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Fri 19 April, 20:34:40
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Recensione o commento a: Lo strano caso del signor Barlow - (Racconto Narrativa, Medio) - di Anita Veln:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Una storia assurda, grottesca e impressionante, nell'esprimere un messaggio, purtroppo, veritiero e riscontrabile ancora nel mondo d'oggi, non solamente nella fittizia realtà, dettagliatamente ben descritta dall'autrice. Eppure, oltre ai punti salienti, intesi sottolineare con accuratezza e impegno dalla scrittrice, il testo, offre al lettore intensi spunti di ampia riflessione sull'argomento, intavolato egregiamente. Uno Stato, il quale ha l'indescrivibile capacità di controllare, in qualsivoglia istante, un popolo, tramite gli strumenti delle informatiche tecnologie, nonché munito delle telecomunicazioni più all'avanguardia, usufruendo di tantissimi mezzi a propria disposizione e adoperando la rete globale, lo sviluppo di social network, e altri sistemi "segreti", spaventa terribilmente, condizionando, inesorabilmente, ogni cosa del quotidiano vivere. Eppure, una sì tale alta "fantasia", non rientra, esclusivamente, nel contenuto surreale dell'opera pubblicata.
Di Ida Dainese: Ciò che spaventa, in questa storia, è proprio la vicinanza col mondo di oggi, dove non si è ritenuti normali se non si possiede un mezzo tecnologico o non si risulta presente in qualche modo nel web. Allo stato odierno è ancora una scelta individuale, anche se la vita può essere difficile o lenta per chi non ha un profilo virtuale, senza dubbio si rimane tagliati fuori da molte possibilità. Ci si abitua pian piano a telecamere e intrusioni varie, in nome della sicurezza si sacrifica un po’ di libertà. I nostri documenti, i nostri soldi già viaggiano così. Le nuove generazioni lo considerano sempre più normale e necessario. Forse capiterà davvero un giorno in cui da comodità le macchine si trasformeranno in dittatura e dovremo fare i conti con i sergenti Novak, ma già adesso stiamo perdendo la fiducia verso uno Stato che vediamo come oppressore, indifferente alle nostre necessità. E per questo la situazione del signor Barlow ci colpisce, la sua angoscia, la sua disillusione, la sua disperazione così vicina alla pazzia.
Di Massimo T: Il racconto fa aprire gli occhi su una realtà assurda, forse lontana, forse solo fantastica, ma che per certi versi ha delle "follemente chiare" relazioni con la realtà attuale, o comuqnue quella più prossima. Uno stato che, grazie alle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, alla rete globale, allo sviluppo di social network, etc., al condizionamento (iniziato forse quasi per gioco o per fare solo moda) della popolazione globale, è nella condizione di controllare tutto e tutti, in ogni momento. Una realtà surreale in cui si può essere accomunati ai peggiori delinguenti anche solo se, per sbaglio o dimenticanza, o perchè la vita vera a differenza di quella digitale impegna fino allo stremo delle forze, ci si dimentica di crearsi un'identità digitale, figuriamoci poi se non la si vuole. Il racconto, come idea e sviluppo della storia, mi è piaciuto molto. L'autrice fa vivere il senso di angoscia e impotenza del provero protagonista, il senso di rassegnazione e di terrore per l'identità digitale che lo Stato gli ha forzatamente attribuito. Nella forma, però, credo debba essere un po' rivisto, a volte la lettura non procede proprio limpida.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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