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Thu 18 April, 05:46:05
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Recensione o commento a: La mia casa - (Racconto Horror, Breve) - di Alessandro Napolitano:

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Le altre recensioni o commenti
Di Daniele Missiroli: Un racconto struggente e toccante. Le parole usate riescono a penetrare il cuore del lettore, che si aspetta qualcosa di terribile man mano che si avvicina al finale. E infatti la sorpresa c'è ed è drammatica, anche se il soggetto è un fantasma. Non importa. Le parole che usa per descrivere il suo amore (la casa) lo rendono degno della nostra solidarietà per la sua perdita. Tutte le perdite hanno pari dignità, come ce l'ha la casa stessa, mentre sprofonda nell'oblio per la consueta umana ottusità.
Di Alessandro Napolitano: Sartisa e Ida grazie per le belle parole usate per La mia casa. E grazie anche per letture attente che fate non solo dei miei racconti ma di quelli di tutti.
Di Ida Dainese: Anch'io non ti dirò niente di nuovo. Il racconto mi è piaciuto molto, per la storia concentrata in poche immagini e per il modo in cui è scritto, che evoca i pensieri e i ricordi del protagonista da far credere al lettore che siano i propri. Ho corso anch'io lungo i cento corridoi, ho amato i marmi color avorio, ho sofferto per il crollo e per il male fattomi dagli uomini "buoni". Questa storia mi resterà in mente per sempre.
Di Isabella Galeotti: Come sempre, stupisci il lettore, come sempre riesci ad ingannarlo, come sempre non sbagli un racconto, come sempre. Ebbene sì anche questa mi ha condotto verso una direzione, un bambino che aveva perso la propria casa, dove correva a perdifiato nei suoi corridoi, dove ne conosceva ogni foro, ogni fessura. Ed ecco l'epilogo, dove si raggiunge velocemente e dove il lettore crede di vedere quel bimbo che piange seduto sul marciapiede, dove abbracciato dalla mamma si dispera per la perdita. Invece no. Bravissimo
Di Stella Demaris: Splendido, ma non è un racconto horror, è un racconto romantico! Presenta qualche analogia con un celebre film interpretato da Nicole Kidman Very Happy
Riguardo allo stile ho da segnalare qualcosa, ma ti mando un allegato perché qui mi rimane difficile indicare le parole e i punti che ho notato.
Di Alessandro Napolitano: Grazie Daniela, davvero belle le tue parole!
Di Daniela Piccoli: Che dire? Che sono rimasta estasiata da questo racconto?
Ebbene si, è proprio così. E pensare che non amo i racconti brevi. Ma in questo brano c'è malinconia, tristezza, struggimento. Lo struggimento di qualcuno cui viene tolta la sua casa, il suo rifugio, la sua sicurezza. Se si pensa che poi nell'opera (e proprio di opera si tratta!) c'è anche una piccola sopresa finale relativa all'identità di chi prova tanto dolore alla perdita della sua dimora, non posso che applaudire questo piccolo capolavoro.
Di Emma Saponaro: Una descrizione struggente di come un uomo possa sentirsi quando è privato delle proprie radici, dei suoi punti di riferimento, delle sue certezze. Ciò che si costruisce in una vita può essere distrutto in un attimo. Forse è questo il motivo per il quale non riusciamo a vivere serenamente la felicità, quando essa bussa alla nostra porta: paura di doverla vedere svanire. Bellissimo racconto e scritto con una passione tale da coinvolgere totalmente il lettore. Complimenti!
Di Alessandro Napolitano: Cosa dire, tanti complimenti, troppi!
Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato al racconto e alle belle parole che avete speso. Sono sicuro che faranno sentire meno solo il nostro fantasma.
Very Happy
Di Angela Di Salvo: Dall'incipit del racconto e dal realismo delle descrizioni, pare quasi che stia parlando un uomo che ha subito la perdita della sua casa. Poi, a mano a mano, si capisce che il narratore è un fantasma e che la casa è stata demolita proprio perchè "la sua" presenza era stata "notata" e considerata "infestante" e negativa. Forse le ombre si legano di più al luogo dove vivono con lo spirito molto di più di quanto facciano i vivi che possiedono ed espolorano molte altre cose concrete. Un fantasma diventa un tutt'uno con la casa, la casa e lui erano la stessa cosa. E quando la casa non c'è più, resta lo spettro a vagare senza pace e i suoi pensieri non vanno alla vita che fu ma alla sua condizione di esule eterno che vive in solitudine sulla scogliera, privato dalla sua dimora. Non è facile dire tante cose in un racconto così breve: ci vuole arte, e qui non manca.
Di Tania Maffei: Chi nasce poeta lo resta per sempre e anche quando racconta la realtà la trasporta in un mondo che non c'è, non esiste. Il linguaggio utilizzato è surreale ricco di atmosfere magiche, piene di fascino. La lingua schiocca in ogni istante fra le mani di questo poeta/scrittore che domina le parole come più gli piace. Questa casa esiste, non esiste, è la proiezione dell'anima scrittore. Poco importa. Il fatto centrale, il nodo importante della storia è che qualcuno o qualcosa arriva a distruggerla ed è lì che si crea la frattura il momento in cui il lettore resta senza fiato, sospeso esterefatto e l'autore ha così raggiunto il suo scopo.
Di AlfonsoMormile: Mi piace molto lo stile, malinconico, triste e introspettivo.

Il "lei" quale pronome riferito alla casa non so se considerarlo un errore oppure una rimarcazione della "vitalità" della casa che, nel racconto, viene descritta quasi come un essere vivente.

Non è Horror, per ovvie ragioni. Il fantasma buono che si aggira nella casa dovrebbe essere, secondo i canoni della letteratura e della cinematografia, un elemento ben accetto e mi è risultato difficile accettare che la casa venga abbattuta per la sua presenza.
Di AldaTV: non lo trovo molto Horror, ma bensì una metafora delle nostre emozioni, il luogo perfetto per il nostro io, casa, una stanza, la cantina vuota. E' un racconto che mi ha colpito per la dolcezza delle descrizioni, e mi ha condotta a immedesimarmi in chi ha scritto! che dirti? a me è piaciuta molto per il significato che hai voluto trasmettere: fa paura al tuo prossimo, ogni segreto di una emozione o dell'animo umano, che esso sia manifesto o meno.
Di Pia: Si ha paura di ciò che non si conosce e la paura ci porta a distruggere. Fa tenerezza e pena la storia di una persona che non riesce a stare tranquilla nè in vita nè in morte. Sintetica ma molto efficace
Di user deleted: Racconto in stile lovecraftiano oserei dire, molto ben congegnato. Nelle parole che scrivi fai trasparire la sofferenza del protagonista e fai vivere le sue emozioni e i suoi pensieri in modo egregio. Complimenti.
Di Bonnie: Non saprei spiegartene il motivo, ma la sensazione che arriva a me è quasi metafisica, ma non surreale, direi più spirituale.. una specie di parabola Buddista.
Mi rendo conto dal finale che probabilmente il senso sarà un'altro, ma io mi sono concentrata più sulle tue parole
'Raccontare' un oggetto come un qualcosa di vivo.. per me.. ehm.. è quasi normale, per questo mi piace, ma proprio tanto
Di Alessandro Napolitano: Una casa? si certo max! oppure questa volta potrebbe trovarsi un nuovo rifugio... magari un sito internet di ragazzi creativi e appassionati d'arte...
Di Massimo Baglione: Immagino che il protagonista del raccontino ne troverà un'altra di casa






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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