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Thu 28 March, 14:55:38
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Recensione o commento a: La retta e il punto - (Poesia Biografia, Brevissimo) - di Paolo Maccallini:

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Di Paolo Maccallini: Il legame con "Candida e nera" deve essere il tempo, hai ragione Ida. In entrambi i casi c'è un viaggio nel tempo: nell'altra poesia il viaggio copre millenni, qui invece si parla di decenni. Ma questa poesia può forse giovarsi di una parafrasi, visto che qui c'è una narrazione, una specie di favola antica.

Il protagonista ha incontrato una bambina di 10 anni in Egitto e si innamora della donna che diventerà. Ma essendoci molti anni di differenza, questo amore non può realizzarsi. Pertanto il protagonista si rivolge a una divinità locale (la dea nera i cui fianchi bruni cullano il mondo). Questa divinità in principio gli fa notare che in fondo gli uomini amano sempre una sola donna nella loro vita, che si incarna ogni volta in una persona diversa ("dalla culla alla tomba di volto in volto"), ma che in fondo è sempre lei, la divinità nera, intesa come principio femminile. Dunque — sostiene la dea — l'uomo non deve preoccuparsi di aspettare quella particolare donna, perché la ritroverà in un'altra donna, con un altro nome e con un altro volto. Ma il protagonista non si rassegna e cerca di ottenere un miracolo dalla dea, seducendola. E il prodigio consiste in questo: il protagonista si trasformerà in una statua finché la bambina non sarà adulta, in modo da poterla amare. Ma è un patto teribile, perché il tempo non tornera mai a scorrere per il protagonista e dunque, nel momento in cui incontra la sua amata (ormai donna), la deve abbandonare: il loro incontro dura "l'intersezione di una retta con un punto".

La poesia prende spunto da elementi reali (la vacanza in Egitto e la differenza di età) e da un altro evento realmente accaduto: io ho conosciuto la ragazza a cui mi rivolgo attraverso le sue fattezze di bambina, grazie a una vecchia foto che è stata la prima immagine che ho avuto di lei. All'inizio avevo solo l'immagine della bambina che era stata, ma già provavo qualcosa per la donna di cui all'epoca conoscevo solo la voce.
Di Ida Dainese: Bellissima, mi piace tanto anche se l'ultimo verso è una staffilata. Mi ha ricordato in qualche modo la tua "Candida e nera", forse per quel mischiarsi del tempo, quando racconti l'incontro di un giorno e il manifestarsi dell'eternità. Qui c'è la figura di una dea incorruttibile, che non si farebbe commuovere ma che cede alla tenacia del postulante, anche se solo con una minuscola crepa. Mi piace quando il protagonista riesce a vedere nella bimba la donna che sarà, e non si stanca di combattere le leggi, il tempo e gli dei. Ma non posso che commuovermi col finale, con quell'incontro così intenso, con quel pianto che ti stropiccia il cuore.






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che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
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A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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