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Recensione o commento a: Civiltà in fumo - (Racconto Narrativa, Breve) - di Sphinx:

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Le altre recensioni o commenti
Di Marco Daniele: Tra tutti i modi in cui la civiltà umana potrebbe crollare questo è uno dei più divertenti (e tristi nel contempo) che abbia mai letto. Personalmente, se avessi scritto un racconto sull'argomento avrei pensato a qualcosa di più banale, come un incidente elettromagnetico che spegne per sempre tutti i dispositivi elettronici o un esaurimento improvviso di tutti i giacimenti di petrolio; l'idea del tabacco non mi sarebbe mai balenata in mente, quindi bravo, hai realizzato qualcosa di (a mio avviso) geniale. E pur nella sua apparente demenzialità, è uno scenario molto, molto credibile: l'isteria collettiva, le crisi d'astinenza che portano a gesti estremi, la scomparsa di ogni freno... però mi dispiace un po' per la povera piramide di Giza, ha resistito quattro millenni e mezzo solo per essere distrutta da un fumatore frustrato.
Di Ida Dainese: Ora che il 2012 è arrivato e passato da un pezzo, ci si dovrebbe sentire più tranquilli e di nuovo onnipotenti. Leggere questo racconto diventerebbe un piacere senza più ansia o quasi. Sì, perché non passa giorno senza che si scopri un piccolo problemino stile il tuo parassita OGM, e si inneschi una reazione simile a quella che racconti. Perciò questo bel racconto ha ancora tutta la sua forza: di divertire e di agitare minacciosi fantasmi dietro alle spalle.
Di Pia: la sparizione delle sigarette come causa scatenante della fine del mondo ce la vedo bene, forse i Maya erano fumatori incalliti con i polmoni incatramati. Ottima e realistica la spiegazione del crollo dell'economia, intorno all'industria del tabacco (come a tutte le industrie) c'è un giro incredibile di soldi, dai trasporti alla vendita all'utente finale.
Bel pezzo, l'ironia si percepisce bene
Di Stefano di Stasio: La sigaretta come pilastro della civiltà e della stabilità sociale. Quale lusinga per i fumatori, braccati, mortificati, vilipesi, diffidati perfino all�aria aperta! Lo spunto dell�autore è acuto. Nella intolleranza cieca, anche nei confronti del fumo, già si nasconde il probabile epilogo di sciagurate dinamiche comportamentali, qui descritte così efficacemente. Gente che si sbrana per la conquista dell�ultima risorsa, nel caso specifico, le sigarette. Il personaggio narrante scopre che le multinazionali degli OGM hanno prodotto una mostruosa degenerazione, un fungo assassino delle piante di tabacco. Con una serie di sconvolgimenti sociali, dedotti in modo iperbolico, viene narrata la distruzione della società, così come la intendiamo, e la nascita di una società di tipo arcadico-rurale. L�epilogo svela il simpatico gioco di parole del titolo. Il racconto è piacevole e, a volte, scanzonato. Personalmente trovo la conclusione estremamente ottimistica. La ottusa logica del profitto e la pervicacia dell�uomo nell�opera di distruzione dell�ambiente, credo che non lascerà né terra da coltivare né acqua da usare. Il dicembre 2012 è ancora lontano.
Di Sphinx: Eheh, hai ragione Angela, in effetti è un po' esagerato, ma l'idea di partenza era di scrivere un racconto ironico e semi-umoristico (se mi si passa il termine). Non nascondo che il genere futuristico-catastrofista mi attrae.
Grazie mille per le segnalazioni.
Di Angela Di Salvo: Una possibile estinzione della pianta del tabacco e il crollo della produzione delle sigarette determinano la crisi di astinenza di migliaia di fumatori che diventano esseri violenti e frustrati, bombe umane vaganti che riescono addirittura a mettere in crisi la civiltà del mondo facendola regredire. L'idea di partenza è orginale e consente di leggere con piacere il testo solamente in chiave fantastico-catastrofista. Che il mondo regredisca al punto descritto o che addirittura il progresso tecnologico venga azzerato per le reazioni a catena causate dalla mancanza del "fumo" mi pare assolutamente poco convincente sul piano realistico.
Segnalo la mancanza del "si" davanti a "erano estinte"; inoltre, a parte la ripetizione già segnalata, ci sono un paio di virgole fuori posto. Per il resto il racconto presenta un discreto impianto narrativo condito da una vena sottile di ironia che rende il tutto più "gustoso" da leggere e assaporare.
Di Nina Moon: Da fumatrice nell'anima (che ha smesso da qualche anno, salvo rari furti di tiri da malcapitati nel mio raggio d'azione) capisco fin troppo bene la fatica che può produrre l'abbandono della stampella! E che un mondo possa crollare per mancanza di una ragione che renda lo accettabile, non solo non è una cavolata, ma è molto realistico e, se vogliamo, fa parecchio riflettere su quanto questo sia effettivamente "il migliore dei mondi possibili".
Idea davvero originale, Sphinx, complimenti!
Scritto bene, scorrevolissimo e mai noioso, si legge fino in fondo che è un piacere. Ho notato però un piccolo eccesso di: "il peggio doveva ancora venire", detto in modi diversi. Per ribadire il concetto, avrei a quel punto lasciato la frase proprio identica, come figura retorica (tipo... anafora? Non mi va di verificare, Arditoeufemismo lo saprebbe di sicuro...).
Di GTrocc: Idea originale realizzata efficacemente. Dal punto di vista dello stile c'è solo qualche ripetizione di troppo, niente che mini la scorrevolezza.
Il racconto in sé non fa che ribadire le stranezze della società umana, evidentemente fallimentaria e basata su un concetto di economia malata. Ho trovato solo un refuso (che non ho segnato e adesso non vedo più Sad ).

