Di Arcangelo Galante: Il racconto è avvincente, giacché crea suspense nel lettore, coinvolgendolo nell'immaginifico scenario, ben descritto dall'autore. La storia è ben congegnata, sino a incuriosire e ben procurare un senso di attesa, verso un finale, che si presenterà quasi silenzioso, ma a effetto, nel rivelarsi, inaspettatamente, sorprendente. Talvolta, leggendo il testo, scritto correttamente, ci si può soffermare sull'idea che, alcune situazioni, siano preconfezionate dal destino, e perciò, nonostante gli sforzi fatti, il tutto possa sempre continuamente andare avanti, proprio come lo scroscio della pioggia, la quale, inesorabilmente, continua, senza mai fermarsi. La dinamica del racconto, offre utili spunti di riflessione sulle reazioni emotive del personaggio, catapultato in un'improvvisa fatalità, che, in conclusione, non ci sarà rivelata, se potrà essere, fatale o meno, al suo destino. Pertanto, ognuno può interpretare la conclusione dello scritto, secondo quanto l'anima ha percepito, e in base alla deduzione logica della vicissitudine espressa. Complimenti, per la capacità di mantenere, sul filo del brivido, l'attenzione di chi si addentra, per comprendere il significato del messaggio, voluto trasmettere dallo scrittore. Un cordiale saluto, Davide.

Di Ida Dainese: Questa pioggia non l'ha fermata nessuno. Un racconto di tragica bellezza, dove lo scrittore ha curato nei particolari l'azione ma il lettore non se ne accorge. Si legge coinvolti, ora in auto con Giorgio, ora a fianco di Elena, sotto la pioggia battente, con un senso di angoscia, vago ma persistente. Siamo tutti come Elena, in bilico tra la curiosità di sapere e il malessere di aver saputo. Non ci è dato di conoscere il futuro ed è un'ottima cosa, meglio la speranza che il lento, mortale stillicidio delle ore che ci restano. Ho sempre pensato che la tragedia risieda nei pochi minuti (di ritardo o anticipo) con cui ci troviamo all'appuntamento con persone e eventi.
O all'appuntamento di leggere un racconto così.

Di Isabella Galeotti: Il racconto all'inizio mi sembrava un pò monotono,una litigata, insomma la vita di tutti i giorni, poi con lo scorrere delle righe e il ticchettio della pioggia sempre presente sono arrivata alla fine, dove l'epilogo è da maestro.
Io credo, come scrivi tu, che il destino siamo noi a disegnarlo, con le nostre azioni che sommate alle azioni di altri tracciano il nostro sentiero che poi è la vita.