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Sat 20 April, 14:13:05
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Recensione o commento a: Loboteudemon - (Racconto Fantascienza, Breve) - di F. T. Leo:

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Le altre recensioni o commenti
Di F. T. Leo: Grazie del commento e dei complimenti. Sì, hai ragione, infatti lo avevo specificato nella descrizione del racconto che fosse un omaggio pure al "Brazil" di Gilliam, film che adoro immensamente. Spero di avere mantenuto, comunque, un minimo di originalità. Grazie ancora. Alla prossima!
Di Andr60: Il riferimento alla scena finale di "Brazil" è evidente nell'ultima scena, del medico torturatore (che nel film, se non sbaglio, ha la maschera di un bamboccio sorridente). Il racconto è scritto nel 2009, ma è attualissimo: al posto della felicità obbligatoria, abbiamo il Santo Vaccino Salvifico, che ci donerà l'Eterna immunità. Salvo varianti annuali, naturalmente.
Di F. T. Leo: Grazie mille del commento. Il film che hai citato non l'ho visto, ma rimedierò sicuramente. In effetti, il tema non è del tutto nuovo, come ben dici. L'idea mi venne mentre leggevo "I fabbricanti di felicità" di James Gunn. Si cerca, poi, sempre di personalizzare ogni input che ci arriva, conferendo al racconto che scriviamo una parvenza di originalità… Grazie ancora!
Di Vihio: Devo dire che il tema mi ha ricordato in particolare il film “Paradis pour tous” di Alain Jessua, però è così ricorrente nella fantascienza da non costituire un problema (avendo io pure scritto un racconto sulla felicità obbligatoria, ci mancherebbe altro che criticassi chi si cimenta con l’argomento).
E ho apprezzato in particolare la leggerezza con la quale viene raccontata una storia in fondo tanto drammatica, come tanto attuale: la pressione verso un felicità consumistica risulta forte nel mondo moderno, divenendo persino semicoercitiva in alcuni paesi dittatoriali che sottopongono i cittadini addirittura a una “vita a punti”.
Di F. T. Leo: Grazie per il commento e per i complimenti…
Riguardo le tue considerazioni sulla punteggiatura, ti faccio notare alcune cose:
1) Sull’uso spropositato dei punti di sospensione potrei tendenzialmente anche darti ragione: ma io, comunque, li uso “volutamente” per molte mie storie, quando voglio dare alle stesse delle pause che ritengo necessarie o quando voglio dare più tensione a tutto l’insieme. Purtroppo per te o per mia fortuna (anche perché, scrivendo grosso modo per me, a me piace così), non riesco proprio a farne a meno. Che ti devo dire, sarà una mia monomania… Magari i miei periodi non saranno molto eleganti, ma spero che, quanto meno, siano incisivi, che poi è quello che mi interessa… Tant’è, concedimi "questo uso spropositato" come licenza poetica.
2) Chi lo dice, poi, che dopo un punto esclamativo o un punto interrogativo non possono essere messi altri punti o altre virgole? Dove lo hai letto?... Addirittura il punto esclamativo può porsi anche nel mezzo della frase creando una pausa qualificativa (e in tal caso la parola seguente può essere scritta con lettera minuscola). Ad esempio: “Quando la vidi, ahimè!, mi sentii mancare” oppure "Alla fine, quale orrore!, li vidi precipitare tutti". Ma ci sono anche altri esempi che non ti cito esclusivamente per questioni di spazio e di tempo. Inoltre, in una miriade di romanzi e racconti, anche di scrittori importantissimi, ne trovi a “bizzeffe” di queste cose e, proprio perciò, mi sono infatti molto meravigliato di questa tua considerazione… Tutti errori?… Se consulti un qualunque libro di ortopunzione, nessuno afferma quanto detto da te…
3) Il punto esclamativo e il punto interrogativo, infine, a differenza di quanto affermi tu, possono essere usati in coppia in segno di forte sorpresa o sdegno. A volte, indi, si trova proprio per questa ragione il punto esclamativo insieme al punto interrogativo. Ad esempio: “Che hai fatto?!”. Ed è così che lo uso spesso io!
Ti ringrazio ancora e ti saluto cordialmente.
Di Fausto Scatoli: Beh, la storia c'è, niente da dire. ed è anche ben esposta.
di contro faccio notare un uso spropositato dei punti di sospensione e una serie sbagliata di punteggiature. dopo un punto esclamativo o interrogativo non vanno messi altri punti o virgole.
allo stesso modo, non si usano in coppia interrogativo ed esclamativo.
comunque complimenti per l'idea
Di F. T. Leo: Grazie, Alessandro, per il tuo "poetico" commento e per i complimenti che sono sempre ben graditi...
Di Alessandro Di Folca: Una distopica visione del mondo troneggia in questo scritto, adombrata dall'aleggiante presenza di un crudo realismo, sfociante quasi nel pessimismo: atto a descrivere al meglio quanto crudele possa essere la razza umana in un mondo di "felicità".
Complimenti per il lavoro svolto.
Di F. T. Leo: Grazie, Ida. Gradito commento interpretativo sempre perspicace.
Di Ida Dainese: Il racconto è scritto con mano sicura e stile elegante e ci presenta un mondo tutto sbagliato. Uno “stabilimento” che suggerisce lavoro pratico in serie e “felicità”, cioè sentimento non quantificabile o riproducibile. I tre medici dai nomi perfetti sono l’esempio di una felicità robotica, fredda e senza cuore. Il tono ironico e allegro è allo stesso tempo triste di fondo; come può esistere qualcosa se si elimina il suo contrario? La felicità voluta a tutti i costi è solo un apatico, banale sorriso stampato sulla faccia, un vuoto nell’anima, una prigionia quotidiana. Il comportamento ossessivo del giovane Governo ha prodotto il contrario di quanto voluto. D’altronde, si sa, la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
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striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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