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Recensione o commento a: Neve - (Racconto Narrativa, Breve) - di Stefano Pelleriti:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Una pagina interessante e utile al lettore, inerente l'approccio e la reazione emotiva, fisica e psicologica, dell'essere umano, ma, persino, i limiti propri, nel dover affrontare, come nel caso esposto dall'autore, una eccezionale nevicata che mette in discussione la capacità di essere gestita. Pare proprio che la modernità abbia compiuto passi da giganti, nell'offrire comodi mezzi per vivere con più facilità, senza insegnare, d'altro canto, a saper destreggiare il civile, dinanzi a un imprevisto, il quale, crea un corto circuito, mandando in tilt il facile sistema di quotidiana vita. Eppure, l'istinto umano nel sopravvivere, in talune circostanze, emerge, forse per costrizione, oppure per stimolazione indiretta degli eventi. Veritiera l'affermazione che recita: " La tecnologia, che ci condiziona e ci determina in tutto, di colpo si inceppa e diventa inutile, anzi di ostacolo…". Ottima pubblicazione, per salienti riflessioni. Testo didascalico. Un cordiale saluto, Stefano!
Di Ida Dainese: Interessante riflessione su un istinto perduto. L’uomo moderno ha bisogno della sua comoda vita per poter sopravvivere e qualsiasi incrinatura improvvisa lo può mettere in pericolo. La neve in città ne è un esempio. Non si tratta più di festa, di gioco infantile o utile coltre per i campi, ma di una seccatura, di una perdita d’ordine, di una minaccia al quieto vivere. La neve deve stare sui campi da sci (e se non c’è se la inventano), non sulle strade trafficate, a minacciare la sicurezza come le antiche belve al di là del cerchio di fuoco. Ogni uomo attuale può vivere solo nel tempo moderno, dove ha perso antichi istinti ma sviluppato nuove ferocie.
Di Randagia: "siamo di nuovo alla primitiva lotta per la sopravvivenza. Il fatto però è che probabilmente in molti di noi l'istinto non c'è più."
Questa frase per me vale tutto il racconto, e attorno a questo concetto si potrebbe spendere qualche parola in più oltre all'ostinarsi a prendere la macchina, o a tornare a casa invece che infilarci nel primo hotel a buon prezzo. Dai Stefano, regalaci una nuova versione della nevicata del 2010Wink
Di Stefano di Stasio: Una bella pagina, questa dell'autore, che ci invita a riflettere sui limiti fisici e psicologici imposti dalla nostra "civiltà". E dunque basta un imprevisto, in questo caso la neve, per far andare in tilt il traffico stradale ma soprattutto i nostri comportamenti e processi decisionali. Emblematica è la frase nel racconto "La tecnologia, che ci condiziona e ci determina in tutto, di colpo si inceppa e diventa inutile, anzi di ostacolo...".
Ci accorgiamo che il nostro istinto di sopravvivenza, così a lungo sopito, è il nostro più fedele angelo custode di là dalle convenzioni sociali. Interessantissima tematica che potrebbe essere sviluppata in molti esempi e trattata in diversi spunti letterari (forse anche in una gara di BraviAutori). Complimenti all'autore per aver colto nella situazione di difficoltà questo aspetto inquietante della psicologia dell'uomo moderno.
Di Pia: le "d" eufoniche... eterno dilemma: usarle o non usarle? a me non piacciono, trovo che interrompano la fluidità del discorso, ma pare che oggi sia solo un fatto di gusto. A parte questo, tutto il testo lo trovo poco fluido, come se fosse un po' forzato, è una considerazione e va bene, ma non è molto "narrata", sembra più tecnico per quanto ci sono delle espressioni tipo "tutto di un tratto" o "quello" che ci ha tamponato. Questa è solo una mia considerazione naturalmente Wink
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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