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Thu 18 April, 17:59:00
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Recensione o commento a: Una pessima giornata - (Racconto Narrativa, Breve) - di Cristina:

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Le altre recensioni o commenti
Di Tiziano Legati: Avevo già letto questo brano in passato, oggi ho cliccato per recensire un opera a caso e rieccoci qui, ragazza dei volantini. Al di la della storia e dei personaggi il racconto descrive, a mio parere, la tipica giornata che chiunque ha vissuto almeno una volta, quando qualsiasi cosa si sia fatto o si stia facendo, si trasforma in un disastro, ti lascia li, impietrito e desolato a chiederti perché? Per un momento muori dentro e tutto scompare nel tuo sconforto. Bel racconto, mi ha fatto pensare. Un racconto a caso, bella idea.
Di Arcangelo Galante: Certo che fare del volantinaggio e incappare nell'avventura descritta nel brano di Cristina, è una cosa davvero inquietante. Incappare nel figlio del titolare del negozio di scarpe a cui viene sconsigliato di entrare in quel negozio perché "sono rimaste solo cacate di scarpe e numeri microscopici" ha un non so che ironico, ma, se non altro, il consiglio era azzeccato, dato che il ragazzo portava il 44 di piede. Un racconto diaristico, simpatico e scorrevole: l'unica pecca, se posso, è quella di essere stato scritto tutto in carattere maiuscolo, come se venisse "urlato" a tutti, cosa che a me, personalmente, non piace.
Di Stefano di Stasio: Il brano descrive momenti e stati d�animo di vita vissuta rappresentati sullo sfondo di una giornata d�inverno grigia e fredda. Si può oggettivamente condividere lo stato d'animo del personaggio solo se si è assaporato il fastidio, la "stizza", la presunzione di chi viene interpellato per strada da uno sconosciuto o sconosciuta che vuole dare un volantino, chiedere un'intervista o semplicemente un'informazione. E dunque il racconto di Cristina dà una fotografia sintetica e netta di quello che è spesso la gente nelle strade delle nostre città: indifferente, spietata, impermeabile, infastidita. Il personaggio maschile sembra materializzare la minaccia costante che serpeggia nella nostra societa' dell'assurdo, l'inganno sempre in agguato da parte di chi è insospettabile. In poche ed efficaci parole l'autrice riesce a esprimere il modo in cui una civiltà frettolosa e arrogante seppellisce quei valori umani fondamentali senza dei quali la vita di tutti si puo� trasformare in un'inferno.
Di Stefano di Stasio: Il brano è di vita vissuta. Si può oggettivamente condividere lo stato d'animo del personaggio solo se si è assaporato il fastidio, la "stizza", la presunzione di chi viene interpellato per strada da uno sconosciuto o sconosciuta che vuole lasciare un volantino, un'intervista o semplicemente un'informazione. E dunque il racconto di Cristina dà una fotografia sintetica e netta di quello che è spesso la gente nelle strade delle nostre città: indifferente, spietata, impermeabile, infastidita. Il personaggio maschile sembra materializzare la minaccia costante, l'inganno sempre in agguato da parte di chi è insospettabile. In poche parole l'autrice riesce a esprimere il modo in cui una società frettolosa e arrogante seppellisce quei valori umani fondamentali che, se assenti, possono rendere la vita di tutti un'inferno.
Di Angela Di Salvo: Più che un racconto sembra una pagina di diario, una descrizione più articolata di una giorno andato "storto" con annesse riflessioni in merito. Però rappresenta una giornata "tipo" di gran parte della nuova generazione di giovani della nostra società che, pur di guadagnare qualche spicciolo, sono disposti a fare anche un lavoro sottopagato e per niente gratificante. E se poi capita di fare volantinaggio per promuovere un negozio di scarpe e incontrare il "carino" figlio del proprietario facendo una clamorosa gaffe, è davvero il colmo. La lettura scorre veloce e agevole e, nella sua dimensione realistica e riflessiva, offre un affresco di gioventù. Qualche piccolo errore andrebbe eliminato.
Di Antonio: Lei vive nascosta. Lei gioca al di fuori degli schemi normali della realtà di una giovane, che poi si sente un po' meno giovane, per questo non crede in ciò che fa. E allora l'unico modo per svilupparsi una storia, una vita, una lunga foto è l'immaginare e l'inventare, ma ha bisogno degli altri per farlo. Così si muove, Lei, per trovare l'altro. E non si sa chi sia. E la sera ritorna una stanca e giovane donna.
Semplice e veloce: un'esperienza raccontata, leggera e morbida.
Di Cosimo Vitiello: Ho avuto difficolt�  a seguire il filo degli eventi. La storia non c��¨ ed �¨ molto veloce. Le maiuscole per la forma di cortesia in genere non si usa nelle narrazioni. Ogni volta che c��¨ un cambio nella narrazione andrebbe iniziato un paragrafo, i dialoghi poi vanno isolati e ben identificati.
Di Alessandro Napolitano: Un racconto figlio dei nostri (maledetti) tempi. La difficoltà di ritagliarsi un posto nella vita, la precarietà e l'incomunicabilità anche con le persone che definiamo "amici". Scritto bene, scorrevole. Forse meriterebbe un maggiore sviluppo.
PS: Benvenuta tra noi!
Di Bonnie: Carinissimo fresco racconto, non ho idea di quanti anni abbia l'autrice, ma sembra veramente scritto dalla protagonista.
Mi piace quando da 'un evento' apparentemente banale, si riesce a tirare fuori qualcosa di così intrigante (no.. non ho sbagliato aggettivo, per me lo è.. e magari anche per chi ha provato un lavoro 'precario'come distribuire volantini ecc)
Brava Cristina! (e benvenuta )






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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