Di Fanfulla: Grazie ancora della tua gentile recensione. Ma come fanno a piacerti le mie frivolezze, quando scrivi cose molto belle e profonde come "Stanchezza?". Saluti.

Di Ida Dainese: Ma dai, non è ignobile. Mi è piaciuto molto, come l’appendice che (per fortuna nostra) ti è sfuggita. Immagino che quest’ultima abbia avuto un momento di vita propria e si sia lanciata sul sito agendo alle tue spalle. (Sì, probabilmente ti sei solo incasinato col computer, ma vuoi mettere la mia versione?). Mi piacciono il tuo stile ironico e i tuoi finali a sorpresa ma nella mente ho sempre il mitico Asso e i suoi beep-consigli!

Di Fanfulla: Infierisci pure, non chiedo di meglio. La correzione delle bozze è attività noiosa e poco creativa. Mi scappa sempre qualche refuso. Non uso il correttore automatico perchè i miei racconti sono infarciti di termini insoliti e scombinati che mandano in tilt qualunque correttore. Passerei più tempo a istruire il correttore che a corregere direttamente. L’appendice è finita sul sito per errore (davvero!). A proposito del metodo tre, in effetti non mi ero chiesto cosa succederebbe in caso di scrittrice femminuccia, invece che di scrittore maschietto. Applica subito il suddetto metodo e fammi sapere.
Ancora grazie del tempo dedicatomi e delle utilissime correzioni. Ma alla fin fine, la domanda resta una: ti è piaciuto l’ignobile raccontino?

Di Fanfulla: Scusa per il ritardo, dovuto a ferie.
Grazie davvero della gentile recensione. L’intenzione era far divertire con le storie di UFO. Spero che lo scopo sia stato raggiunto, almeno un po’. Ti confesso che è un particolare piacere per me sentire che qualcuno legge le mie follie, scritte ad uso e consumo di amici e parenti, e adddirittura le apprezza.
A rileggere e a pensarci bene, sembro un poco schiavo del “finale a sorpresa”. In raccontini così è difficile rinunciarci, ma ci proverò. Saluti di fine estate.

Di Ida Dainese: Nella buffa appendice al racconto, si apprende dell’esistenza di tre metodi per trovare un finale alle storie che si scrivono.
Si capisce che il metodo numero tre è quello scelto, non tanto per l’elaborata filosofia che vorrebbe giustificare un certo comportamento, ma perché coincide con le iniziali dell’Autore, nella firma in basso.
In effetti è deliziosa la descrizione dell’ispirazione-Folletto, ma se l’Autore pensa di infinocchiare con tali nobili argomentazioni le varie mogli/fidanzate/compagne gli conviene credere che verrà un Ufo a rapirlo.
Sarebbe interessante sapere quale reazione produrrebbe il metodo numero tre esposto da un’Autrice ai vari mariti/fidanzati/compagni.
(Per infierire ancora di più ti segnalo che i puntini di sospensione devono essere sempre tre e che hai scritto per due volte “dell’studio”, “soprattutto” con una t sola, e “dietro di sè” senza accento.
Inoltre, “semmai se cercare di intuire” va senza se, “come ha scattao queste foto” è una svista e “Nuestra Segnora” va scritta Nuestra Señora)

Di Ida Dainese: Un racconto divertente narrato con stile scanzonato. Si dimentica presto quel fante di cuori del titolo, presi dai svariati personaggi che frequentano lo studio di quest’avvocato che, nel suo tirare carte al cestino ricorda molto il Fox Mulder di X-files quando tirava matite al soffitto.
Si potrebbe ridere anche solo immaginando la sua faccia imperturbabile mentre ascolta la piccante avventura della signora Barilotto, ma sono diversi i punti ironici della narrazione che riguardano personaggi e testimonianze, ironia che diventa surreale nell’immaginare la scena dello scompiglio di Manolita e colleghe.
A quel punto, quando il lettore è rilassato perché si sta divertendo e non è più impegnato a cercare indizi sospetti tra le righe, ecco arrivare la sorpresa che ribalta tutta la situazione. L’atmosfera si accende e poi ritorna placida, mentre riappare il fante di cuori a chiudere il cerchio aperto all’inizio.
Tutto prosegue come prima, con la differenza che ora il lettore sa cosa succede. Oppure no?