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Recensione o commento a: La fattoria - (Racconto Narrativa, Breve) - di Tullio Aragona:

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Le altre recensioni o commenti
Di Tullio Aragona: Grazie Selene, lieto che si stato di tuo gradimento.
Di Selene Barblan: Davvero un bel racconto, significativo, ben scritto e secondo me non proprio criptico..nel senso che il messaggio è piuttosto chiaro e stimola eventualmente il lettore ad approfondire l’argomento. I miei complimenti!
Di Tullio Aragona: Grazie Ida, scusa il ritardo ma mi era sfuggita la tua bella e sempre attenta recensione.
Di Tullio Aragona: Grazie Isabella, hai centrato in pieno la metafora.
Di Tullio Aragona: Grazie per l'interesse e l'incoraggiamento.
Di Tullio Aragona: Non ho alcuna presunzione di essere noto, il racconto ha preso spunto dalla vicenda che hai individuato ma ritengo si possa adattare a molte occasionali tentativi di aggregazione.
Spesso i miei racconti hanno ricevuto "l'accusa" di essere criptici ma come puoi leggere nella successiva recensione di Isabella Galeotti, la si può interpretare senza alcuna conoscenza pregressa.
Grazie per il tempo che mi hai dedicato.
Di Isabella Galeotti: Il sopraffollamento, fa si che la personalità venga annientata, che l'individuo venga azzerato e non possa più far valere le proprie ragioni. Ogni volta che un gruppo di gente decide di fare qualcosa, ben aprezzato da altri, altri si aggiungono, fino ad arrivare alla saturazione e siccome l'umano ad un certo punto vuole farsi vedere, sentire, vivere, decide di "volare via da quel bailame di esseri incontentabili" Bella metafora, così l'ho capita io.
Di Munzio: Complimenti! Continua così, lettura piacevole
Di Visitatore: Non riuscivo a capire il senso di questo racconto. Quale fosse la motivazione che avesse spinto a scrivere la vicenda raccontata fino a che, “colpo di genio”, il nome del volatile indicato dall’autore non mi ha incuriosita.
Ho cercato su internet le caratteristiche dell’Indigo Bunting e… sorpresa: Un uccello dalle piume blu!
Leggendo l’intervista all’autore, che conoscevo fin dai tempi della frequentazione al forum “La Penna Blu”, tutto mi è apparso più chiaro.
Sbaglio o il racconto è una versione romanzata della chiusura di quel forum e il conseguente tentativo maldestro di chi cercò di avviarne uno nuovo e indipendente?
Spero di aver visto giusto, e se così fosse chiedo all’autore: “Come potrebbe interpretarlo e capirlo chi ignora quella vicenda”?
Un eccesso di presunzione che, secondo me, penalizza tutto il racconto.
Di Ida Dainese: Un racconto scritto molto bene, bello e triste con quel sipario che si chiude senza applausi. L’attore che sta da solo sul palco, senza costumi né decorazioni è la personificazione della verità, difficile da ascoltare e ancor più da accettare. Il pubblico è molto esiguo e metà degli spettatori se ne vanno a metà discorso. I pochi che restano sembrano non avere capito. Quando le luci si spengono e il teatro rimane al buio, anche la verità sembra rimanere oscura e perduta. L’attore aveva terminato il suo monologo dicendo che la cosa più importante, quello che contava di più era volare. Forse è suo quel battito d’ali che si sente: la verità che se ne va in cerca di altri luoghi. Forse invece c’era uno spettatore che aveva davvero compreso il messaggio di libertà.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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