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Recensione o commento a: Disinfestazione - (Racconto Horror, Brevissimo) - di Carmelo Massimo Tidona:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Veloce e risolutivo come una sventagliata di mitra. Poche righe scritte benissimo che ti portano al finale nel tempo di un respiro e lì, alla fine della storia si viene invasi da tutto l'orrore. Un magazzino colmo di cadaveri e di sangue, torme di ratti che banchetteranno alla vittoria. Con uno stile asciutto e pacato hai fatto in modo che sia il lettore a riempirsi da solo gli occhi e la mente di tali immagini. Per non parlare di quello che trovo il momento più spaventoso, quando l'uomo e il ratto si scambiano quel cenno. La dice lunga sul futuro che verrà. Smile
Di Pierluigi Logli: Gli elementi per un racconto horror brevissimo ci sono. E' una storia che ti prende fin da subito, dove ti si prospetta questo quadretto, che è un po' come se fosse un teatrino degli orrori. Non mi è sembrata banale, e sul finale è curioso e sconcertante al tempo stesso il modo con cui l'assassino fa capire al ratto che lo guarda, di come la disinfestazione è avvenuta. Un'idea originale e valida. Una lettura distensiva, ma solo per chi predilige questo genere di storie. Complimenti.
Di Giuseppe Novellino: Il celebre racconto "La sentinella" di Russell continua a fare scuola. Il rovesciamento del punto di vista, cioè il passaggio dall'umano all'alieno, è un effetto narrativo che produce sempre la sua sorpresa. Qui i ratti si sbarazzano dell'uomo, ma ci vuole il colpo di scena finale, per rendersene conto. Il racconto, nella sua estrema brevità, è ben costruito e appare carico di un amaro umorismo. Come tanti racconti brevissimi (quelli che rispettano la regola di concentrare in poche parole una situazione narrativa o addirittura una piccola trama)qusto mi sembra esemplare. L'horror e la fantascienza, come è noto, si prestano.
Di Angela Di Salvo: Tutto dipende dal punto di vista. Ogni creatura vivente ha un suo sacrosanto diritto di vivere e di moltiplicarsi, e non è detto che siano gli esseri umani i soli a decidere di chi sbarazzarsi.
Il racconto è davvero geniale, nella prima parte è il "punto di vista" degli uomini che domina. Preoccupati per la presenza di questi topi "resistenti", si rivolgono a un professionista per risolvere il problema. Nella seconda parte,il professionista, che dovrebbe assecondare le necessità degli uomini, esegue invece gli "ordini" dei ratti, eliminando chi potrebbe dar loro fastidio. Tutto lascia supporre che questi ratti siano creature intelligenti e che possano "influenzare" l'agire degli esseri viventi a tal punto da indurli a proteggere la loro sopravvivenza. La scena finale dell'eccidio richiama al genere horror, anche perchè si può facilmente immaginare che i topi, oltre che stare tranquilli, avranno di che sfamarsi per un bel po' di tempo.
Di Ilcorpodicarmilla: Chi sia il parassita e chi la vittima di un'infestazione in effetti dipende dai punti di vista! Un racconto divertente, ironico e soprattutto "snello" che si appoggia a uno schema narrativo classico ma sempre di grande effetto. Lo stile asciutto è funzionale alle dimensioni del racconto ed è semplicemente efficace.
Di Forlani Roberta: Devo dire che per essere un horror mi ha fatto ridere sul finale questo breve raccontino, mi ha divertita. Veramente carino! Simpatico!Imprevedibile!Forse vuole esprimere una sottile ironia: i veri ratti della situazione, per assurdo non erano effettivamente loro, ma gli uomini!
Di Macripa: Perbacco! Rapido ed efficace come un cazzotto sui denti! Bello, anche se è un aggettivo che solitamente non accosto ai ratti! Ahimè, io lo so che quelle bestiacce si impossesseranno del pianeta: sono di gran lunga più intelligenti degli uomini! Complimenti!
Di Carmelo Massimo Tidona: I ratti sono ratti, nulla più e nulla meno. Il problema, semmai, è chi e cosa rappresentano gli uomini... ^__-
Di Michele: Ho sempre apprezzato un certo tipo di minimalismo, ma in questo caso avresti potuto "allungare il brodo" di alcuni passaggi. Ma va bene così: hai espresso il concetto della disinfestazione al contrario... Resta da definire, ma forse non c'hai ancora pensato, chi siano i ratti simbolici del raccontino.
Chi o cosa rappresentano per te i ratti?
Di AldaTV: Sinceramente non è il massimo per me, a parte che non sono così abile per giudicare o criticare.
Testo rapido, scarno e poco convincente come horror.
Ho ravvisato nel testo il "disinfestatore" della mia vecchia scuola: appariva rapido e veloce per problemi di costi/tempi, provvedeva senza pietà. Era solo un lavoro!
Di Dino: Quello che ho apprezzato io di questo racconto, è essenzialmente la fantasia. Per il resto, se è possibile esprimere anche delle critiche, quelli che ad altri sono sembrati pregi, a me sono apparsi come difetti: l'eccessiva brevità, l'azione fulminea che porta alla battuta finale senza prima preparare il terreno all'attesa, la mancanza di suspense. Comunque l'idea c'è ed è buona e, nel complesso, il lavoro supera la prova.
Di Carmelo Massimo Tidona: Eh... in effetti i miei racconti raramente sono quello che sembrano, perciò faccio fatica a dar loro una categoria ^__-
Pia: sì, decisamente Smile
Di Pia: anch'io l'ho visto lievemente umoristico, probabile che fosse questo il tuo intento, ed è comunque molto carino per essere un racconto così breve, cosa che in genere non è facile. Il finale arriva all'improvviso, non te l'aspetti, forse il titolo non è "derattizzazione" perchè in questo caso "deuominizzazione"? Smile))
Di Nembo13: Ciao sono in pieno accordo con Massimo, questo è una piccola opera di umorismo.
Non ti aspetti il finale, che fa sorridere , e il racconto è piacevole da leggere sia per la brevità che per lo stile. Poche ma buone righe, quasi un incipt per una saga quella dei "topi vendicatori".
nembo13
Di Massimo Baglione: Più che in "horror", l'avrei messo in "umorismo"! Molto ben scritto e scorrevole.
Di Alessandro Napolitano: COMPLIMENTI Carmelo, mi è piaciuta molto la scelta di raccontare in poche righe l'accaduto. Il racconto è scritto molto bene, è essenziale, c'è ritmo, azione e suspance.
Soddisfa in pieno le aspettative del lettore.
azzeccato il finale.
Gran bella prova







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(Sam L. Basie)




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