi moltissimo, mostrando stanchezza dolorosa, nel continuo affronto di una situazione, divenuta insostenibile. Il marito, Antonio, ricopre un ruolo importante nel sostentamento dell'entourage domestico, ma si mostra troppo preso, unicamente dei problemi personali. Il loro figlio Marco, invece, è davvero l'orgoglio materno, perché intuisce cosa la donna stia passando, in un frangente aspro e spigoloso. Inoltre, tutta l'amarezza che, nell'ambiente, si respira, viene appesantito anche dalla mancanza di un dialogo chiarificatore tra il marito e la moglie. Se anticipatamente fosse possibile prevedere il risultato di un incontro sentimentale, che in partenza potrebbe offrire gioia al futuro degli innamorati, le scelte sarebbero più oculate e meno dolorose. Perciò, in questo match rimane difficoltoso stabilire un vincitore, se non la povertà che, unendo tre persone, gli dona il resto di niente. La narrazione è intrisa di elementi sociologici, ben rappresentati con precisa lucidità . Uno scritto che, nella finzione creativa, centra perfettamente l'obbiettivo stabilito dall'autrice, nel volere esprimere la convivenza disagiata dei protagonisti.
Di Isabella Galeotti: Ho trovato strano che nessuno ti abbia recensito.
� un racconto di vita. La vita è questa, ci si conosce, si fa un figlio. Naturalmente tutto questo cambia la nostra vita. Pregiuca la libertà , ma bisogna fare delle scelte e queste sono date dal fatto che se si ama una persona ciò non preclude la libertà , ma questa libertà viene condivisa prima in due, poi in tre. I sacrifici, le decisioni le responsabilità fanno crescere le rughe della saggezza, ma senza di essere non saremo umani. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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