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Tue 16 April, 16:44:21
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Recensione o commento a: Omicidio a Casalborsetti - (Racconto Thriller, Medio) - di Andrea Menegon:

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Le altre recensioni o commenti
Di Andrea Menegon: Grazie Ida. Un grande saluto. Andrea.
Di Andrea Menegon: Grazie Francesco. Chiarisco (non vuole essere una giustificazione) alcuni aspetti. L'omicidio in pieno giorno, effettuato senza che nessuno lo noti, per chi non conosce il piccolo paese dove è ambientato, può risultare incredibile. Nel periodo narrato, con un po' di fortuna, la cosa è possibile. Inoltre, nelle vicinanze, esistono vari luoghi isolati dove è possibile celarsi alla vista mentre si effettuano operazioni come il trasbordo del corpo della vittima da un'auto ad un'altra. Vero che l'ispettore riceve la soluzione senza avere meriti specifici. Qui si è manifestata una caratteristica dei miei scritti. Facendo autocritica, paragono i miei racconti a puzzle, magari attraenti, ma che sono incompleti perchè mancano, qua e là, delle tessere. Grazie per aver sottolineato le caratteristiche negative, alcune delle quale mi erano sfuggite. Spero di riuscire, in futuro, a fare tesoro dei suggerimenti. Un caloroso saluto. Andrea.
Di Andrea Menegon: Grazie Isabella. Un piccolo chiarimento: la vicenda è ambientata a Casalborsetti perchè è la località dove trascorro i weekend estivi. La brutta vicenda di anni fa non ha influito. Aggiungo inoltre che l'ispettore Caffarello, alla sua seconda "uscita" (la prima è stata in "Tutto questo per così poco?), è un tipo burbero, scontroso, ma anche pieno di umanità e assai capace nel suo lavoro. Un grande saluto. Andrea.
Di Francesco C.: Ho letto il racconto volentieri. Bello il modo di scrivere, ma a mio parere ci sono delle pecche nella storia.
Più che un thriller, si tratta di un giallo, ma questo non è importante.
Ad un certo punto si loda la bravura dell'ispettore che è riuscito a risolvere il caso, mentre invece non fa assolutamente niente, la soluzione gli viene servita su in piatto d'argento.
La cosa che mi è piaciuta meno è il momento e la location dell'omicidio. Avviene in pieno giorno, in centro, nei pressi di una banca e l'assassino riesce a portare a termine tutte le complicate fasi senza essere notato da nessuno.
Altra cosa che non riesco a capire è la formattazione così compatta del testo. Come se il tasto invio fosse assente nella tastiera.

Di Ida Dainese: Il racconto si apre con un piacevole inizio, un bel posto che sa di vacanza, persone che lavorano nel proprio ruolo, rapporti personali tranquilli. Ma subito ecco l'ombra che cala e che porta a ciò che il titolo ha anticipato. La storia si sviluppa, con altri personaggi, con nuove scoperte e arriva alla soluzione finale.
La gradevolezza della lettura lascia però anche un po' d'amaro, perché sembra ricordarci che là fuori, nel mondo reale, queste cose purtroppo non occorre inventarle, succedono davvero. Decisioni che portano ad azioni irreversibili, che cambiano per sempre la vita di chi agisce e di chi subisce.
Di Isabella Galeotti: Catturata dal titolo. L'incipit è nella norma, se non fosse stato per il titolo non l'avrei letto. Quindi procedo. La trama è molto ben delineata, è limpida, e altresì scorrevole. Abbiamo il classico, in questo caso un uomo, morto ammazzato, abbiamo un ispettore un po originale, che prima pensa alla pancia poi al lavoro, ci sono dei solerti, gentili e disponibili polizziotti, ed infine la vedova ignara di tutto. Questo il sunto. Certo non spoilero nulla. Però ho googolato ed ho scoperto che la cittadina esiste e che molti anni fa è accaduto veramente un terribile fatto di sangue. Quindi immagino che l'idea germinale arrivi proprio da quell'episodio. Comunque l'autore ha una penna fluida e corretta(ps ho trovato qualche refuso, di pochissimo conto). I personaggi sopra citati recitano divinamente all'interno della storia. I paragrafi con qualche interlinea in più sono ben discolati per dare modo alla storia di prendere più respiro e dare modo al lettore di immagazzinare sia quel numero immenso di nomi e tutte la vicenda. La conclusione che dire… ops non posso dire. Ottimo racconto.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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