Per il resto, sarebbe bello ripercorrere gli ultimi momenti di governi e Stati in maniera più estesa, magari rendendo il tutto una narrazione del biologo ormai anziano ai suoi figli cresciuti.
Di Sphinx: Grazie Giuseppe. Comunque la sigaretta elettronica già esiste. Wink
Ok, mi avete convinto. Cambio l'introduzione e tolgo che è una cavolata. Mi sento autorizzato.
Di Sphinx: Grazie Celeste. Ho il brutto vizio di sminuire tutto quello che scrivo. Questa idea mi balenava in testa da tempo. A volte mi immagino come cambierebbe la civiltà umana di fronte a cambiamenti drastici o per effetto di qualcosa che potrebbe stravolgerci la vita, in modo poi da fantasticare su possibili scenari futuri.
Di Giuseppe Novellino: Decisamente divertente! Una civiltà va in fumo per mancanza di roba da fumare, cioè di tabacco. E la sigaretta elettronica (trovata tanto bislacca quanto divertente)non può fare nulla per salvare la situazione. Un esempio di divertimento fantascientifico (io l'avrei catalogato nel genere, essendo la fantascienza non di un unico umore)con tutte le carte in regola per quanto riguarda la formula catastrofista. In poche parole sono concentrati un po' tutti gli aspetti del genere: il fenomeno dapprima trascurato, le prime avvisaglie del disagio, la catastrofe che si impone in tutta la sua dimensione distruttiva. Mi è piaciuta anche la prosa, asciutta, corretta, venata di umorismo e ironia.
Di Celeste Borrelli: Il fumo di sigaretta crea dipendenza fisica. L'astinenza da fumo è una vera e propria malattia con somatizzazioni: tremori etc. Racconto ben scritto, purtroppo è molto verosimile non è per niente una cavolata.
Non si può smettere da un momento al altro, almeno non quando non lo si desidera. Per smettere occorre una motivazione� Io ho smesso in previsione delle gravidanze.
Non è stato facile ma credetemi ne è valsa la pena.






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