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Tue 16 April, 18:55:28
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Recensione o commento a: E diventai uomo - (Racconto Narrativa, Breve) - di Massimo Baglione:

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Le altre recensioni o commenti
Di Massimo Baglione: Tempi sempre più lontani, purtroppo, e sempre più fumosi.
Di Arcangelo Galante: Mura di una casa che raccontano un'infanzia certamente felice, per mezzo dell'amorevole presenza rassicurante e benevola dei nonni. È così tanto inaspettato il bisogno di un tuffo nel passato, quasi catartico, che l'alito dei ricordi diviene quel grido famigliare pronto a ritornare carezzevole nella memoria dell'autore. Talvolta, quando il presente potrebbe apparire differente dal vissuto significativo ormai trascorso, che però ci ha fatto crescere, un poco di nostalgia soggiunge al cuore. Testo emozionante, per chiunque sappia coglierne gli emblematici messaggi, sempre sottoposti alla sensibilità del lettore.
Di Massimo Baglione: Grazie, Massimo. Devo molto a quel periodo della mia esistenza.
Di Massimo Tivoli: Racconto tenero e romantico. L'ho trovato molto emozionale, mi sono addirittura commosso. Forse, inconsciamente, l'ho legato a un'epoca ormai passata in cui anche io ero un ragazzino ed esistevano persone tanto semplici quanto sagge. Esistevano regole e insegnamenti che venivano appresi quotidianamente facendo sul campo e, per questo, lasciavano un segno indelebile in chi aveva l'onore di apprendere. L'immagine del vino mescolato all'aranciata è molto bella. Nel finale, la relazione tra l'inversione delle proporzioni dei due ingredienti nella stessa miscela e la maturità del ragazzo l'ho trovata poetica, colpisce e il gesto del nonno riempie il cuore. Sono tornato bambino e sono cresciuto di nuovo. Complimenti, bel racconto.
Di Massimo Baglione: Grazie, Sartisa!
Ogni volta che ne ho l'occasione, non manco mai di servirmi vino e aranciata, specialmente quando ho le nipotine in casa e quindi l'aranciata abbonda ehehe
E i ricordi affiorano, assieme ai sorrisi.
Di Isabella Galeotti: Carino, un episodio della tua vita. Molto significativo, il rito del vino. Altrettanto importante anche il ragazzino che vuol fa vedere al nonno che va tutto bene e continua a trasportare legna nonostante le piaghette sulle spalle.
Sono questi spaccati di vita che segnano il nostro cammino.

Di Massimo Baglione: Grazie, Matteo!
Erano altri tempi... bei tempi.
Di Matteo Bottaro: Testo curato, che nonostante la brevità riesce a comunicare emozioni intense. La complicità tra il nipote e il nonno è resa molto bene e il particolare dell'aranciata col vino rende il testo più autentico e interessante anche per chi come me non ha ricordi di questo tipo.
L'autore riesce inoltre, in poche righe, a far emergere un'immagine molto vivida e ben caratterizzata di sé stesso da bambino e a creare un buon legame con il lettore che rende la lettura decisamente piacevole e coinvolgente.
Di Emma Saponaro: Più passano gli anni e maggiore è l'attaccamento alla nostra infanzia e ai suoi ricordi. Riviviamo gli episodi di allora con tenerezza e forse anche un pizzico di malinconia, ma ora riusciamo a vederli con occhi diversi, sappiamo dargli il giusto significato. Un brano che si legge con gradimento e anche con una certa dose di empatia, forse per la capacità dell'autore di avvicinare il lettore, sia al suo racconto che ai suoi ricordi.
Di Paolo Maccallini: In poche righe un passaggio fondamentale nella crescita dell'autore: quello che dall'aranciata con un po' di vino porta al vino con po' di aranciata. E' una transizione che probabilmente abbiamo vissuto tutti, magari con delle varianti: per me per esempio fu la birra la bevanda di questo rito di iniziazione. E di iniziazione vera e propria si tratta, con anche la prova fisica da superare: quella di resistere in silenzio al dolore di una piaga. E penso che in questo atteggiamento del protagonista si rispecchi un aspetto ricorrente del comportamento infantile: i bambini sopravvalutano le proprie possibilità, per inesperienza, e vanno avanti a oltranza, senza risparmiarsi, procurandosi anche dei danni. Probabilmente anche su questo aspetto tutti abbiamo degli aneddoti da raccontare.
Poi naturalmente si riconosce un tratto noto a noi tutti: la tenacia dell'autore, che dunque si era manifestata fin dalla più tenera età.
Il rito di iniziazione è qui prettamente maschile: si noti che il passaggio saliente, alla fine del testo, esclude la nonna: è un momento di intesa tra l'anziano e il giovane, un'investitura che si ripete dalla notte dei tempi, in tutte le culture.
Si può anche notare che il testo, nonostante la su brevità, presenta la struttura dei romanzi di formazione: all'inizio c'è una situazione di equilibrio (il bambino fa ogni anno la legna con il nonno, secondo un rituale consolidato); un evento inatteso rompe questo equilibrio (il malessere del nonno) e il protagonosta deve superare delle prove, al termine delle quali raggiunge un maggiore livello di maturità.

