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Thu 28 March, 10:09:00
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Recensione o commento a: La mia realtà - (Racconto Fantascienza, Medio) - di Monia Di Biagio, Massimo Baglione:

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Le altre recensioni o commenti
Di Massimo Baglione: Grazie, Giancarlo, ci hai regalato molto più di una recensione.
Io le Barbie di mia sorella le impiccavo al lampadario, figurati…
Di Giancarlo Rizzo: Ho letto tutto con attenzione, anche le parti accessorie. Come venditore di giocattoli e anche di videogiochi ho apprezzato moltissimo il racconto e l'ho vissuto da professionista.
Ma mentre leggevo continuavo a pensare che ho dedicato circa quarant'anni della mia vita a contestare Barbie!
Non sto scherzando: l'ho fatto in quanto la mia attività di venditore di giocattoli è stata impostata sull'importanza del gioco nella formazione dei bambini.
Il modo di giocare si è evoluto negli anni, soprattutto nel mondo industrializzato, per la produzione in serie dei giocattoli: per fare in modo che un prodotto raggiunga numeri remunerativi, si fa la pubblicità.
Brevemente: più bambini giocano con lo stesso giocattolo più la produzione e la distribuzione sono soddisfatte.
Tutto questo è perfettamente normale e vale per qualsiasi prodotto: automobili, deodoranti, polli, computer…
Ma: I giocattoli sono un formidabile strumento educativo.
I giocattoli sono gli strumenti che vanno in mano a degli individui che li usano nell'età dove l'apprendimento è l'occupazione essenziale.
Nulla di strano se tutti i bambini giocano con lo stesso giocattolo.
Il pericolo, però, è che attraverso il gioco si voglia condizionare la mentalità dei bambini.
Ci sono giocattoli che trasmettono concetti culturali che vanno di là del semplice gioco individuale, soprattutto quelli d'imitazione del mondo adulto.
Ci sono giocattoli fatti in modo che i bambini che li usano vengano condizionati a immedesimarsi nel giocattolo stesso e a interpretare la fiction pensata dal creatore.
I bambini non devono diventare come le bambole con cui giocano e non devono imparare a pensare come le bambole stesse, semmai il contrario!
L'esempio classico della nostra filosofia era rappresentato dalla mancanza, nella nostra proposta, della Barbie, da noi considerata l'emblema di come, attraverso un giocattolo, di per sé tecnicamente perfetto, si veicolassero stereotipi culturali molto discutibili, che condizionano i bambini uniformandone il pensiero e rendendoli succubi di una società conformista.
Ovviamente il discorso è molto più complesso…

Di Angela Di Salvo: Una bella storia, molto moderna e originale. E si nota che è il frutto del lavoro di due menti affini nella sagacità e nella potente capacità rappresentativa della scrittura. Due menti che hanno voluto cimentarsi a quattro mani, costruendo una storia osservata da due emisferi diversi e complementari per farne una piccola opera d'arte. La forza consolatoria della fantasia, supportata dalla tecnologia, può colmare le assenze e le improvvise dipartite, è capace di lenire il dolore, risanare la voragine degli affetti mancati con l'illusione che non inganna ma che rende convincenti quelle riflessioni che sono già dentro il cuore. A parte la figura deliziosa dell' "orfana" Antonia che diventa una Barbie e incontra virtualmente i suoi genitori, trovo ben riusciti e sapietemente descritti i personaggi dei due nonni. Nell'amore profondo e protettivo che nutrono verso la piccola nipote, essi continuano ad amare i figli perduti, identificandosi in loro per diventare dei veri genitori. Una bella fiaba dei nostri giorni dove anche i nuovi "giocattoli" trovano una congrua e originale allocazione. Molto chiari ed espressivi anche i dialoghi che sembra quasi di ascoltare in un tuffo incantato nel magico mondo dell'innocenza e della sana realtà dove è ancora possibile ritrovare se stessi prima del lungo viaggio "da" se stessi.
Di Massimo Baglione: L'opera è stata aggiornata, corretta e reimpaginata.
Buona lettura!
Di AldaTV: Certo che Director ti ho "letto" in vesti diverse, gradito e scorrevole, anche se vi sono pagine di tristezza correlate all'argomento. Barbie a me non è mai piaciuta, mi è sempre parsa troppo perfetta ed artefatta, in contrasto con i miei vissuti di bimba, dove il regalo era esclusivamente studiato a Natale in "oggetti" utili, e la bambola che avevo amato e amai maggiormente fu "pel di carota"... che aveva le sembianze più vicine ad un piccolo cucciolo d'uomo vero.
Complimenti ad entrambi veramente, gradita la lettura.
Di Pia: Mi fa uno strano effetto leggere questo bellissimo racconto e sapere che c'è la tua mano. Molto fantasioso e impeccabile nello scritto, ma a tratti è anche molto triste, forse perchè rispecchia un'abitudine che sta prendendo piede in maniera preoccupante: lasciare i bambini in balia di strumenti elettronici che stimolano la loro fantasia non sempre nella giusta direzione. Ma questa è una mia amara considerazione, il racconto è davvero gustosissimo, complimenti a tutti e due, ho letto tra le righe un grande entusiasmo da parte vostra
Di Massimo Baglione: Rinfresco questo raccontino scritto con Monia Di Biagio perché il 2009 è il 50° anniversario di Barbie, la bambola che ha ispirato questa storia.
Di Cosimo Vitiello: Molto tenero come racconto, anche se il finale l'ho trovato troppo brusco.
Di Massimo Baglione: Grazie molli!
Questo racconto ha avuto un lungo travaglio, ma sono contento che alla fine piaccia e che sia degno di essere addirittura letto a una bambina.
Di Molli: E' veramente molto carina ...anche se non è il mio genere, mi è piaciuta molto. L'ho letta anche a mia figlia, ne è stata entusiasta.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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