Di Athosg: Questo racconto è il mio record...come in "aspirante scrittore" (in riferimento ai romanzi Hard boiled) volevo scrivere un racconto lungo (per le mie capacità). E' vero, anche in una storia di omicidio cerco sempre di inserire un pensiero filosofico. A memoria, ora vado a correggere, i difetti che hai colto, anche io sentivo che c'era qualcosa che non andava bene. Grazie, come sempre graaazieeee!

Di Ida Dainese: Questa è una storia che lascia il lettore ad arrovellarsi sui dubbi. Chi è stato? Potrebbe averlo fatto quando? Ti sei dilungato sui personaggi, ben descritti fisicamente e anche nel carattere, hai esposto i motivi dei contrasti tramite i loro dialoghi, padre contro figlio, entrambi contro fornitore, carabinieri ecc.
Hai sviluppato una storia che sembra ancora aperta, nonostante la bella scena finale in cui Giobbe si allontana, o forse sono io che mi sono persa degli indizi.
È anche vero che l’omicidio dell’imprenditore non è il fulcro della storia; il titolo parla della versione di Giobbe, cioè di quelli che sono i suoi pensieri a proposito del mondo, dei fatti che succedono. Ecco che allora avrebbe senso anche l’incontro con la mendicante dell’inizio (che sembra di troppo perché non c’entrerebbe con il racconto di un delitto). È solo la mia opinione, sai, può darsi che io non abbia capito bene il punto del discorso perché mi sono concentrata sullo scoprire l’assassino.
Inoltre, scusami perché vorrei dirti anche che ci sono delle sviste da correggere, e che nel brano dove parli della vecchia signora ci sono dei tempi verbali da sistemare.
Si dice “al lavoro” e “di malavoglia”.
Questa frase non è chiara: “Doveva convincere ancora suo padre e sperava che dopo quella mattinata avesse più possibilità.” Se è Giobbe che deve convincere il padre allora “sperava, dopo… di avere più…”
Questa invece: “e a metà mattinata ebbe finalmente carburato” meglio “aveva carburato”
Ciao, grazie per la pazienza!