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Le altre recensioni o commenti
Di Marcello Rizza: Caro autore. Chi ti commenta ora è un militare in pensione e che ricorda. La naia è un'esperienza. Carte tue descrizioni le riconosco pienamente. Stai parlando dell'amore di un diciannovenne, che poi avrà conosciuto una "Gianna" o una "Etta" che ancora gli avrà scaldato il cuore. E poi si sarà sposato con ancora un'altra, facendo figli che ora ama. E lo stesso, ogni tanto, ricorderà quella ragazza in cui credeva e che non ha risposto. Il servizio militare è anche questo, è una prova, è la prima, per molti, esperienza di "cavarsela da soli" marciando con calzature dure. In tutti i sensi. Sei stato bravo, molto, a dipingere lo stato d'animo di un ragazzino al militare.
Di Andr60: Il protagonista ha tutta la mia solidarietà; io ho avuto la fortuna di essere stato riformato, in caso contrario ci sarei entrato non due ma tre volte nelle uniformi di ordinanza. Ricordo che alla visita di leva il ragazzo prima di me svenne alla vista del sangue: fu giudicato idoneo, forse la divisa gli stava a pennello.
Questo racconto mi ha fatto venire in mento ciò che sarebbe potuto essere, ma non è stato. E meno male… Di user deleted: Che male si polpacci quegli anfibi nuovi, hai ragione! E che inutilità quelle ore e ore di marcia per non andare da nessuna parte! Che odio per un anno della nostra giovinezza perduto senza motivo! Si sarebbero lasciati lo stesso prima o poi? Quasi sicuramente si, ma se non ci fosse stata la naia nel mezzo la loro relazione non sarebbe finita in quei giorni lì.
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
Special thanks to all the friends of BraviAutori who have
contributed to our growth with their suggestions and ideas.
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