Di Arcangelo Galante: Il testo, assai interessante, potrebbe essere interpretato quasi come la storia della caduta degli ideali, in base alle corrette riflessioni dell'autore. Difatti, l'idealismo, in parecchi casi, lo si vede sotto le sembianze di un paradiso felice, ove il cielo degli ideali, ben combacia ai pensieri terreni, convivendo in armonia; un luogo mentale, insomma, dove persino i sentimenti e le emozioni si possono condividere, con sincerità e speranza, sotto il palcoscenico di un ragionamento offuscato, dell'esistenza stessa. Però, d'altro canto, l'arrivo dei fatti e delle situazioni della vita, delle cose che succedono e scuotono l'animo del poeta, sembra incrinare questo panorama, precipitando ogni percezione e desiderio, come pioggia gettata, sulla terra della disillusione. Pertanto, gli ideali di alcuni, divengono adatti a placare la sete di altri, ma lasciando, invece, l'arsura in chi continua a rendersi conto che, pur abbeverandosi, essi fuoriescono, giacché illusori e, quindi, irrealizzabili. E quello che rimane da condividere, e di cui parlare, è solo la presenza del cosiddetto "cane che si morde la coda da solo".