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Thu 25 April, 22:56:34
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Recensione o commento a: Drago di fumo (cortometraggio) - (Video Fantascienza, Breve) - di Vihio:

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Di Vihio: Ti ringrazio del tempo che hai dedicato per l’analisi della storia, davvero accurata e riuscita. Sicché non ho proprio nulla da aggiungerle se non le due risposte che ti devo.
Intanto, sì hai inteso correttamente, viene citato l’albero pipal (ficus religiosa), ciò partendo dal fatto che é quello sotto il quale Buddha avrebbe raggiunto l’illuminazione (viene chiamato, appunto, anche albero della chiaroveggenza); inoltre tale pianta sarebbe altresì sacra nella mitologia indù quale albero della fertilità. Allora mi è sembrato plausibile che in un centro di ricerca palesemente occidentale, si potesse usare tale nome per definire in maniera scherzosa la cosa dall’apparenza soprannaturale simile a un albero oggetto degli studi.
Per quanto riguarda poi le voci robotiche, alle volte possono risultare poco intelligibili a causa di un cattivo missaggio con la musica, ma i miei mezzi sono limitati e non sempre il lavoro mi riesce proprio bene; tuttavia, anche se ho iniziato a usarle solo per necessità, l’effetto di straniamento che portano mi è immediatamente piaciuto, ricordandomi un poco le tecniche recitative utilizzate da autori come Bertolt Brecht, Daniele Huillet con Jean-Marie Straub o Aki Kaurismäki e che così bene si adattano a un racconto di fantascienza, che in sé un poco di straniamento lo dovrebbe sempre portare al lettore, io credo.
Chiudo ricordando che il racconto in questione ha poi uno sviluppo nell’altro intitolato: L’albero fantastico e l'uomo di latta.
Di user deleted: Mi appresto nuovamente a commentare una creazione di Vihio, pur con molta cautela trattandosi il mio di un approccio da “fan”, senza pretese di valutazioni “tecniche” non possedendone le competenze. In breve: gusto, estetica. Tuttavia, confesso di trovarmi in difficoltà, un po’ per quanto già detto, molto per il genere e i contenuti originali – oserei dire spiazzanti – a cui Vihio ci ha abituati. In altre parole, una cosa è dire “mi piace”, altro spiegare il perché. Ma ci provo, anticipando il disclaimer che normalmente utilizzo alla fine: in caso di mie usuali “sconsiderazioni”, negherò tutto.
Il Drago di Fumo, cortometraggio affascinante, per certi versi ipnotico, conferma l’elevato livello creativo raggiunto dall’autore, combinato con una medio/alta capacità di assemblaggio (animazioni, sfondi, musica). Al riguardo va detto che la piattaforma di BraviAutori non permette grandi slanci nei clip video, limitando i caricamenti a dimensioni estremamente ridotte. Maggior merito dunque a Vihio che è riuscito a sfornare un prodotto tanto significativo pur nei limiti imposti. La capacità creativa si estrinseca nello sviluppo del disegno animato, della sovrapposizione su sfondo, dell’incastro musicale (anche qui editato nel taglio). Il lavoro a monte è stato davvero notevole, credo non così evidente se si considerano tutti gli aspetti necessari.
Mi permetto di segnalare che la qualità audio, anche nella versione “twitter” e senza colpa dell’autore, non è all’altezza dell’opera per il mio modesto parere. Nello specifico, mi resta il dubbio se la voce narrante sia volutamente sintetica/quasi robotica oppure non rappresenti altro che il risultato degli strumenti a disposizione. In questo secondo caso, sempre rispettando le scelte del creatore, consiglio l’utilizzo di strumenti alternativi (in primis una traccia vocale differente, oppure i sottotitoli o, meglio ancora, i fumetti)
Entrando nei contenuti, il discorso si fa complicato almeno come la chioma dell’albero nel clip. Innanzitutto, per l’appunto, l’albero. Ho ascoltato con le mie (ottime) cuffie ripetutamente e ripetutamente, poiché il nome udito ha una forte assonanza, almeno mi sembra, con il Pipal (albero sacro indiano, il Ficus Religiosa). Infine opto per un fraintendimento da parte mia, ma lo voglio comunque segnalare poiché ai fini del commento ha un senso. Ed è appunto il “senso” la chiave di lettura: credo che la forza di Vihio si nasconda negli accostamenti che, in qualche modo, intrigano spingendo lo spettatore a cercare un nesso. Partiamo dal bellissimo Drago (complimenti per il volo sullo sfondo delle montagne, che ha un che di mistico) per passare improvvisamente a uno scenario “scientifico”, dove un assistente con il camice bianco invita a “tenere i piedi per terra” pur ammettendo i limiti attuali della conoscenza. Tutto questo di fronte a un albero che catalizza l’attenzione, che si muove espandendosi di pari passo con la base ritmica del pezzo su un magnifico sfondo di colori cangianti. Identifico la frase chiave nell’affermazione: “Credo pertanto di essere piombata in una particolare catalessi”. In definitiva, azzardo un’interpretazione, il Drago è una metafora della fantasia, senza tempo né spazio, e l’albero una rappresentazione dell’ignoto.
Last but not least, assolutamente not least, il brano scelto da Vihio. Ho fatto un po’ di compiti, il genere musicale è molto particolare, inquadrabile - nel dedalo di tipologie - in una sorta di “chamber pop”. Jonhatan Bree è un artista proveniente da un substrato indie, affermatosi proprio con il video di questo pezzo, facilmente rintracciabile. La scelta è eccellente a mio parere, poiché le sonorità (che al mio orecchio rimandano un po’ a quelle della ben più famosa Lana Del Rey) sono perfette nell’estensione melodica, formando un vero e proprio "cuscino" soffice e spazioso su cui snodare le immagini. Peraltro queste sono state ben montate con la giusta attenzione al ritmo musicale. Trovo il brano splendido, non lo conoscevo, ora scaricato e in fase di ascolto compulsivo, mi sembra assolutamente appropriato per portarci in una dimensione fantastica, quasi allucinogena tanto forte è la carica ipnotica.
Pur se il mio resta il commento di un appassionato, di nuovo formulo i miei complimenti a questo autore in cui intravedo un talento puro e scintillante. E per quanto riguarda eventuali mie “sconsiderazioni”, ricordo il disclaimer.






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