Ho apprezzato particolarmente dunque la capacità di proporre queto modello in modo sintetico, ma del tutto compiuto ed efficace.
Di Sergio Romino Gagarin Mastrillo: La reminiscenza in questione è espressa con il delicato pensiero che accomuna tutti i ricordi della fanciullezza, che descrive i passaggi della vita con precisi e indelebili momenti di grazia. MI chiedo quanto simili siano i ricordi dei fanciulli e quale possa essere il pennello che li dipinge. Penso che tutti possano rispecchiarsi nelle tinte di questo affresco; nonostante i luoghi e le azioni in questione abbiano tratteggi variegati.
Quando un romantico rimembra i momenti della sua fanciullezza non fa altro che esaltarne la purezza, e la beatitudine che è insita in essa.
"Ricordo quando ero bambino..." è un'utopica e sottilissima gomena che ci lega tutti alla perduta innocenza.

Di Massimo Baglione: L'opera è stata aggiornata, corretta e reimpaginata.
Buona lettura!
Di Biancaspina: Non riesco ad aggiungere niente di più a quanto già detto dagli altri. Anche a me ha fatto venire il groppetto alla gola... mi ha ricordato mio nonno, la campagna, la cantina le botti che emanavano quell'odore di legno impregnato di vino...
Eh... la vita passa e i luoghi cambiano ma per fortuna ogni tanto li ritroviamo nella nostra memoria magari leggendo un racconto come questo... Grazie.
Di Pia: a parte lo stile sul quale non si può dire niente, concordo con tutti gli altri che hanno commentato prima di me. Una storia di vita che risveglia bei rcordi in tanti di noi, i nonni, per fortuna esistono e per tanti bambini anche più preziosi dei genitori. Si diventa uomini quando si è pronti, non quando si raggiunge la maggiore età
Di Massimo Baglione: Troppo gentile, grazie!
Probabilmente apprezzerai anche questo allora: scheda_opera.php?opera=1
(tra l'altro è la prima opera inserita in assoluto nel portale ehehe)
Di Forlani Roberta: Ho letto ora anche il tuo racconto, mi è piaciuto così tanto che proprio sul finale ho provato un'ondata di commozione, sì, dico sul serio, mi sono commossa come quando si guarda un film dalle scene toccanti. (Io sono molto incline a questo)! Ho rivissuto tutto lo scritto nella mamoria di un misto di varie epoche della mia vita, tra l'infanzia e il periodo del fidanzamento con il mio attuale marito, dove avevo sperimentato di persona la famosa stufa a legna formata da dischi concentrici. Tutta l'atmosfera del racconto mi ha riportata indietro nel tempo, è stato bellissimo ed emozionante, scontata la mia reazione, quindi, sul finale!
Di Taniole: Racconto infantile e tenero, riesce a ridestare memorie ataviche anche nella imperfetta struttura a tratti non proprio lineare, avrei fatto una scelta più oculata dei termini, ma nell'insieme arriva forte il sentimento e l'orgoglio fiero di un piccolo uomo alla ricerca di conferme dalla vita. Mi hai fatto piangere...
Di Dino: � un racconto breve ma ben articolato tale da farsi leggere in fretta traendone una sensazione di nostalgica serenità. L'adolescente che vuole crescere in fretta, la complicità nonno-nipote, i vecchi sapori dell'aranciata corretta al vino in percentuale variabile con l'età, ne fanno un piccolo capolavoro di piacevole lettura. Tutti abbiamo episodi simili da ricordare e la bravura di chi scrive sta proprio nello stimolare la memoria a trovare, ben riposti nei più profondi meandri della mente, piacevoli ricordi che ci gratificano ancora.
Di Gio: Max, questo è uno dei tuoi racconti più intensi, non so se nella versione inglese si riescano a cogliere certe sfumature, certi colori, certe atmosfere tipiche di un mondo rurale italiano che nn esiste più...
Di AldaTV: Lo spaccato dei ricordi è intenso, ma le frasi a volte sono lunghe e senza la facoltà di "tirare" il fiato!
Di Dalila: Incredibile, come questo tuo racconto abbia risvegliato in me un lato assopito. Riconosco i profumi e i sapori di quei tempi, se ben con esperienze diverse, quanto erano intensi!!!
Dolcissimo racconto che richiama frammenti di malinconica ma autentica felicità!
Di Bettarm37: bello, dolce, di un sapore antico...
Di Sphinx: Bello questo spaccato della tua infanzia.
Ha dei punti in comune con la mia.
La stufa coi dischi concentrici me la ricordo anche io, e ce lâ??ho tuttâ??ora!
Mi ricordo anche, a fine Agosto, le Api piaggio cariche di legna che scaricavano davanti alle case e io, insieme ad alcuni miei amici, mi offrivo di dare una mano a metterla nelle cantine in cambio di un bel gelato.
Che tempi...






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(Sam L. Basie)




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