Di Ivan Bui: Mi è piaciuto il modo di raccontare, capacità di descrivere anche ciò che non c'é. E' un pregio importante. Ogni tanto ho rischiato di perdermi ma non lo considero negativamente. Mi piace anche la decisione di lasciare in sospeso alcune situazioni, una narrazione che non può avere una trama definita, uno svolgimento "normale". Utilizzare molti aggettivi può starci, qui c'è qualche ripetizione. A me è piaciuto molto.

Di Namio Intile: Mi ha incuriosito la descrizione, ben calibrata, stuzzicante.
Il racconto invece non è stato all'altezza delle aspettative che hai suscitato, perché non mi hai regalato quanto avevi promesso. L'hai svolto e concluso in fretta, quasi fosse un compitino, e del lungo travaglio interiore di un ragazzo ribelle non ho letto quasi nulla.
L'ambientazione, un po' fantascientifica un po' fantasy, a mio parere non ti ha aiutato. Potevi benissimo collocarlo ai giorni nostri, senza perderti in inutili spiegazioni sul come e sul perché.
Buona la forma, ma da rivedere il lessico, poco attento e povero.
Per esempio: "perfettamente integrata tra le sue giovani ammiratrici; c'è anche un palestrato dal sorriso smagliante, una signora anziana perfettamente in forma".
A parte la ripetizione di perfettamente, quell'integrata non è il vocabolo adatto.
Attenzione ai troppi aggettivi.
Consiglio perciò più attenzione, più cura, leggerezza.
Tuttavia l'idea di fondo, quella della descrizione (che a mio parere non hai svolto) è valida di per sé sola.
A presto